SOTTOBOSCO - Juve, disastro annunciato. Il risultato di tutti gli errori della società. Plusvalenze, riecco il vento del "sentire popolare". C'è chi pensa a un'altra Calciopoli, Gravina non si faccia incastrare. La pazienza di Elkann...

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
29.11.2021 00:15 di  Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO -  Juve, disastro annunciato. Il risultato di tutti gli errori della società. Plusvalenze, riecco il vento del "sentire popolare". C'è chi pensa a un'altra Calciopoli, Gravina non si faccia incastrare. La pazienza di Elkann...

Juve: un disastro annunciato.  L'ultima  di Allegri assomiglia molto a quella di Ferrara e a quella di Del Neri. Anzi peggio: un Quagliarella, un Aquilani e un Candreva, questa Juve non li ha. Poi è noto : quando piove sovente grandina. E allora i pali si sprecano, al pari degli infortuni. E' una Juve nella tempesta. Con una dirigenza alle prese con altre vicende. Un allenatore che  sembra non comprendere quanto il calcio, negli ultimi tre anni, sia mutato. E con giocatori  che si immaginano assai diversi, rispetto al loro reale valore.  La squadra è stata negli anni male assemblata. Fatta  per lo più di plusvalenze (a volte minus) e di parametri zero. Una squadra nella quale lo smisurato talento di Cristiano  Ronaldo è stata la foglia di fico che ha coperto millanta magagne.

La Juve ha un enorme problema: cercare di arrivare al quarto posto per non perdere (in una stagione da sprofondo rosso)  i proventi della Champions. Oggi la Juve sta pagando in una sola volta gli errori commessi dalla sua dirigenza:  economici, tecnici, di immagine.  L'idea di fare causa alla Federazione per Calciopoli, salvo non fare l'unica cosa che probabilmente le avrebbe concesso una possibilità: ricorrere al tribunale di Strasburgo. Trescare con Perez Florentino  per una Superlega finita con la farsa degli inglesi in fuga: dopo che la Corona britannica aveva alzato il ciglio, eccependo.  Inciampare nella buccia di banana dell'affare Suarez, con l'altra farsa: quella di Perugia. E ora la vicenda, relativa alle plusvalenze. La Juventus, già messa sulla graticola per la storia  delle infiltrazioni malavitose nella curva bianconera, si trova oggetto di indagine per  (presunte, per ora) fasulle plusvalenze .

La società si dice tranquilla. Ma sei dirigenti dal presidente Agnelli in giù risultano indagati.  La  procura di Torino, assidua nell' esibirsi sulla Juve (Guariniello, chi era costui?) avrebbe un dossier inequivocabile. Peccato che la materia sia il sesso degli angeli. Non mi nascondo dietro ad un  dito: affari come Pjanic-Arthur, o Spinazzola- Pellegrini, o Romero, o Kulusevski, qualche perplessità  l'avevano suscitata. Ma non è certo una procura che può stabilire il valore di un giocatore. Diverso sarà  se la procura  documenterà un falso in bilancio. La Juve è quotata  in Borsa e deve rispondere ai suoi azionisti: anche a quelli piccoli che all' annuale assemblea vengono  liquidati con “il  dialogo sui massimi sistemi“.

Cosa rischia la Juventus? In caso di “falso“ accertato”, una salata multa. Forse  (come il Chievo) la penalizzazione di alcuni punti in classifica. Forse  (in caso il reato - se accertato -  si dovesse rivelare grave) la non iscrizione al campionato. In ballo, secondo la procura di Torino, ci sarebbero centinaia di milioni di euro. Ma c'è un ma: anzi un precedente. Una vicenda che vide anni fa coinvolte Inter e Milan, finita a tarallucci e vino.  Visto  che già  spira  il vento conosciuto e giacobino del “sentire popolare“  (con la grande “meretrice“ condannata, ancora prima di venire processata ), la Federazione non può permettersi di ritrovarsi catapultata nel tempo: indietro nel 2006. Per tante ragioni. Che dovrebbero indurre Gravina ad accelerare sulle riforme. Per un calcio italiano con le pezze al culo, la prossima fermata, senza celeri riforme, sarà l'Inferno. Gravina, aggrappato a Mancini e alla qualificazione al Mundial, lo sa. Si  auspica lo comprenda anche il governo. Al quale va chiesto di  contribuire all'ammodernamento del calcio  (leggi impianti) senza dimenticare la funzione sociale che il calcio esercita (leggi realtà territoriali) sulla società italiana.

Personalmente se la Juve risulterà colpevole sarò il primo a chiedere esemplari sanzioni. Ma vige ancora in questo paese (almeno dovrebbe) la presunzione di innocenza. Al pari (almeno dovrebbe) del segreto istruttorio. Viva la procura di Torino che vuole vederci chiaro sulle vicende della Juve. Ma se un “non indagato“ come Cherubini, viene torchiato per  nove ore in procura (come solitamente accade ai mafiosi), qualche cosa non va.

Come Calciopoli, anche quello delle plusvalenze appare un ( conosciuto: nessuno faccia il furbo ) “sistema“.  Si vocifera che altre procure sarebbero attive su alcune  società. Vedremo.

Nove scudetti di fila sono stati una grande abbuffata che ha lasciato affamati troppi pretendenti al desco. Ma  Gravina Gabriele, che avrà tutta la mia solidarietà  per le (eventuali) decisioni che dovrà prendere, non si faccia incastrare.  Il calcio italiano (“piaccia o non piaccia“)  non può rinunciare alla Juve. Ora, meno che mai. Una Juve nella bufera mediatica può perdere (come sta accadendo) appeal. Ma resta la Juve, con i suoi milioni di tifosi nel mondo. Che vanno negli stadi, comprano i giornali, si abbonano alle televisioni. Pare che qualcuno stia  accarezzando l'idea di replicare un passato fatto di “imballaggi“ . Quelli che – per dirla con Jannacci – tirano la prima pietra.. E poi la seconda e anche la terza. E dopo? Anche la quarta e la quinta.  Già accaduto.

Infine: in tribuna all'Allianz, accanto ad Andrea Agnelli  a godersi la sconfitta con l'Atalanta c'era anche il cugino John Elkan. I media hanno parlato di “vicinanza“.  Forse. Quo usque tandem? Eccetera. Quanto può ancora durare la pazienza di John Elkann?