L'IMBOSCATA - Riecco gli impuniti per decreto federale. La provocazione di Chinè. Il caso del procuratore Viola (ma nerazzurro). Il verminaio di Perugia e le sentenze assurde. Il male "oscuro" del sistema ha un nome e un cognome

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
29.03.2024 00:10 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Riecco gli impuniti per decreto federale. La provocazione di Chinè. Il caso del procuratore Viola (ma nerazzurro). Il verminaio di Perugia  e le sentenze assurde. Il male "oscuro" del sistema ha un nome e un cognome
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di Andrea Bosco 

Acerbi non ha ricevuto alcuna punizione dalla procura federale per le (presunte) frasi razziste nei confronti di Juan Jesus. Maleducato ma non razzista.  Non è chiaro quello che Acerbi ha detto sul campo. Né  perché  successivamente abbia tentato di “spiegare“  al collega del Napoli il senso della sue parole, visibilmente sbracciandosi sul campo. Sarebbe il caso che il giocatore di Simone Inzaghi “chiarisse“, dando la sua versione dei fatti. Visto che non esistono filmati del “labiale“, visto che i milioni di telecamere presenti durante una gara non hanno evidenziato l'episodio, visto che nessuno tra Inter e Napoli, tra quanti erano in campo, sembra aver udito, visto che neppure arbitro e banda Var hanno visto e ascoltato, giustamente Chinè avendo solo una versione dei fatti (quella di Juan Jesus) non ha proceduto. Neppure i tecnici di Graziano Cesari le cui attrezzature sono più sofisticate di quelle di Houston, hanno cavato un ragno dal buco. Nessuna ripresa clandestina. Non uno smartphone in azione durante Inter – Napoli.

Felice Acerbi, felice l'Inter, felice Spalletti, felice Gravina. Non così il Napoli che ha prodotto un durissimo comunicato con il quale si  “nega“ a qualsiasi futura iniziativa anti razzismo della Federazione.  Gravina avrebbe potuto “ricorrere“ contro la sentenza. Come fece per il caso Lukaku. Ma non l'ha fatto. Anzi: ha spiegato che abbraccerà Acerbi che è “un bravo ragazzo“. E nessuno ne dubita. Così come nessuno dubita che Acerbi  “serva" alla Nazionale di Spalletti come il pane. Ma  evitiamo di fare gli “Andreotti“. Immagino io, che nella foga della tenzone, Acerbi sia “sbroccato“, come capita e sempre è capitato . E che Juan Gesus però non abbia digerito la cosa . Dieci giornate di squalifica ad Acerbi ( come era stato ipotizzato ) sarebbero state  una  indecenza, neppure da commentare.

Zero provvedimenti, come se niente fosse accaduto, una provocazione che solo l'ineffabile Chinè, poteva produrre. Quella  procura ce l'ha sempre “duro“ quando esamina i fatti di altre squadre. Quanto sistematicamente “floscio“ quando esamina quelli di  “quella“ squadra. “Essi“ risultano sempre impuniti. E probabilmente questa è l'unica volta  per la quale una  punizione sarebbe risultata ingiusta. Ma tutte le altre? O abbiamo già “dimenticato”?  “Essi“ sono (per decreto federale) “lindi di bucato“. Se lo sono  auto-certificati  nel 2006 e da allora  la cosa risulta un monolite. Che si tratti  di bilanci, di Var,  di rapporti con i magistrati, di intercettazioni, di trattative  condotte (illecitamente) prima del tempo consentito (Milito e Thiago Motta: chi erano costoro?), di prescrizione, niente cambia. “Essi“ sono “pappa e ciccia“ con il potere. Hanno “loro“ uomini nel sinedrio calcistico e fanno quello che gli pare.  Ora è evidente che  il gattopardo che governa  il calcio italiano,  ha per “essi“ una predisposizione che per altri non ha. Ha qualche “scheletro  nell'armadio“, il gattopardo? Qualche “carcassa“ mal rosicchiata  andata in decomposizione?  Tutto è possibile, ma va detto che (se ce l'ha) finora è stato abilissimo ad occultarla. Usando un potentissimo deodorante, per confondere i miasmi che da tempo dal suo “armadietto“ evaporano .

Ora:  si parla di riformare (la cosa incredibile è che la riforma vorrebbe farla Gravina)  la giustizia sportiva. Che così, non va. Non va  per i contenuti. E non va per chi la gestisce. E' incredibile che il procuratore capo di Milano (che sta indagando sull' assetto societario del Milan) sia un interista dichiarato che va a pranzo con Ausilio e Marotta. Non importa se la cosa è lecita. Farla è dare uno schiaffo in faccia al resto del mondo calcistico. Bravo Marotta? Bravissimo. Io  di “rose camune  gliene assegnerei un paio. Ma a  pranzo con Viola, il signor Marotta non ci deve andare.  E' una cosa che suscita polemiche. Del resto i magistrati, prima di assegnarli a cose calcistiche, dovrebbero essere sottoposti ad esami del “sangue“ per verificare il tasso del loro “tifo“. Troppi magistrati (e procuratori: mica ci siamo dimenticati del predecessore di Chinè) “tifano“.   E il “tifo“ è una condizione esistenziale.

Spiegava  il grande poeta Giovanni Raboni che  “si tifa per la propria squadra, così, come si tifa, in fondo, per la propria vita“. E se le cose  stanno così, il tifoso non sarà mai obiettivo, neppure se indossa una toga. Anzi, come  sovente si è visto, indossare una toga, costituisce una aggravante  nell'applicazione della legge: spietata verso qualcuno, aleatoria verso altri. Non voglio rammentare recenti casi che segnano una  disparità risultata “schifosa“ per come argomentazioni e  norme  sono state applicate a seconda di chi ne era destinatario. Dico solo che la situazione è diventata ormai fuori controllo. E che  le sentenze  non vanno “accettate“ se verosimilmente sono ingiuste, fatte per  danneggiare alcuni e  agevolare altri. Dice: produrre le prove. Non serve. Non, dopo il verminaio uscito da Perugia. Non dopo il dossieraggio  applicato verso certuni e solo verso certuni. Contro le sentenze assurde, è necessario lottare. Con tutti i mezzi possibili. Nessuno escluso, nel recinto  della legge. Che chi sta in toga e tocco non sia  imparziale, che non applichi ma  quasi sempre “interpreti“ la legge , è arcinoto. Ma nel caso di Acerbi, no:  la legge è stata  applicata.

E allora dove sta lo scandalo? Sta nei millanta precedenti nei quali la legge è stata interpretata e  persino manipolata.  Perché un procuratore che produce false intercettazioni non si era mai visto In Italia si è visto.  Il gattopardo va defenestrato. E' lui il “male“ non “oscuro“ del sistema. Acerbi innocente? Lo penso – mi sbilancio – anche io. Ma non può pensarlo Gravina. Che per Lukaku aveva  fatto ricorso e per Acerbi ha glissato. Tutto questo è insopportabile. E mina un sistema  “corroso“ ( ho scritto “corroso“ non “corrotto“) fin dalle fondamenta.  Volete  tenervi Gravina?  Affogate pure nel guano, come sta accadendo . 

Della Juventus non parlo.  Lo dico ad Allegri. Vedere moneta (i risultati ), dare cammello (il commento) ....