Gli eroi in bianconero: Guido MARCHI

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
28.09.2014 10:18 di  Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Guido MARCHI
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Detto Marchino per distinguerlo dal più anziano fratello Pio, era nato a Carmagnola il 21 settembre 1896. Nel 1913, all’età di diciassette anni, aveva già indossato la maglia bianconera. Era stato alunno del San Giuseppe e poi del Sommeiller. Aveva una vitalità incredibile: dicevano che disputò tre partite in un giorno, una al mattino e due al pomeriggio, senza usufruire del massaggiatore e senza essere stato in ritiro collegiale. Come arrivò alla Juventus, Guido Marchi partecipò subito ai campionati di Terza Categoria. L’anno successivo, il 1914, prese parte al campionato riserve che sfuggì alla Juventus, dopo una palpitante partita con il Casale sul campo neutro dell’Asti; l’incontro venne perduto per 1-0, ma i bianconeri terminarono con soli 9 uomini, avendone perduti due a causa di incidenti. Prima ancora che la stagione terminasse, Marchino era già in prima squadra ed il suo debutto avvenne contro il Savona F.C. Nel 1916/17 partecipò a 2 partite regionali, Piemonte contro Lombardia, di cui uno finito alla pari e l’altro vinto per 2-1.
Nel 1920 altra gara interregionale, quella nella quale il Piemonte sconfisse per 3-2 la Liguria dopo una lotta ad oltranza: l’incontro durò, infatti, due ore e mezza.

Ormai Guido Marchi poteva essere considerato un autentico campione e che fosse degno di tanta considerazione lo testimoniano quanti lo videro all’opera nei campionati 1920/21 e seguenti. Era un centrosostegno (giocava anche laterale e persino all’ala sinistra) cioè, non limitava la sua prestazione al lavoro di sbarramento e di rottura: era un muro, ma anche un trampolino. In lui la quadratura atletica non era solo l’apporto che la sorda efficienza fisica può dare al rendimento generale del giocatore in virtù del vigore, intrepidità e resistenza. Alla quadratura atletica si aggiungeva un assai sviluppato contributo di doti tecniche per cui era in grado di trasformarsi in vero e proprio regista della squadra.
Per non sapere colpire di testa, dopo ogni partita rientrava pieno di bernoccoli. Ma non si arrendeva. E quando si mette al pianoforte e si mette a cantare, riemerge la Juventus di allora, bella come una fanciulla: «La gioventù di cui portiamo il nome ci pulsa appien nei muscoli e nel cor sappiam goder ma pur sappiamo come si debba oprar sui campi dell’onor».
Nei 4 campionati che disputa con la maglia bianconera, totalizza 41 presenze e realizza 2 goal.