Vivere come se non fosse Buffon. La condanna di essere il migliore

19.10.2016 07:30 di  Gianmaria Di Candia  Twitter:    vedi letture
Vivere come se non fosse Buffon. La condanna di essere il migliore
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© foto di Federico De Luca

Come se non bastassero vent’anni di carriera sempre al top, come se non avesse mai alzato al cielo una Coppa del Mondo vincendola da protagonista, come se non avesse mai vinto decine di partite da solo, come se non fosse il più forte portiere della storia del calcio. Questo è stato il duro destino di Gianluigi Buffon, sempre costretto a dimostrare di volta in volta di essere semplicemente sé stesso. Il numero 1.

Meglio Buffon o Pagliuca? Meglio Buffon o Kahn ? Meglio Buffon o Dida? O Casillas? O Cech? O Neuer?” Il capitano azzurro è stato per due decadi (e lo è tuttora) metro di paragone per individuare chi fosse il miglior portiere al mondo. Chiedetevi il perché. Per Gigi la risposta a questo quesito non è mai stata importante, ha sempre lavorato con l’umiltà e la sicurezza nei propri mezzi che solo un grande campione possiede, guadagnandosi il rispetto di tutti i colleghi e gli addetti ai lavori.

Pensate un po’ ha anche commesso qualche errore, perché sì, sebbene non sembri, è umano anche lui. Ma questo i suoi detrattori lo sanno benissimo. Quando ti chiami Buffon, tutto ciò che di positivo produci diventa dovuto e scontato mentre ogni (raro) svarione diventa l’occasione per cercare di distruggere l’immagine di un uomo maledettamente condannato dalla sua stessa bravura. Troppo copiosa è stata la pioggia di critiche che il capitano bianconero ha dovuto subire nel corso del tempo e soprattutto in questa sua ultima parte di carriera, a cui, però, ha sempre risposto con prestazioni stratosferiche come quella di ieri sera in Champions League contro il Lione. Un Lione domato da un leone che a fine partita ruggisce e mostra tutto il suo orgoglio: “"Al funerale non c’è nessuno, che vadano al funerale: ho già detto spesso, senza presunzione, di essere già di mio molto autocritico. E non ho bisogno di sentire la spocchia degli altri, che mancano di rispetto alla carriera e allo spessore di una persona". 

Al funerale non c’è nessuno Gigi, è vero, ma perché non c’è né mai ci sarà un funerale.

Le leggende non muoiono mai.