UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO ...PER SETTE!

21.09.2018 12:30 di  Caterina Baffoni   vedi letture
UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO ...PER SETTE!
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© foto di Imago/Image Sport

L'attesa era davvero grande, non tanto per l'esordio in Champions di Madama quanto per quello  di CR7 con la maglia della Juventus. Ci aspettava che il lusitano la prendesse per mano con tutta la sua classe agonistica verso il trionfo, ed invece abbiamo assistito a qualcosa di insolito. Diremmo oggi, incredibile. Sì, perchè a parti invertire, questa volta, è stata la Vecchia Signora a dover asciugare le lacrime e a tendere la mano al fenomeno portoghese  dopo una sanzione inspiegabile da parte dell'arbitro capace di macchiargli le sue "pure" 154 presenze in territorio europeo. 

 

E' stata la testimonianza di una squadra più forte delle circostanze. Più forte delle avversità, senza il più forte. La Juve, in dieci uomini, ha saputo strappare il pass per la maturità europea. E' pronta, anche da sola. Figuriamoci con un marziano in più. 

A consolare l'asso lusitano, però, è stato il risultato finale. Madama, seppur in quella inspiegabile inferiorità numerica, ha saputo espugnare il Mestalla con determinazione, spedendo così un messaggio esplicito e ben chiaro all'Europa che conta: la Signora c'è, e poi come. Ma c'è soprattutto la solidità di un centrocampo che ritrova in Pjanic un punto fermo a cui affidarsi, che su rigore per due volte non perdona l'ex Neto. Il carattere bianconero non lo si scopre di certo a Valencia, per quella che è stata una notte impreziosita da un carattere da "leoni" dove non sembra patire qualunque decisione: testa china e si pensa a giocare, a vincere. Probabilmente i più si sarebbero lasciati travolgere da una sonora imbarcata in uno stadio bollente ma la Juventus no, sa come si reagisce e lo ha fatto nel migliore dei modi. 

Ottima anche la prestazione di Cancelo che si sta mostrando sempre più astro nascente di questa squadra. Superba anche la prestazione della retroguardia, con capitan Chiellini che non sbaglia un intervento.

Le note negative, tuttavia, alle quali dovrà far riferimento il tecnico bianconero sono quelle di una mira imprecisa e dei problemi con l'infermeria. Da valutare, infatti, sono le condizioni di Khedira e Douglas Costa, ma quest'ultimo, pronto a scontare quattro giornate di squalifica in campionato, avrà tempo per recuperare anche energie mentali senza forzare. 

Al Mestalla, Max ha potuto raccogliere segnali significativi e positivi soprattutto da parte dei suoi esterni, con un'altra ottima gara disputata dal trentatrè di Carrara: Bernardeschi. L'esterno toscano ha superato brillantemente l'importante esame spagnolo: una prova totale e impreziosita dal suo contributo pronta a consolidare le certezze dell'allenatore. Se in termini di reti, realizzando i due rigori,  Pjanic s'è contraddistinto per precisione e personalità, Bernardeschi ha dimostrato di essere un giocatore di livello assoluto. E i miglioramenti, dall'alto delle sue ventiquattro primavere, certamente non mancano così come quelle di Cancelo, sempre più inserito nei meccanismi e nei rodaggi bianconeri.

Max si affida e si fida quindi totalmente dell'ex Fiorentina tanto da avergli attribuito in questo avvio di stagione un posto prestigioso nelle gerarchie offensive, le cui risposte sono state finora incoraggianti: qualità e quantità capaci di ampliargli anche gli orizzonti tattici, facendolo diventare un elemento affidabile per tutti i sistemi di gioco con la capacità di "giganteggiare"  come ala dove ha potuto sfoggiare un repertorio sopraffino anche in quel di Valencia.

Una menzione speciale però, va fatta anche per Szczesny, che al fotofinish dimostra di essere anche un abile stratega sui penalty. E pensare che proprio Gigi Buffon aveva finito la sua storia juventina di Champions subendo un rigore in Spagna, laddove proprio il portiere polacco invece ha cominciato la sua era parandone uno, allestendo così quasi un rito di iniziazione. I compagni che lo hanno circondato per abbracciarlo, non si sono solo complimentati, ma lo hanno riconosciuto e accettato come degno successore.

 Non a caso le quattro palle-gol della Juventus nei primi venti minuti hanno segnalato uno spirito nuovo, un nuovo coraggio che in Europa alla fine dei conti, paga.

 In passato, contro avversari anche più modesti del Valencia, Madama ha osato molto meno. Pur senza colpe, CR7 ora si sente in debito con i compagni che lo hanno aiutato a rialzarsi, e quella scena con tutti loro attorno al sette bianconero pronti ad incoraggiarlo è stata la fotografia perfetta di un gruppo indomito, consapevole dei propri mezzi e fortemente unito. 

Una scena che ha saputo rappresentare l'essenza dello sport e dei suoi valori: lacime, sacrificio e aiuto. Platini un giorno disse:"il calcio prolunga l'infanzia". Frase eternamente vera, per chi racchiude i propri sogni e i propri sacrifici nella forza delle lacrime. Probabilmente il segreto di una mentalità vincente, è racchiusa tutta qui.

 Un "uno per tutti e tutti per uno" moltiplicato per sette, per quel sette.

 E, dopo aver visto come ne è venuta fuori la Juve, vincendo e convincendo contro un avversario ostico e contro una sorte avversa per la piega che il match aveva preso, Cristiano si sarà convinto definitivamente di non essere capitato in una squadra da soccorrere dall’alto della sua classe magnetica, ma in una squadra già pronta, di eccellenza qualitativa, di uomini di spessore umano e di cui ora dovrà dimostrarsi degno e di esserne l'ambasciatore per  lasciare il suo personale segno indelebile anche in questa nuova avventura bianconera. 

ll destino, sempre lui, sembra aver dato il suo primo verdetto: se si vuole battere questa Juventus si deve lottare, si deve essere perfetti ed in ogni caso la parola finale l'avrà comunque sempre lei.