Evelina Christillin: "Perché Lotito continua imperterrito a prendersi calci non solo metaforici da torme di tifosi imbufaliti"

21.04.2014 15:30 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Evelina Christillin: "Perché Lotito continua imperterrito a prendersi calci non solo metaforici da torme di tifosi imbufaliti"
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© foto di Marco Giglio/Image Sport

Evelina Christillin, a huffingtonpost.it parla di Lotito: "Sabato pioveva tantissimo, qui in Piemonte come a Roma, per cui, prima di affrontare live la partita della Juventus allo stadio sotto il diluvio, ho preferito rimanere chiusa in casa a guardarmi un po' di calcio in televisione, soffermandomi proprio sul match dell'Olimpico tra Lazio e Torino. Partita strana, ricca di colpi di scena, con finale da brividi e gol a tempo scaduto delle due squadre, che hanno poi concluso l'incontro con un 3 a 3 poco utile a entrambe in prospettiva Europa League. Però, mentre assistevo alle azioni di Immobile, Candreva e compagni, non riuscivo a distogliere lo sguardo da un altro immobile, di fatto più che di nome: il presidente biancoceleste Lotito, modello statua di sale sul suo scranno, apparentemente indifferente a qualunque cosa avvenisse sul campo, circondato da pretoriani altrettanto rigidi e persi nel loro imperscrutabile mondo parallelo. Così, affascinata da quei replicanti surreali, il pensiero ha cominciato a correre in libertà e mi sono ricordata di una trasmissione televisiva a cui avevo partecipato qualche settimana fa, dove un commentatore, ex giocatore laziale, in modo apparentemente innocuo mi aveva chiesto notizie sul nostro presidente bianconero; ovviamente, sia per amicizia personale, sia per stima professionale sincera, non ho potuto che tessere le lodi di Andrea Agnelli, ricordando il suo coraggio nel mettere la faccia in polemiche a volte non gradevoli ma necessarie al morale di squadra e società, oltre ai risultati sportivi straordinari ottenuti negli ultimi tre anni, e alla capacità di "bucare" il cuore e la pancia dei tifosi. A quel punto, il campione laziale non ha più retto e si è scatenato in una geremiade degna della Commedia dell'Arte, ululando che il dolore che gli provocavo era infinito, perché lui, e altre miriadi di aquilotti furenti e intristiti, avrebbero sognato di poter dire le stesse cose del loro presidente, che invece...e giù una serie di giudizi irripetibili. Così, la faccia marmorea del sor Claudio sotto il diluvio prepasquale, oltre a rievocare le dichiarazioni di cui sopra, mi ha fatto sorgere spontanea una domanda: PERCHE'? Perché Claudio Lotito, che oggi non celebra i natali di Roma ma i quasi dieci anni di proprietà e dirigenza laziale, continua imperterrito a prendersi calci non solo metaforici da torme di tifosi imbufaliti, neanche li avesse portati per una decade in trasferta all'inferno, invece che sui campi della serie A? Perché si lascia sfottere da giornalisti e comici per i suoi contorti fescennini, risultando qualcosa a metà tra Trilussa, Pasquino e Plauto, invece di ribattere che lui il liceo classico l'ha proprio frequentato, e che ha pure preso regolarmente una laurea? Perché si lascia definire Lotirchio, e altri epiteti meno eleganti, dopo aver cacciato un bel po' di soldi per comprare la squadra (epica la sua dichiarazione del 2004, circa l'aver acquistato un cadavere, e averlo portato al coma irreversibile, in attesa fiduciosa di quello vigile), e a momenti si fa menare per aver ceduto Hernanes all'Inter, con l'obiettivo di far cassa e tenere i conti in ordine? Perché accetta che i tifosi lo contestino al punto di non presentarsi in Curva Nord, per guardarsi insieme la partita sull'aventino furente di Ponte Milvio, intonando cori spaventosi al suo indirizzo? Perché manda il direttore sportivo, per di più svantaggiato dall'impopolare nome di una tassa senza la S (Tare), a giustificarsi in televisione con contorcimenti verbali degni di un boa constrictor, e fa immolare anche Reja nel vortice del linguaggio oscuro, da cui emerge chiaramente solo " che è logico beccarmi i fischi, perché sono l'uomo del presidente"? Insomma, manca giusto la pira comune a completare l'autodafé apicale! Concludendo, aldilà delle amicizie altolocate, dei favori politici, di qualche scivolone giudiziario con immediata protezione, delle parentele rampanti, di una poltrona -non sempre comodissima- in Lega, mi verrebbe da chiedergli: ma Claudio, chi te lo fa fare? Cosa ci guadagni a farti insultare da cinquecento settimane, e nemmeno gratis? Sei per caso un po' masochista? Devi scontare qualche peccato di gioventù? Hai fatto un fioretto a san Romolo, che protegga anche te e non solo i giallorossi? Io risposte non ne ho, però posso volentieri metterti a disposizione alcune frasi in latino, la tua lingua prediletta, in modo da offrirti una dotta via d'uscita a questo tormentato calvario presidenziale, a te la scelta, :  1) ad impossibilia nemo tenetur.

2) nemo propheta in patria. 3) primum vivere, deinde philosophari."