Radio Rai in sciopero: domani saltano le dirette delle gare di Serie A, anche Juventus-Milan

26.04.2024 15:30 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
Radio Rai in sciopero: domani saltano le dirette delle gare di Serie A, anche Juventus-Milan
TuttoJuve.com

Domani, sabato 27 aprile, “Tutto il calcio minuto per minuto”, il famoso e storico programma di Radio Rai, non andrà in onda. Una situazione senza precedenti che diventa ancor più significativa in considerazione del centenario della Radio.

Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere dello Sport, il motivo di tale assenza è un doppio sciopero, che comporterà il mutamento della programmazione televisiva e radiofonica. Questo atto di protesta è motivato da un piano industriale che prevede la fusione della redazione sportiva del giornale Radio Rai con quella televisiva di RaiSport, coinvolgendo anche Gr Parlamento e Rai Parlamento.

Nella giornata di domani, non saranno trasmesse le partite di Serie B e Serie A, inclusi i match Juventus-Milan alle 18 e Lazio-Verona in serata. Anche la radiocronaca della Sprint della MotoGP da Jerez sarà interrotta. Si tratta di un duro colpo per coloro che sono abituati ad ascoltare gli eventi sportivi in radio, che considerano questo mezzo come un fedele compagno di viaggio. Questa protesta mira a mettere in evidenza un’operazione che molti non comprendono appieno nei suoi dettagli. La Radio è un mondo a sé stante, con un linguaggio e un’identità distinti rispetto alla televisione.

Filippo Corsini, caporedattore centrale dello sport radiofonico, ha commentato così tutta la vicenda: «Togliere l’informazione sportiva a Radio Rai è un fatto epocale. Noi non siamo contrari per principio alla cosa, ma chiediamo un confronto con l’azienda per capire le motivazioni. Se dobbiamo parlare di sinergie, parliamone. Radio e Tv sono diverse, binari paralleli, negli anni noi abbiamo acquisito una storicità del nostro essere».

«Ora non capiamo il senso di questo cambiamento. Abbiamo sempre trasmesso tutto, dalla Serie A alle Coppe europee, dal Sei Nazioni alla F1, dalla moto al ciclismo, perché i nostri diritti costano meno e ci sono sempre stati garantiti. Sarò sempre aziendalista, ma non spegnerò io “Tutto il calcio”: se dobbiamo cambiare spiegateci il perché», ha concluso.