Marchetti su TMW: “Nuovo fair play finanziario, nuova via per la stabilità”

07.04.2022 07:30 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Marchetti su TMW: “Nuovo fair play finanziario, nuova via per la stabilità”
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© foto di Federico De Luca

Il collega di Sky Sport Luca Marchetti si occupa di Fair Play Finanziario nel suo editoriale settimanale per Tuttomercatoweb. Le sue parole:

"Per pensarlo ci hanno messo più di un anno, ma da oggi prenderà il via il nuovo FFP, anzi per meglio dire sarà il nuovo progetto di “sostenibilità finanziaria”. Cosa cambia: un bel po’. Intanto si dovrà stare attenti allo stato patrimoniale e ai debiti (e non soltanto alle spese) e poi da oggi in poi se sgarri le regole le conseguenze saranno note, senza patteggiamenti o discrezionalità.
L’obiettivo - come era anche quello del FFP - non è quello di rendere più equilibrato il torneo continentale (e quindi la Champions League) o di rendere più competitive più squadre. Ma di rendere il sistema calcio (almeno nel suo complesso) sostenibile. Si gioca tutti secondo le stesse regole. Poi se hai più soldi, sei più forte e vinci, va bene lo stesso.

Cosa cambia? Presto detto. Come abbiamo cercato di spiegare all’inizio ci sarà maggior attenzione ai debiti (da pagare) e ai costi. Perché è su proprio questo che si concentra il lavoro della Uefa in questi mesi: limitare i costi per riuscire ad avere conti in ordine (senza debiti).
Per evitare che ci siano debiti pendenti ci saranno 4 controlli annui. E se in un uno di questi controlli (marzo, giugno, settembre e dicembre) non risulterà pagato un debito si dovrà provvedere entro la scadenza successiva. Altrimenti scattano le sanzioni. Già preordinate. E se non paghi le rate di un giocatore comprato verrai escluso dai tornei. (Postilla: questa norma potrebbe essere anche mutuata dalla Figc in maniera tale da eliminare la fideiussione, necessaria in Italia, per garantire il costo del trasferimento. Con la modalità Uefa ci si fida: ma se non paghi sei fuori. Potrebbe essere una garanzia migliore addirittura di una fideiussione. Che in più di un caso è stato un deterrente per i trasferimenti in Italia).

L’altra cosa importante che cambia e che comporterà certamente delle conseguenze importanti è il tetto fissato per la spesa: si può spendere al massimo il 70% dei ricavi e se sfori, paghi. Si parte da multe (in relazione alla violazione) fino ad arrivare a sanzioni sportive (restrizione rosa, divieto di utilizzare acquisti, penalizzazione ed esclusione). Senza settlement agreement o commissioni giudicanti. Una tabella, insomma. Ma non è solo la “certezza della pena” la grande novità. Ma il tetto di spesa. Prima il 70% era relativo al rapporto stipendi ricavi. Ora è spese ricavi. Tutte le spese relative alla costruzione della rosa (sitpendi, ammortamenti cartellini, commissioni). Prima la ratio era che potevi spendere quanto incassavi, ora no. Ora spendi il 70%, perché il rimanente 30% deve servirti per le spese di gestione e per eventualmente migliorie, settore giovanile ecc ecc. Posso sforare? Sì, certo. E si può sforare di più: si passa da 30 milioni (in 3 anni, poi con la promessa di rientrare) a 60 milioni. Ma bisognerà poi coprire le spese (che comprendono anche quelle che finora erano tenute fuori: proprio settore giovanile e spese virtuose).

Questa parte preoccupa un po’ i calciatori. E’ inevitabile che il costo più alto (e su quale oggi si può intervenire) è proprio il salario. Quindi immaginiamo che la forbice ci sarà proprio per questa voce. E che a fronte di incassi uguali, scenderanno del circa 30% gli stipendi dei giocatori (oltre che i cartellini). Non sarà una strada facile da percorrere. E infatti la regola del 70% non arriverà subito ma gradualmente: prossimo anno 90%, poi 80% e infine 70%.
Per le squadre italiane, anzi per alcune delle squadre italiane, la sfida sarà molto complessa. Come abbiamo avuto modo di vedere ridurre le perdite del calcio italiano non sarà una passeggiata. Così come ridurre i costi. Ma quello che non sono riusciti a fare tutti i presidenti (o le proprietà o le dirigenze) ora lo impone la Uefa. Altrimenti in punizione".