QUELLE PAROLE DI GAETANO SCIREA ED IL RITORNO DELLA JUVENTUS...

09.05.2012 08:00 di  Thomas Bertacchini   vedi letture
QUELLE PAROLE DI GAETANO SCIREA ED IL RITORNO DELLA JUVENTUS...
TuttoJuve.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

A volte accade che quando il presente non è all'altezza delle aspettative ed il futuro mostra più incertezze del solito, per proseguire il proprio cammino molti di noi si aggrappano ai ricordi felici del passato.
Il rischio, concreto, è quello di non riuscire più a staccarsi da loro, restandone imprigionati.

Succede anche nello sport, dove non di rado capita che le motivazioni indispensabili per raggiungere traguardi prestigiosi scompaiono di fronte alle prime difficoltà, allorquando si finisce col cercare conforto nella storia allontanandosi così dalle idee che avevano dato origine alla nascita di un qualcosa di nuovo.

Per restare nel mondo del calcio nostrano ed averne un esempio immediato basti pensare a tutte le spedizioni della nazionale azzurra successive alla vittoria nel mondiale disputato in Spagna nel 1982: durante ognuna di loro ci sono stati continui tentativi da parte degli organi di stampa di rievocare situazioni, ormai irripetibili, che potessero ricreare lo stesso clima vincente.
Gira e rigira l'obiettivo venne finalmente centrato nel 2006, durante quel terremoto che distrusse la grande Juventus creata dalla Triade, a sua volta scelta da Umberto Agnelli per metterla al timone del club.

A proposito della Vecchia Signora, all'epoca dei fatti in questione la domanda sorse spontanea: Calciopoli distrusse solo "quella" Juventus, oppure "la" Juventus?
E poi: quanti anni si sarebbero dovuti attendere per rivederla nuovamente primeggiare in Italia ed in Europa?

Quando Andrea, il figlio del Dottore, venne nominato Presidente bianconero scattarono immediatamente i paragoni con il padre e gli altri illustri predecessori della stessa stirpe: basterà il nome "Agnelli" a riportare Madama dai suoi tifosi?

Scelto Luigi Del Neri come allenatore del nuovo corso, una volta arrivato a Torino il tecnico dichiarò che avrebbe preso come riferimento lo spirito battagliero mostrato dalla Juventus degli anni settanta del secolo precedente, una formazione costruita da Giampiero Boniperti dietro la scrivania e plasmata sul campo da un giovanissimo Giovanni Trapattoni. Quella squadra conquistò al primo colpo lo scudetto dei record nella stagione 1976/77 (con il punteggio di 51 punti su 60 a disposizione, la vittoria ne valeva due) e trionfò in Coppa UEFA grazie ad una rosa composta esclusivamente da giocatori italiani.

Fallito l'esperimento, a causa dell'ennesima rivoluzione bianconera il suo posto è stato preso da Antonio Conte, tornato sotto la Mole nelle vesti di allenatore: con addosso la maglia bianconera, quando in panchina sedeva Marcello Lippi, aveva fatto incetta di trofei. Alle prime uscite positive della sua Juventus la fantasia degli addetti ai lavori iniziò subito a volare alto: riuscirà a conquistare scudetto e coppa Italia esattamente come capitò al mister viareggino al suo esordio nel 1994/95?

Fatto suo il tricolore, alla formazione guidata da Conte manca una vittoria per centrare anche l'altro trofeo, da ottenere nella finalissima che disputerà a Roma contro il Napoli di Walter Mazzarri (20 maggio). Proprio la squadra campana venne indicata nello scorso mese di ottobre 2011 da Giovanni Trapattoni come la favorita per lo scudetto. Durante quell’intervista, resa in esclusiva per la "Gazzetta dello Sport", non mancò di elogiare pure il tecnico di Madama:  "E' incazzoso come lo ero io a 37 anni. Buon segno. Mi piace quando paragonano Conte al primo Trapattoni. Antonio ha vinto tutto con la maglia della Juve e sta trasmettendo ai giovani e ai meno giovani questa voglia di essere davanti a tutti che è nel dna della società bianconera".

Prima dell'incontro col Napoli, però, a Madama resta da giocare una gara di campionato, utile a certificare la sua imbattibilità stagionale in serie A: quella con l'Atalanta, club nel quale allenarono in passato Lippi, Conte e sulla cui panchina si sarebbe dovuto sedere anche lo stesso Trapattoni, se Boniperti non avesse puntato con estrema decisione su di lui.
Nel corso degli anni molti calciatori hanno compiuto la tratta tra Bergamo e Torino alla ricerca della fortuna nel calcio che conta. Uno di questi un giorno dichiarò: "La Juve è un qualcosa di più di una squadra, non so dire cosa, ma sono orgoglioso di farne parte".

Il suo nome era Gaetano Scirea. Queste parole ed i suoi insegnamenti sono e saranno sempre d'attualità.
A maggior ragione adesso che la Juventus è tornata dai propri tifosi.