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Condò: "Juve, su Sarri non deve decidere il Lione. Partita infida ma non proibitiva"

di Rosa Doro

Nel suo editoriale per La Gazzetta dello Sport, Paolo Condò ha parlato così dell'impegno in Champions della Juventus: "Il prologo di Champions chiamato a qualificare le quattro squadre mancanti alla final 8 di Lisbona vedrà in campo, fra stasera e domani, tre formazioni che hanno da poco vinto il loro scudetto: Bayern, Juventus e Real Madrid. Sono indicate in base a una difficoltà crescente, ovvero il Bayern è praticamente già passato (ha vinto 3-0 l’andata in casa del Chelsea), la Juve ha un test infido ma non proibitivo col Lione (parte dallo 0-1), mentre al Real è richiesta l’impresa epocale di ribaltare in casa del terribile Manchester City la sconfitta (1-2) subita al Bernabeu. Si è detto più volte di un tabellone sbilanciato, con le quattro già qualificate assai meno titolate di chi ancora cerca un posto al sole: nella speranza che a emergere dal lato debole sia l’Atalanta, analizziamo adesso le potenze in campo nel lato forte. A partire da una Juve di cui si sta chiacchierando troppo.Al di là di simpatie e antipatie che non ci riguardano, sulla Juve pesa la promessa tradita di una rivoluzione tattica. Ciò non toglie che Maurizio Sarri abbia vinto ciò cui era obbligato, lo scudetto, guadagnando il diritto di giocarsi sereno ciò che gli è stato chiesto, la Champions League. Ma se è vero che nello spogliatoio la sua presa non è ancora ferrea, certo non la rafforza la ridda di nomi pronti a subentrargli in caso di flop col Lione. E se elimina i francesi, che cosa succede ai quarti, si rigioca di nuovo tutto? È giusto pensarci oggi, prima di un impegno delicato, ma nel quale la Juve non può non partire favorita, perché una volta dribblato l’ostacolo si sa come vanno a finire queste storie, “erano invenzioni dei giornalisti”. Eh no. Come insegna proprio Conte, il corso del fiume scorre sempre da monte a valle. Juve-Lione è la classica partita nella quale chi può contare su Cristiano Ronaldo dovrebbe sentirsi ragionevolmente tranquillo, perché anche in caso di match equilibrato la superiore qualità del singolo prima o poi si farà valere". 


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