La politica miope di chi ha voluto tutto e subito (e troppo)
La prima pagina di AS di oggi è un colpo al cuore. Difficile dire diversamente, perché che Dean Huijsen fosse forte lo sapevano tutti. Ma proprio tutti tutti, nessuno escluso. Che però dopo una stagione al Bournemouth - che non è il Manchester United - il Real Madrid sia già pronto a un investimento da 60 milioni, ecco, forse non in tanti ci avrebbero creduto. "Sappiamo che ha la personalità di giocare per noi", il virgolettato che un insider dei Blancos ha consegnato alla testata madrilena.
È chiaramente il simbolo di una politica miope. Quella di avere dei giocatori in casa e venderli per le plusvalenze. Per avere una squadra istantanea, cedendo giocatori che in previsione futura possono essere dei top per prendere i soldi e provare a costruire un qualcosa per il tutto e subito. Certo, si potrebbe dire che per Soulé non è andata così, che dopo un anno venderlo a 30 milioni sia stato un qualcosa di buono. A parte le cifre che sono differenti - visto che Huijsen ne è costato circa 15 con i bonus - in quel ruolo hai deciso di puntare forte su Nico Gonzalez, Koopmeiners, Conceicao.
In difesa no. Kalulu è stato preso per il rotto della cuffia, poi c'erano Bremer e Gatti, più Danilo. Il primo si è infortunato, Gatti nelle ultime partite è stato messo da parte, Danilo trattato malamente. Così a gennaio hai dovuto prendere Renato Veiga, cinque milioni di prestito, più Kelly, che costerà circa 17 milioni con il riscatto (sempre che la Juventus arrivi in Europa). Sarà di insegnamento?