LA JUVE E QUEL LONTANO 26 AGOSTO 2010...

Il 26 agosto la Juventus chiudeva la "pratica" Sturm Graz, accedendo ai gironcini di Europa League. Con Amauri e Iaquinta infortunati, Diego partito e Trezeguet con la valigia in mano. Poi arrivò la notizia dell'acquisto di Quagliarella...
08.12.2010 18:00 di  Thomas Bertacchini   vedi letture
LA JUVE E QUEL LONTANO 26 AGOSTO 2010...
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© foto di Carmelo Imbesi/Image Sport

Nella gara disputata allo stadio "Olimpico" contro lo Sturm Graz il 26 agosto scorso, Del Piero chiuse i conti con gli ospiti segnando un goal bellissimo (destro sotto l’incrocio dei pali dopo aver dribblato un avversario ed eluso l’intervento di un secondo), grazie al quale spinse la Juventus nei gironcini dell’Europa League. Gli austriaci, sconfitti nella gara di andata dello spareggio per 2-1, si erano resi protagonisti di alcune azioni pericolose, colpendo un palo con Szabica e dimostrando di non sentirsi ancora definitivamente esclusi dalla manifestazione.

La palla arrivò al capitano bianconero da un lancio di Felipe Melo, che proprio in quella partita dimostrò di essere il fratello buono del giocatore che si era presentato a Torino l’anno precedente. Durante l’incontro, dopo aver contribuito in maniera decisiva a sventare un pericolo nell’area di rigore juventina, esultò come se avesse realizzato il goal della vita. La scena fu simile a quella vista nella vittoriosa trasferta a "San Siro" contro il Milan del 30 ottobre scorso.

Il pubblico bianconero era frastornato: orfano di Diego, con Trezeguet non convocato per la gara e con la valigia in mano, si aggrappò all’ancora trentacinquenne leader della Vecchia Signora per scacciare le paure di un nuovo fallimento dopo quello della gestione targata Jean Claude Blanc. Passavano gli anni, così come gli avversari e i compagni di squadra, ma Del Piero c’era. Sempre. Ciliegina sulla torta: Amauri, verso la fine del primo tempo, avvertì un fastidio alla coscia sinistra. Per precauzione Del Neri lo fece uscire, nella speranza di poterlo recuperare per la sfida contro il Bari della domenica successiva, prima tappa del campionato. In giornata si era sparsa la voce di un forte quanto improvviso interessamento della Juventus per Fabio Quagliarella. Accantonata l’ipotesi Di Natale, sembrava essere lui il prescelto per arricchire il parco attaccanti che - complice l’infortunio di Iaquinta - si candidava ad essere il reparto più debole dei bianconeri.

Sempre in quel 26 agosto si svolsero i sorteggi dei gironcini della Champions League. Il presidente dell’Inter Moratti, conscio della forza della propria squadra, si era mostrato preoccupato soltanto dalla imminente finale della Supercoppa Europea che i nerazzurri avrebbero dovuto disputare il giorno successivo contro l’Atletico Madrid: "Io e Rafa ci teniamo molto a battere l’Atletico".
Persero 2-0.

Qualche ora prima di quella gara, verso le 18.30, la Juventus ufficializzò l’acquisto di Quagliarella. Arrivò anche la notizia dello stop per Amauri di 25 giorni: lesione di primo grado al retto femorale della coscia sinistra. A Bari i bianconeri si presentarono con due soli attaccanti di ruolo: la punta originaria di Castellamare di Stabia e Alessandro Del Piero. Marotta, intanto, a Vinovo presentava il nuovo centrocampista Aquilani, mentre su "Sky", nel corso di una bellissima intervista rilasciata da Andrea Agnelli, il Presidente juventino dichiarò: "quando è arrivato Marotta abbiamo fatto una riflessione: Del Neri è il miglior allenatore che potremmo avere in questo momento, quindi la scelta è ricaduta su di lui".

L’attenzione generale, però, venne catalizzata dalla notizia dell’acquisto da parte del Milan di Zlatan Ibrahimovic, l’uomo degli scudetti vinti sul campo: nell’arco di pochi giorni si materializzò il suo ritorno in Italia. Nella griglia delle ipotetiche favorite per il tricolore i rossoneri spiccarono il volo verso le primissime posizioni. L’arrivo a Torino di Quagliarella passò quasi inosservato: alla Juventus oltretutto serviva ancora un attaccante di peso, robusto fisicamente, visto i continui problemi muscolari a cui erano soggetti i compagni di reparto.

Oggi Amauri è infortunato, Iaquinta sta ritrovando la migliore condizione (ottima la sua partita contro il Catania), l’apporto di Del Piero - quando chiamato in causa - continua a non mancare. Mai. E Quagliarella? Per lui parlano i goals, i numeri, le sue prestazioni. Ibrahimovic ha messo le mani sul campionato, anche se la presa - dopo appena quindici giornate - non può essere ancora sicura.

La Juventus è la squadra che ha segnato più reti in serie A, è ormai uscita dall’Europa League e la società è comunque consapevole di poter rinforzare il reparto offensivo con l'acquisto di una nuova punta. Inutile ripetere le caratteristiche, ormai lo sanno anche i muri. Dopo la doppietta realizzata a Catania lo stesso Quagliarella si lasciò andare a questa considerazione: "Perché dove gioco io cercano sempre punte? A gennaio ci rinforzerà Amauri".

Sembra siano trascorsi anni, da quel 26 agosto. In realtà sono passati poco più di tre mesi. Con il lavoro quotidiano, dentro e fuori dal campo, la Vecchia Signora è uscita fuori dalla difficile situazione nella quale si era trovata in estate. La sua crescita non è stata accompagnata da proclami, ma soltanto da una continua ricerca da parte dei giornalisti di strappare a Del Neri un qualcosa che andasse oltre i suoi bicchieri "mezzi pieni". Usciti da quel seminato, ecco pronti articoli a ripetizione sui quali aprire discussioni per qualche giorno. La Juventus, però, non si deve fermare a queste ritrovate certezze: la strada è giusta, ma c’è ancora tanto, tantissimo da lavorare affinchè possa tornare ai precedenti livelli di eccellenza sportiva. La speranza è che a gennaio non si presenti alla sessione invernale del calciomercato soltanto per guardare le vetrine, ma che entri dentro ai box delle trattative per comprare.

Massimo Moratti, due giorni fa: "Contro il Werder Brema niente figure del cavolo". Rafael Benitez: "Mai fatte".
Hanno perso 3-0. Non tutto è cambiato in questi tre mesi.