Gigi il bullo

Oggi è morto Gigi Meroni. Lo so per puro caso. L’ha ricordato Laudadio, trovandogli una nicchia nel suo cimitero virtuale. Di Meroni so quel che sanno quelli come me, i nuovi vecchi allora neanche ancora nati. Meroni si può dire. Gigi il bullo. Come lo chiamate voi uno che vuol essere libero, libero da impegni in un mucchio di schiavi che tengono famiglia. Appunto. Un prepotente. Gigi due Maroni. E si, perché quella del morticino libero dal male, dal decadimento di chi resta, dalla rivoluzione e dalla Nazionale è una rottura ricorrente. Peggio del tradimento della Rivoluzione. Peggio persino delle pause per la nazionale. Gigi Meroni ha fatto il ’68. E no . E’ morto prima. Gigi Meroni ha anticipato il ’68. Solo al Torino potevano pensare di campare di fantasia al potere. Gigi Meroni il quinto Beatle. Si. Come Severgnini. Gigi Meroni un merolone di ragazzo triste. Come Boncompagni. Gigi Meroni che arriva al matrimonio vergine. No, vergine è la moglie di un altro che lui per non sposarla muore. Gigi Meroni che indica la strada. Solo ne sapesse il bianco e il nero, il bene e il male. Gigi che si rompe a terra come una farfalla. Tanto la ricaduta è solo nostra. Di quelli che devono restare. Lui era libero, persino di crepare.
Agnelli che in cielo lo vuole nella Juve. Glielo dice in mezzo ai baffi.
Senza Torino eri ancora vivo. Gli indica la strada.
Solo la sapesse attraversare.