DYBALA A GQ: "La Juve è come il Gladiatore. Ecco come è nata la dab-dance con Pogba. Il mio gol più bello? Quello al Sassuolo"

Intervista.
05.05.2016 15:00 di  Alessandro Vignati   vedi letture
DYBALA A GQ: "La Juve è come il Gladiatore. Ecco come è nata la dab-dance con Pogba. Il mio gol più bello? Quello al Sassuolo"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Intervistato da GQ, l'attaccante della Juventus Paulo Dybala ha parlato della sua prima stagione in bianconero e non solo. Ecco l'intervista completa.

Hai iniziato a calciarlo a Laguna Larga, il tuo paese. Quattro strade, una farmacia, un campetto. Com’è cambiata la tua vita ora che vivi in una metropoli come Torino?
È cambiata molto prima, in realtà. Quando avevo 15 anni mi sono trasferito a Cordoba, da solo, per giocare nell’Istituto. Cordoba è più grande di Palermo e Torino, quindi alle metropoli ero abituato. Il vero impatto è stata la partenza per l’Italia. Mi sono ritrovato a 11mila chilometri da casa a 17 anni.

A un cambiamento così radicale si resiste anche con gli svaghi. I tuoi sembrano essere davvero tranquilli: il mate con parenti e amici, la Playstation… A Torino se n’è aggiunto qualcuno?
Ho cominciato a giocare con i Lego. Li uso per rilassare la mente. Quando vengono a trovarmi i miei amici argentini, di tanto in tanto, ci divertiamo con il poker e guardiamo film e serie televisive.

A proposito, cinema e libri rientrano nelle passioni di Dybala?
Abito con la mia ragazza, facciamo una vita molto rilassata. Una o due volte alla settimana andiamo al cinema oppure usiamo Netflix. Ho “divorato” Narcos e sto seguendo Prison Break. Più raramente, ma leggo anche. Ultimo libro? Quello di Guardiola.

E se la grande rimonta della Juve dovesse essere un film, quale sarebbe?
Mi piace molto Il Gladiatore. Come noi, Massimo Decimo Meridio non iniziò bene. Gli ammazzarono la moglie e il figlio. Ma con la sua forza interiore è riuscito a uccidere il Cesare. Era quello che voleva, così come noi volevamo lo scudetto a tutti i costi.

L’Italia vuol dire anche moda. Dybala è un appassionato?
Quando ero in Argentina mi piacevano moltissimo le scarpe, ne avevo parecchie. In Italia ho dovuto ricominciare tutto daccapo perché questa è la nazione della moda, i compagni curano molto l’abbigliamento. Con il tempo sicuramente imparerò.

Quale musica suona nelle tue cuffie prima delle partite o nell’impianto stereo a casa?
A Cordoba ascoltiamo il Cuarteto, un generale musicale nato nella nostra città e che ci rappresenta. Mi piacionno molto anche il reggaeton e il rock argentino.

Nulla a che vedere con la Dab Dance, insomma. Com’è nata quell’esultanza con Pogba?
È roba di Paul, io gli sono andato dietro. Lui è sempre molto allegro, balla e canta. Un giorno, scherzando, ci siamo detti: “La prima volta che segneremo entrambi in una partita, esultiamo così”. È successo. E pare che sia piaciuto parecchio.

Con due o tre competizioni all’anno, avete sempre poco tempo per viaggi di piacere. Qual è l’ultimo posto visitato?
Sono stato due giorni a Malta. Purtroppo dobbiamo sempre fare toccate e fuga, anche perché chi viene dall’altra parte del mondo come me, quando ha lunghi periodi di vacanza, vola a casa per stare con parenti e amici.

Il posto dei sogni dove ancora non sei andato?
Adoro le mete tranquille, dove non c’è molta gente e ci si può rilassare. Caraibi e Maldive sono sicuramente due località segnate in rosso sul mappamondo.

E quello più bello già visto?
Sono innamorato di Roma e Parigi.

A proposito di bellezza, il tuo gol juventino che rivedi con maggior piacere.
Quello al Sassuolo, perché la palla è andata dove volevo io. Quando riesci a fare esattamente quel che hai in testa, sei contento.

E il più bello della carriera?
Difficile sceglierne uno. Il primo che mi viene in mente è quello dello scorso anno a Palermo contro il Genoa. È molto simile alla rete con il Sassuolo. Sono andato sul mio piede e ho cercato di piazzarla all’angolino, un gesto tecnico che mi piace tantissimo.

Lo stadio nel quale il cuore di Dybala vibra, escluso lo Juventus Stadium, ovviamente.
Mi sono emozionato molto nel tornare a Palermo. E poi il San Paolo, perché è lo stadio di Maradona: entrare e sentire la musica che ascoltava lui durante il riscaldamento, mentre si divertiva a palleggiare e a far giochetti, fa un certo effetto a chi come me è argentino e innamorato di Diego.