AQUILANI: "Finalmente sto bene, voglio ripagare la fiducia che mi ha dato la Juve. Roma? Non sono un traditore"

08.10.2010 11:45 di  Gennaro Viola   vedi letture
AQUILANI: "Finalmente sto bene, voglio ripagare la fiducia che mi ha dato la Juve. Roma? Non sono un traditore"
TuttoJuve.com
© foto di ALBERTO LINGRIA

Il centrocampista della Juventus, Alberto Aquilani, ha rilasciato due distinte interviste a Sky Sport 24 e al quotidiano "Il Messaggero". Ecco i passaggi principali....

AQUILANI A SKY SPORT:

"IO E LA JUVE STIAMO CRESCENDO" - "La squadra sta crescendo piano piano, la stessa cosa vale per me e sono contento. Come ho detto quando sono arrivato la Juve è una squadra che ha cambiato tanto e ci vuole tempo, ma piano piano i piccoli passi avanti si vedono".

"LA PANCHINA NON MI FACEVA PIACERE" - "Prime settimane in panchina? Non mi faceva piacere ovviamente, ma il tecnico ha fatto le sue scelte.

L'INCONTRO CON L'EX TECNICO BENITEZ E IL PASSATO A LIVERPOOL - "Che effetto mi ha fatto ritrovare Benitez? Mi ha fatto un buon effetto, ho avuto un buon rapporto nonostante un anno difficile per entrambi, abbiamo parlato un po' del Liverpool e poi abbiamo pensato alla nostra gara. Comunque vada il club inglese sarà un passaggio fondamentale della mia carriera. Non so se il passaggio societario puo' aiutare la Juve o il Liverpool a riprendermi". 

LA CONCORRENZA ALLA JUVE -  "Quando mi hanno chiamato mi hanno detto che avevano bisogno di un giocatore delle mie caratteristiche, la Juve ha grandissimi centrocampisti, tornare in Italia in prestito non era una scelta facile perché la concorrenza e' tanta". 

LA ROMA E IL PRESUNTO TRADIMENTO -  "Mi sono arrivati tanti messaggi quando son tornato – spiega Aquilani - ma colgo l'occasione per chiarire: si parla di tradimenti, di parole non vere messe sulla mia bocca. La verità è una ovvero ero un giocatore della Roma, sapevano che stavo bene lì, sono stato venduto a una cifra importante, sono andato via a malincuore e dopo un anno la Juve mi ha dato l'opportunità di tornare in Italia, ho colpo l'occasione ma la Roma ormai rappresenta il passato". 

14 NOVEMBRE, JUVE-ROMA - "Il 14 novembre Juve-Roma? E' ovvio che ci penso – continua Aquilani - magari per me sarà una partita diversa ma non mi pregiudica niente. Adesso sono un giocatore della Juve, devo fare bene con la maglia bianconera, per la società che mi paga. Lazio in testa? Adesso è ancora presto, stanno facendo un grande campionato, ma è presto. Juve può competere per lo scudetto? Penso che non sia giusto parlare di questo, pensiamo a fare bene partita dopo partita per poi tirare le somme. Secondo me ancora siamo un passo dietro. La Nazionale? Diventerà un obiettivo nel momento in cui riusciro' a giocare con continuita' con la Juve".
 


AQUILANI A IL MESSAGGERO:

Il Principino è tornato. E sorride di nuovo. Alberto ora sta bene fisicamente, è sereno. Ha voglia di spaccare il mondo e di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Ha scelto di raccontare la sua verità e per far tacere le malelingue. Una volta per tutte.  Aquilani, è tempo di mettersi tutto alle spalle?
«E’ tempo di rimettermi in gioco. Di far parlare il campo. Di dimostrare che sono ancora un giocatore importante. Voglio ripagare con gli interessi la fiducia che mi ha dato la Juve».

Contro Cagliari e Inter ci è riuscito?
«Posso migliorare. Non sono al cento per cento. Serve continuità».

L’infortunio è solo un brutto ricordo?
«Finalmente sto bene. Fa parte del passato».

Come la Roma?
«Si. Su questo però vorrei fare chiarezza».

Cosa si sente di dire ai tifosi giallorossi?
«E’ giusto che sappiano la verità e non che mi giudichino per quello che si sente dire in giro, a sproposito».

Qual è la verità?
«Non sono andato via io, ma è la Roma che mi ha ceduto».



Chi l’ha scaricata, Spalletti o la società?
«Spalletti con me si è comportato bene, è stato chiaro. Mi ha detto: la società mi ha chiesto gli incedibili, io gli ho risposto Totti, De Rossi e Pizarro. C’è un’offerta per te, di 20 milioni: se dipende da me ti tengo, se da loro ti vendono. Io ho parlato con i dirigenti, che mi hanno spiegato che avevano altri programmi. Mi sono messo l’anima in pace e sono andato al Liverpool».

Non è stato facile.
«E’ stato difficilissimo. Era tutto nuovo. Il campionato. Poi ero reduce da un’operazione. Non giocavo da mesi. La squadra andava male. Era un disastro. Con il tempo sono guarito. Ma Benitez non voleva rischiare. Stavo bene, ma giocavo a sprazzi. Meritavo un’altra chance».

Così è arrivata la Juve e non ha potuto dire di no.
«E’ successo tutto in un giorno. Ad Hodgson avevo chiesto di tornare in Italia se non avesse avuto intenzione di farmi giocare. Quando il Liverpool ha preso Joe Cole, mi hanno accontentato. La Juve è stata brava ad inserirsi ed io sono orgoglioso di essere in una delle cinque società più grandi del mondo. Chi dice che potevo tornare alla Roma, si sbaglia. Non c’erano le condizioni e poi non ci hanno mai pensato e provato».

Con il passare del tempo pensa che la rimpiangeranno?
«Me lo auguro. Ma per me stesso».

La crisi dei giallorossi se l’aspettava?
«Come mi ha sorpreso quando hanno fatto quella rimonta incredibile, così mi sorprendono adesso che sono dietro».

Il 14 novembre la Juve ospiterà la Roma a Torino. Se dovesse segnare, esulterebbe?
«No, non sarebbe giusto».

Perché ha scelto la maglia numero 14?
«E’ il giorno in cui è nato mio padre».

A proposito di genitori. Il papà della sua fidanzata, Michela Quattrociocche, è juventino. Sarà contento?
«Quando scoprì che sarei venuto a Torino, era fuori di testa».

Si vocifera che Marotta voglia riscattarla a gennaio?
«Di questo sono orgoglioso. Ma non ho fatto ancora nulla. Spero solo di continuare a stare bene e di giocare».

Fra i suoi obiettivi c’è anche la nazionale?
«Sarà solo una conseguenza se dovessi fare bene qui».

In Inghilterra era solo casa e allenamento?
«No, ho imparato a giocare a golf. E mi piace tanto».

Un giocatore del Liverpool da consigliare e Marotta?
«Glen Johnson. Senza mancare di rispetto a chi sta qui, dopo Maicon è il più forte del mondo. E poi è un mio amico».

Come è stato giocare con Gerrard?
«Incredibile. Unico. Lo considero il più grande centrocampista in attività. Una bandiera».

Come Totti e Del Piero.
«Francesco è un mito. E’ stato il mio mito. Alessandro è un grande. Un professionista al centodieci per cento. Ha sempre voglia di vincere, non molla mai».

Capitolo campionato: la Lazio lì in vetta può durare?
«Non credo. E’ presto. I conti si faranno dopo Natale».

A Roma dicevano: dopo la Juve gli manca solo la Lazio?
«Là non ci giocherei mai, questo è poco, ma sicuro».