L'IMBOSCATA - Venti pagine e un mistero. Questa volta la Famiglia reagirà. Vi diciamo chi è il procuratore Pecoraro. Le favole su Dybala e gli aggiornamenti su Berna, Tolisso, Berardi, Kean, Spinazzola, Meret e Donnarumma

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
24.03.2017 00:45 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Venti pagine e un mistero. Questa volta la Famiglia reagirà. Vi diciamo chi è il procuratore Pecoraro. Le favole su Dybala e gli aggiornamenti su Berna, Tolisso, Berardi, Kean, Spinazzola, Meret e Donnarumma
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

VENTI PAGINE E UN MISTERO 

 

Venti pagine. Venti sulle cinquemila costituenti il fascicolo che la Procura di Torino, dopo aver chiuso l'Inchiesta penale Alto Piemonte sulle infiltrazioni ndranghetiste nella Regione, ha prodotto.  Le venti pagine in questione sono quelle che la Procura Federale ha inviato alla Juventus contestando alla sua dirigenza rapporti con capi ultras in odore di mafia.

La Procura di Torino dopo una serie di controlli e intercettazioni ambientali ha deciso che non ci sono reati penali attribuibili alla Juventus e ai suoi dirigenti che nel processo che si è aperto oggi a Torino, figurano come testimoni. La società campione d'Italia, come possibile parte lesa per estorsione.

Ma, tanto per cambiare, quando in azione si mette la Procura Federale, la vicenda si tinge di giallo.

Dopo la seconda audizione degli avvocati della Juventus, davanti alla Commissione Antimafia, che a sua volta sta indagando sulla vicenda, organi di stampa hanno pubblicato  il contenuto di due telefonate che evidenzierebbero un rapporto "di condiscendenza" spiega il Presidente della Commissione, Rosy Bindi, di Andrea Agnelli nei confronti Rocco Dominello, uno degli indagati  dell'inchiesta di Torino e in odore di mafia.

Chi ha passato le carte ai giornalisti? Bella domanda. Probabilmente si aprirà un processo nel processo, considerato che le telefonate che la Procura Federale e la Commissione Antimafia considerano “rilevanti" erano secretate. Dunque una fuga di notizie illegale. Un reato, considerata la natura (secretazione) delle telefonate.

Ma il colpo di scena in Commissione Antimafia arriva quando, messo di fronte alla natura delle telefonate (tra Andrea Agnelli e uno dei suoi più stretti collaboratori), l'avvocato Chiappero che rappresenta la Juventus spiega che nelle carte in suo possesso non ce n'è traccia.

“Sono nel deferimento sportivo" spiega  a Chiappero, il Presidente della Commissione Mafia e Sport, Marco Di Lello. A questo punto interviene il Presidente Rosy Bindi: “Forse lei, avvocato, alcune carte non le ha quando si dice sicuro di nessun incontro con Dominello".

Chiappero replica di non averle. E conclude: “Mi piacerebbe ci fosse una desecretazione di tutto quanto, perché  mi sono stati evidenziati un paio di passaggi che, francamente, nelle carte non ho trovato. Neanche all'interno del deferimento sportivo".

Il giorno dopo parla con l'apertura dell'udienza del processo “Alto Piemonte“ anche l'avvocato Putrino, legale di Dominello: “ Andrea Agnelli dice il vero, quando afferma di non aver mai incontrato boss mafiosi. Il mio assistito infatti non è un mafioso. E' un rappresentante degli ultras e come tale in alcune occasioni ha incontrato il presidente della Juventus. Lo chiameremo come testimone“.

Cosa si dice di “scottante" secondo la Procura Federale nelle telefonate? C'è Andrea Agnelli che afferma come la Juventus “venda i biglietti" anche a gruppi ultras  e poi “si arrangiano loro".

Giuseppe Pecoraro nella sua veste di Procuratore Federale era stato sentito, prima della seconda audizione dei legali della Juventus, dalla Commissione Antimafia.

E' lui ad aver firmato il deferimento di Andrea Agnelli. Lui che consegna le venti pagine che, spiega ancora Chiappero “Non ci consentono di andare da lui a chiudere la partita con un patteggiamento perché c'è un capo di imputazione (la collaborazione fattiva con esponenti della criminalità, per Pecoraro dedotta da colloqui intercettati sui capi ultras n.d..r. ) che non dice il vero".

 

Ora - inutile girarci attorno - qualcuno sta facendo il gioco delle tre tavolette.

 Andrea Agnelli? Era consapevole il presidente della Juventus di chi andava ad incontrare? Sta mentendo? La Digos (un funzionario è sempre presente agli incontri della dirigenza con gli ultras: alla Juve come in qualsiasi altra società) aveva messo a conoscenza Agnelli della posizione giuridica dei suoi interlocutori? Andrea Agnelli semplicemente non ricorda in quale occasione ha incontrato le persone per le quali si ipotizza il reato di mafia?

 

La Procura di Torino? Tenderei ad escluderlo. Ho conosciuto il procuratore Armando Spataro: è persona perbene. Un servitore della legge e dello Stato. Un  magistrato che la legge ha applicato, come doveva, anche quando il suo sentimento personale, probabilmente, lo avrebbe sconsigliato di farlo.

 

La Commissione Antimafia? Rosy Bindi è un parlamentare al di sopra di ogni sospetto. Due componenti il Consiglio, il senatore Stefano Esposito e il collega di partito Massimiliano Manfredi, entrambi  del Pd, hanno spiegato su quelle intercettazioni, la Procura di Torino non avrebbe riscontri.

 ”Togliamo il segreto e parliamo con i fatti: basta associare la Juventus alla malavita“ ha detto Esposito. “Una cosa è raccontare che ci sono, una cosa è leggere" ha sottolineato Massimiliano Manfredi.

Dunque ci sono o non ci sono queste intercettazioni? O c'è la sola la trascrizione delle medesime? E se esistono sono vere o qualcuno le ha “costruite“? Oggi  con un pc e un  programma si può fare qualsiasi cosa. Anche far dire al Papa di aver assassinato la Monaca di Monza.

 

Risulta peraltro imbarazzante, la foto che gira sul web, di Marcello Taglialatela, uno dei componenti la Commissione Antimafia, che accanto a Ignazio La Russa noto parlamentare di fede interista, espone con lui uno striscione sul quale c'è scritto “Juve merda“.  L'ha vista presidente Bindi? Se non l'ha vista se la faccia scovare: è inequivocabile.

 

La Procura Federale? L'ex prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro ne ha fatto menzione nella sua audizione all'Antimafia? Probabilmente sì, considerato che Di Lello afferma che le intercettazioni sono “all'interno del procedimento sportivo“ . Dispone Pecoraro, di queste intercettazioni? Ma come mai alla Procura di Torino, sembra non risultino? E se le Procura di Torino non le ha, come fa ad averle la Procura Federale? Da dove arrivano? Chi ha fatto queste intercettazioni? Chi intercetta, firma in calce prima di trasmettere i contenuti alle Procure.

 

Intercettazioni  trascritte che sono (sarebbero?) dentro al deferimento sportivo, ma che nessuno ha trasmesso ai legali della Juventus. Uno sbaglio? Un errore nel fare le fotocopie? La macchina fotocopiatrice che si inceppa e si “mangia” proprio la pagina con le intercettazioni? L'impiegato addetto alla bisogna che non controlla che l'incartamento messo a disposizione della Juventus sia completo? E' auspicabile che l'errore (se di errore si tratta) venga rapidamente appurato. Perché in caso contrario potrebbe essere ipotizzato il reato di “omissione in atti d'ufficio“ per il quale la pena prevista è dai sei mesi a due anni .

 

Tirare conclusioni appare in questo momento intempestivo. Rosy Bindi ha ringraziato Andrea Agnelli per la disponibilità ad essere “ascoltato“ in Antimafia. E ha annunciato che presto la Commissione sentirà anche altri presidenti di società calcistiche. Non è escluso che possa essere sentito anche il presidente federale Tavecchio. Agnelli molto probabilmente sarà sentito  dall'Antimafia dopo Pasqua,

 

 La Juventus ha ammesso un comportamento incauto nel numero dei biglietti venduti agli ultras. Ora, supponiamo che in qualche modo la dirigenza della Juve, non dico sapesse, ma avesse annusato la dimensione e il ruolo delle persone che andava ad incontrare. Può una società di calcio sostituirsi alla Magistratura e alle Forze dell'Ordine? Quelle Forze dell'Ordine che per non provocare incidenti, non vanno a controllare cosa succede nelle curve degli ultras degli stadi della Penisola? E' ipotizzabile che la Juventus abbia - nel caso - cercato di tutelarsi (vendendo, non regalando) da problemi di ordine pubblico? Lo Stadium è una struttura privata. E con i beni privati si sa come funziona: se vanno a rubare un quadro alla Pinacoteca di Brera  alle spalle hanno l'Interpool e la Guardia di Finanza. Se ti svaligiano la casa, nove volte su dieci non recuperano nulla di quanto ti è stato rubato. Parlo per esperienza personale .

Ancora una cosa: il danno mediatico, alla Juventus, provocato da questa vicenda è già enorme. Sarebbe terribile se il Procuratore Federale si fosse esercitato nell'ennesima “sperimentazione” della Giustizia Sportiva ai danni della Juve.

Il deferimento di Agnelli arriva dopo una settimana nella quale i giornali avevano ipotizzato la presenza – dopo decenni di assenza - di un rappresentante della Juventus nel  Consiglio Federale .

Forse è un caso. Forse no .

L'ho scritto varie volte: non mi fido della Procura Federale. Non mi fido di chi ha ammesso di aver condannato la Juventus alla serie B “sull'onda del sentire popolare“. Non mi fido di chi dopo anni ancora non ci ha fatto sapere chi fossero le società che interagivano con Pulvirenti e il Catania in Scommessopoli. Notarella: a Pulvirenti è stato tolto il daspo al quale era soggetto. Presto probabilmente lo rivedremo al Cibali .

Non mi fido della Procura Federale.

 Quella doppia JJ che rappresenta il nuovo simbolo della Juventus, non è un ideogramma. Significa Juventus e Jeep.

La Juventus non può diventare ancora una volta la cavia, altrui esercitazioni. Nessuno si sogni di pretendere - come in passato è avvenuto - una shakespeariana  “libbra di carne“. Questa volta - se costretta - la Famiglia reagirà. Con tutta la forza (ed è una grande forza) di cui è capace .  

 

 

CHI E' PECORARO ?

 

Ma chi è Giuseppe Pecoraro, il neo Procuratore Federale, chiamato dal Consiglio Federale e dal Presidente Tavecchio a sostituire Stefano Palazzi?

Nasce a Palma Campania, in provincia di Napoli, nel 1950, Giuseppe Pecoraro. Si laurea in giurisprudenza all'università di Napoli. Diventa funzionario del Ministero dell'Interno sotto i governi Berlusconi e poi Dini. Prefetto di Prato, poi di Benevento.

Da Capo-dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministro Scajola viene sfiorato dalla luttuosa vicenda del giusvalorista Biagi, assassinato dalle Brigate Rosse. Dirà qualche tempo dopo: “Non sapevo chi fosse Biagi. Ero arrivato al dipartimento da poco e non ho seguito tutta la vicenda della revoca della sua scorta“ .

 La svolta professionale per Pecoraro, arriva con la nomina a Prefetto di Roma. Una svolta che risulterà piena di asperità.

Incontra (su sollecitazione di Gianni Letta) nel suo ufficio Salvatore Buzzi, uno degli elementi di spicco nell'inchiesta Mafia Capitale. Tra le tante lettere che Pecoraro invia ai sindaci per risolvere l'emergenza migranti a uno segnala una Coop: quella di Buzzi.

Con un aspetto paradossale messo in evidenza ripetutamente da “Il Fatto Quotidiano“: Pecoraro è l'uomo che incontro in Prefettura Buzzi, ma contemporaneamente è anche l'uomo che controlla chi ha a che fare con Buzzi.

A Roma la Prefettura indice una Gara Europea nel 2013 - racconta Fiorenza Sarzanini  sul “Corriere della Sera“ che vince la Coop di Buzzi. Segue un esposto del Prefetto  contro un giudice del Tar definito “nemico“ della Coop di Buzzi. 

Ma finisce Pecoraro nell'occhio del ciclone dei media anche  per alcune conversazioni con il faccendiere Luigi Bisignani (L'uomo che sussurrava ai potenti) in relazione all'inchiesta P4.

Si difende dicendo: “ In questa vicenda c'entro come i cavoli a merenda. Conosco Luigi dal 2004, siamo amici di famiglia“ . Non la pensano così gli inquirenti che scrivono. “ Appare inquietante che i due (Pecoraro e Bisignani n.d.r) parlino dell'ordine del giorno del Copasir“ . Il Copasir è il Comitato di Controllo sui Servizi Segreti.

Nel 2011 gli ultras olandesi a Roma per una gara con i giallorossi si muovono creando panico, devastando e danneggiando seriamente una Fontana, simbolo dell' arte della Capitale .

Niente in confronto a quello che succede il giorno in cui scendono in piazza 200.00 persone a Roma verso Piazza San Giovanni. Una giornata di terrore per i cittadini: auto bruciate, vetrine distrutte, cariche della polizia, feriti tra i dimostranti e le forze dell'ordine. Una situazione male ipotizzata e a lungo sfuggita di mano. Nel febbraio del 2012 una nevicata di dimensioni mai viste paralizza  Roma per alcuni giorni. Evento meteorologico straordinario. Ma impreparazione all'evento evidente.

La vicenda che porta all'espulsione di Alma e della piccola Ama Shalabayeva moglie e figlia di un dissidente kakazo su input dell'allora ministro dell'Interno, Alfano, resta per certi versi ancora misteriosa. Ma sul Prefetto e sull'Italia arriva la nota pesantissima dell'Onu e di Amnesty International che definiscono l'espulsione “illegale“ .

Del 2014 è il corteo anti-austerity. Centro di Roma devastato. Un poliziotto viene fotografato mentre pesta con lo stivale una giovane stesa a terra. Il capo della Polizia, definisce l'agente “un cretino“. Ma per il Prefetto Pecoraro l'agente “lo ha fatto per dare una mano ai colleghi“.

Maggio 2014: all'Olimpico deve disputarsi la Finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina . Ma non si gioca. Nel pomeriggio un ex ultras romanista si è scontrato con un gruppo di tifosi napoletani, ferendo gravemente Ciro Esposito (il ragazzo morirà in seguito ad una lunga agonia). Dagli spalti scende un uomo Gennaro De Tommaso detto Jenny a' Carogna. E' un capo ultras partenopeo. E dice che non si gioca. Lo dice ad Hamsik. La gara non comincia. In tribuna, il Palazzo, dal premier Matteo Renzi, al presidente del Senato Grasso, a quello del Coni, Malagò , a quello della Federazione Tavecchio, è impietrito per l'imbarazzo. De Tommaso oggi è in galera per traffico di stupefacenti. Ma quel giorno è un uomo libero. Si tratta con lui. E quando lui acconsente, si comincia a giocare. Dirà Pecoraro: “Non abbiamo interloquito, non abbiamo trattato. Volevamo tranquillizzare le curve. Se vengo chiamato a sbrigare una rapina con ostaggi, io mi scelgo il rapinatore con cui parlare .Cosa vogliamo? Liberare gli ostaggi o farli ammazzare? “ .

L'intervista la raccoglie Carlo Bonini di “La Repubblica“. Pecoraro parla a briglia sciolta. Fino ad una sorprendente dichiarazione: “ Il presidente della Lazio Lotito, da mesi combatte da solo una battaglia contro il ricatto degli ultras della curva nord. Qualcuno lo ha forse additato come esempio di coraggio?  La debolezza delle società calcistiche è evidente. Non sono le istituzioni a legittimare gli ultras “ .

Quelle dichiarazioni sono state ripescate in questi giorni. Da Procuratore Federale, Pecoraro ha smentito di avere mai avuto incontri o di aver stipulato accordi, quella sera con Jenny a' Carogna .

Nella sua stagione da Prefetto, Pecoraro ha dovuto affrontare anche la rivolta (pilotata?) a Tor Sapienza contro un centro migranti. Vicenda che a preso le prime pagine dei giornali e i titoli dei Tg  per qualche settimana. Di altro spessore la vicenda  rifiuti che rendono Roma un immondezzaio. Pecoraro oltre che Prefetto è anche, in quei giorni, Commissario per l'emergenza rifiuti. La polemica è sulla discarica di Malagrotta che si vorrebbe spostare a Corcolle a poca distanza dalla celebre Villa Adriana. Insorge il mondo della cultura  e alcuni vip ci vanno con la mano pesante: “ Sarebbe come mettere i rifiuti nella Piana di Giza accanto alle Piramidi“. Pecoraro si dimette da Commissario, ma non da Prefetto .

Nel 2103 aveva dovuto affrontare anche la vicenda del funerale di Priebke. Il boia delle Ardeatine viene sepolto a  Albano Laziale e scoppia la polemica per la presenza di un folto gruppo di neonazisti. Si difende Pecoraro . “ Non potevo negare una benedizione cristiana “ .

Questo  uomo iper-attivo che mal sopporta i ritmi grigi della burocrazia, che ama stava in primo piano ( sul web circola una sua foto in abito da sera accanto ad Aurelio De Laurentis ) si scontra anche con l'allora sindaco di Roma, Marino, annullando i 16 matrimoni gay riconosciuti dalla giunta capitolina .

Dirà il commissario del Pd romano Matteo Orfini: “Fa più dichiarazioni e interviste di Matteo  Salvini“.

Questo uomo che è stato persino Capo del Dipartimento dei Vigili del fuoco, viene al momento del congedo di Stefano Palazzi chiamato da Carlo Tavecchio a ricoprire il delicato incarico di Procuratore Federale. In queste ultime settimane la sua Procura si è segnalata per aver comminato 5000 euro di multa alla Juventus per  insulti territoriali “ durante Juve – Napoli ( di Coppa Italia ) Per  non aver deferito né Giuntoli, né Reina , né Tonelli  per le dichiarazioni ( “ arbitraggio vergognoso” ) post gara. Per aver ignorato gli insulti razzisti contro Rudiger in Roma- Lazio ( di Coppa Italia )E per aver parimenti ignorato “ i cori territoriali “ della curva romanista in Roma – Napoli ( di campionato ) . Infine , per aver multato Adriano Galliani ( 5000 euro ) per essere entrato  sul terreno di gioco ( indebitamente) alla fine di Juventus – Milan, oltre che per non meglio precisate ingiurie .

 

LOTITO UBER ALLES

 

Claudio Lotito, un uomo ( in compagnia ) al comando.  L'attività di Claudio Lotito in questo ultimo mese è stata frenetica . Ha capeggiato la rivolta dei peones in Lega . Sul tavolo   la spartizione dei diritti televisivi (le piccole vorrebbero almeno il 50%) della torta. Le società con maggiore bacino d'utenza , sei in tutto, hanno lasciato l'assemblea della Lega . Che da tempo è senza un presidente. Per eleggerlo servono 14 voti: Lotito ne ha tredici ( anche se il Chievo sembra poco propenso ad aderire) . Ergo si va verso il commissariamento . Malagò, presidente del Coni nicchia. Ma se vivvadio anche la ventilata mediazione di Uva dovesse fallire, Malagò dovrà dare prova della sua esistenza. Intanto Lotito, attivissimo nel sostenere Tavecchio alla presidenza federale ( così come aveva fatto per la prima elezione) , si sta muovendo come un buldozer per arrivare alla presidenza della Lega di serie B . Sta promettendo mari e monti ai vari presidenti che lo voteranno. E Tavecchio ? Riuscirà a liberarsi dal guinzaglio con il quale Lotito l'ha tenuto e lo sta tenendo?  Presidente Tavecchio : le riforme. Il resto sono solo parole. E sono noia. Neppure con il conforto della musica del menestrello. Noia e basta .

 

BERNA E TOLISSO

 

E adesso parliamo un poco di calcio. Finalmente, direte. Ma non è colpa mia. Questo, oggi, è il calcio italiano:  una fossa di serpenti. Di rivalità diventate faide. Vietata la trasferta dei tifosi juventini per le due gare di seguito ( campionato e Coppa Italia ) a Napoli. In attesa di sentire parole di distensione dal sindaco De Magistris (dopo quelle tifose ) e da  El Supremo Aurelio De Laurentis non resta che sperare nella Dea. Perché  dell'annunciato “ Pernacchio day “ contro Higuain chi se ne frega. Del “ resto” un poco meno. Ad Imperia hanno aperto una indagine per le pesanti minacce delle quali è stato fatto oggetto l'arbitro Massa . Se siamo a questo punto, siamo alla frutta.

Ma c'è il mercato. E non è poco. Non mi esercito su Allegri. A mio parere resta. Perché lo merita e perché sul mercato non si vede chi potrebbe sostituirlo. Spalletti? No, dai . Non  passi da uno Stelvio ad una Polo. Affidabili entrambe. Ma le prestazioni sono assai diverse.

Lasciamo stare anche la telenovela Dybala: resta alla Juventus. Chi dice il contrario racconta favole. A meno che non sia Dybala a chiedere di essere ceduto . E allora la Juve dirà sì: nessuno resta alla Juve se non crede nel progetto. Ma come è successo per Pogba, ci si libera alle condizioni  della  Juve. Il Barcellona ha 150 milioni da investire sul cartellino di Dybala ? Se lì ha, si presenti. Se non li ha, si accomodi in anticamera. Magari un Lemina riesce a portarlo a casa .

Lo step Barcellona, sarà per la Juventus, il confine anche su quanto potrà fare sul mercato. Se elimina i catalani, la Juventus non solo accede alle semifinali di Champions , ma incamera qualche cosa come 120 milioni da mettere sul mercato. Tradotto: Tolisso, il mediano sul quale sono avanti nella trattativa. E Bernadeschi, che piace molto e che Buffon ha adottato. Quasi certamente rientrerà alla base Spinazzola dall'Atalanta.

Tuttosport afferma che la Juve stia tallonando Di Maria: magari dico io. Di Maria è un ufo in grado di cambiare una squadra più di quanto non faccia Messi. Ma guadagna 10 milioni l'anno. Fuori portata per la  Juventus. Sono convinto invece che qualora Verratti volesse abbandonare il Psg, la Juventus ci sarebbe. E ci sarebbe con argomenti convincenti. A cominciare dalla maglia numero 10 ancora senza un proprietario .

Berardi: situazione complicata. Non tanto per la concorrenza dell'Inter, ma per i tentennamenti del giocatore. Qualcuno alla Juve si è stufato dei “ ripensamenti” di Berardi. Senza contare che i tifosi gli chiederebbero conto della sua passione (ancora presente e mai smentita ) per l'Inter. Per la nota historia: tutta racchiusa in una confezione di cartone . Piuttosto, dal Sassuolo, se la Roma non lo riscatterà, la Juve tenterà di avere Pellegrini: un centrocampista dinamico (alla Tolisso) per rendere più veloce un centrocampo che attualmente è affidabile ma lavora quasi sempre a velocità ridotta . Svetta anche  Meret nei piani di Madama. Magari dopo una stagione in serie A proprio alla Spal. Il giocatore è dell'Udinese ma un accordo con la Juve è più che probabile. So che stanno monitorando ( in Europa) anche centrali di difesa ( Benatia non convince ) e una punta. Perché con la trasformazione di Mandzukic in esterno, alle spalle di Higuain, nel ruolo, c'è Kean. Si cerca un giovane, piace Favilli dell'Ascoli ma è senza esperienza di A. So che c'è un nome per il momento “coperto“ che stanno visionando in Sudamerica. Altro non so. Vedrò di saperne di più. Ma la grande sorpresa potrebbe essere proprio la proiezione di Kean stabilmente in prima squadra. E' un 2000, ma nella sua categoria è sprecato .

Infine Donnarumma. Ha centrato la cosa Massimo Pavan nel suo pezzo sul portierone milanista.

Raiola ha le idee chiare. Se il Milan (o i cinesi, o Rosso, o Galliani, o sempre lui, il Cavaliere) si rivelerà solido, con un progetto, farà rinnovare Donnarumma, quasi certamente con una clausola che valga sia per l'estero che per l'Italia. In modo da “risarcire“, eventualmente, la società che ha cresciuto e lanciato Donnarumma. Ma se  la jacovella sull'asse Isole Vergini, Pechino, Hong Kong, Lussemburgo , Italia, continuerà con le “proroghe delle proroghe“ ( un film di Totò , ormai ) allora Raiola aspetterà il primo di febbraio del 2018. E poi farà firmare Donnarumma per chi avrà il progetto sportivo più valido, per chi offrirà il contratto più remunerativo a Gigio e a chi staccherà un assegno  con diversi zeri per la sua percentuale . Il resto è fiction : Donnarumma è certamente legato al Milan. Ma i baci lasciano il tempo che trovano. Sono ragazzi, ma sono anche  professionisti . Ed è umano che facciano scelte. Dettate  dalla testa, non dal cuore .