ECCO LA TOP 11 DELLE NEFANDEZZE 2024-25

30.05.2025 00:00 di  Luigi Schiffo   vedi letture
ECCO LA TOP 11 DELLE NEFANDEZZE 2024-25

Finita la stagione di Serie A, è tempo di stilare la Top 11 delle nefandezze per il 2024-25. Detto che in ambito VAR, resta imbattuta dall’11 settembre 2022 la “sparizione di Candreva”  con la spiegazione di Gravina “c’è stato un errore ma nessuno ha sbagliato”, perché qualunque altro episodio non si può paragonare a quanto avvenuto allo Stadium in Juventus-Salernitana, anche perché assolutamente decisivo per il risultato, ecco la formazione che abbiamo deciso di schierare.

PIAGNISTEI: immancabili, come in ogni stagione, le lamentele davanti ai microfoni da parte di avversari della Juve dopo presunti torti subiti. Quest’anno è toccato alla Lazio per il famoso “pugno di Douglas Luis” e al Bologna per il celebre “rigore di Mc Kennie su Freuler”. Peccato che nel primo caso le immagini abbiano poi chiarito che si trattasse di un colpo alla schiena dovuto alla stizza per un pestone appena ricevuto e nel secondo caso addirittura il designatore Rocchi abbia definito regolare l’intervento dell’americano. Per altro la Lazio è passata all’incasso al ritorno con un’espulsione di Kalulu da Marte e un gol irregolare convalidato al 96’. Meno fortunato il Lecce che ha provato a sollevare un polverone lamentando addirittura due falli non rilevati fuori area, ma senza grande seguito.

RIGORI: abbiamo assistito nell’ultima puntata di Open Var all’intervento del designatore Rocchi che, a quasi un mese dai fatti, ci ha tenuto a rendere noto che in Inter-Roma era rigore quello per trattenuta di Bisseck in area. Probabilmente così qualcuno potrà giustificare quel punto di vantaggio del Napoli che è valso lo scudetto. Ad ogni modo, i tifosi della Juve attendono ancora ad oggi una spiegazione dei clamorosi rigori non concessi con il Cagliari all’andata su Savona scaraventato contro i cartelloni pubblicitari (probabilmente costato due punti in classifica) e al ritorno su Vlahovic spinto a due mani mentre era lanciato a rete.

SBRACCIATE: qui si apre il capitolo delle disparità di trattamento. Yildiz e Kalulu espulsi e puniti con due turni di squalifica, Gimenez del Milan espulso in Roma-Milan e squalificato per un turno (d’altra parte la Roma era reduce dalle proteste di Bergamo), Beukema del Bologna graziato senza nemmeno il fallo fischiato nella finale di Coppa Italia, così come Kolasinac in Atalanta-Juve e Mancini già ammonito in Juve-Roma. In tre casi (Kalulu, Beukema e Gimenez) c’era persino uno stesso arbitro in Sala Var per partite disputate nello stesso stadio, l’Olimpico di Roma. Disparità di trattamento alla seconda.

BULGARO: la rielezione di Gravina ai vertici della FIGC senza nemmeno un avversario e con la percentuale bulgara del 98% ha rappresentato senza dubbio la prova di forza di un sistema tanto fallimentare nei risultati, quanto inattaccabile nelle poltrone. La Nazionale fuori da due Mondiali, l’evidente disparità di trattamento da parte della Procura Federale, l’incredibile caos nelle classifiche di Serie C e poi di Serie B, più altri scandali vari, non sono bastati a spingere verso un cambiamento.

 SILENZIO: il silenzio stampa dell’Inter con annesso dossier dei presunti torti subiti rappresenta la classica dimostrazione di come si possa indirizzare l’opinione pubblica sul sentiero del “noi siamo vittime del sistema” anche da parte di chi da quel sistema non è mai stato punito per cose ben più gravi, tacendo per altro i numerosi errori a favore ricevuti in campionato e in Champions League. A questo silenzio stampa si contrappone il silenzio e basta della Juve sempre meno comprensibile a fronte di ogni tipo di decisione avversa in campo e fuori.

BESTEMMIE: il caso Lautaro è lì a dimostrare che la disparità di trattamento arriva fino nell’alto dei cieli. Le sue due bestemmie viste in mondovisione dopo Juve-Inter sono state dapprima ignorate, poi, una volta portate alla ribalta dalla Fondazione Jdentità Bianconera, sono state smentite dal protagonista forte della sparizione dell’audio (ha dichiarato il falso mettendo di mezzo i figli). Infine, miracolosamente, l’audio è saltato fuori e il giocatore è stato punito con un buffetto da 5mila euro. Ferrari della Sampdoria e Grassi dell’Empoli invece sono stati squalificati direttamente senza tante cerimonie.

REGALO: l’emblema delle vette a cui possa arrivare l’anti-juventinismo nell’opinione pubblica e nel giornalismo in questa stagione è senza dubbio l’accusa rivolta a Nicolussi Caviglia di aver regalato volontariamente alla Juve il rigore che è poi valso la vittoria decisiva per il quarto posto. Il tutto basato sulla falsità che il giocatore sia di proprietà della Juventus, che invece lo ha ceduto al Venezia con obbligo di riscatto. Per altro è sfuggito agli anti-juventini che Nicolussi Caviglia ha anche un’ottima mira, dato che ha preso un palo clamoroso nel primo tempo, naturalmente per evitare di segnare.

SCOPERTA: verso fine marzo è stata resa nota la sentenza della Cassazione che ha definitivamente sepolto Calciopoli con il nome giusto di Farsopoli. Classifica 2004-05 non alterata. Ebbene, un evento tanto significativo non è stato raccontato dai media (che lo hanno sostanzialmente ignorato fino ad oggi), ma da un’avvocatessa del team della Fondazione Jdentità Bianconera a mezzo social. Momento davvero di infimo livello per il sistema informativo italiano.

MUTISMO: per tutta la stagione è emersa anche a livello mediatico un’imbarazzante disparità di trattamento tra le vicende relative all’inchiesta Doppia Curva, soprattutto in relazione all’Inter, a confronto con quanto avvenne ai tempi dell’inchiesta Last Banner sulla curva della Juventus. Silenzio e superficialità nonostante un quadro davvero preoccupante dipinto dagli inquirenti, per di più a fronte di una mancata denuncia da parte della società. Al contrario Agnelli denunciò, creando una rottura pagata poi a caro prezzo in termini di tifo allo Stadium, non fu coinvolto direttamente eppure venne messo alla berlina.

 SPUGNA: le sentenze sportive dello scorso 1 maggio, con la squalifica di un turno a Inzaghi e Chalanoglu e qualche multa assortita, rappresentano un vero e proprio colpo di spugna che ha voluto cancellare responsabilità per cui è stato anche tirato in ballo il famoso “articolo 4”. E qui siamo all’apice della disparità di trattamento in materia di infiltrazioni malavitose nelle curve: richiesta di 30 mesi per Agnelli perché “non poteva non sapere”, nulla per Marotta perché evidentemente poteva non sapere, multarella per Zanetti che sapeva eccome. Il tutto con un bel patteggiamento, forse concordato a cena in un locale milanese noto per la sua riservatezza. Resta anche da spiegare perché l’articolo 4 applicato alla Juventus voglia dire penalizzazione in classifica e danni per un centinaio di milioni, mentre applicato all’Inter porti a un buffetto.

COREOGRAFIA: a Firenze, quest’anno, è stato toccato anche il punto più basso del tifo anti-juventino organizzato con il tacito accordo della società e delle forze dell’ordine. La scritta “Juve M...a” che ha fatto il giro del mondo via social, composta con migliaia di bandierine colorate, rappresenta senza dubbio un traguardo forse ineguagliabile per chi vive di odio prima che di passione.  Eh già, perché si tratta di odio, oltre che di grave danno di immagine, non di goliardia come qualcuno ha voluto spiegare. Tanto è vero che si è svegliata persino la Juve con una protesta ufficiale, incredibile a dirsi. Se poi aggiungiamo che la severissima punizione è stata una multa di 25mila euro, si può dire che l’anti-juventinismo è stato ufficialmente sdoganato anche dalla “giustizia” sportiva, casomai ce ne fosse bisogno.
 

Ecco quindi il fantastico 11 delle nefandezze versione 2024-25 (3-4-1-2): Piagnistei; Rigori, Sbracciate, Bulgaro; Silenzio, Bestemmie, Regalo, Scoperta; Spugna; Mutismo, Coreografia.

Una splendida immagine della Serie A dei tempi odierni.