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Nevio Scala: "Parma disperato, Juve prenderà il sopravvento. Che sfide negli anni '90, i nostri applausi e l'inchino per Del Piero. Buffon? Gli ho detto di giocare ancora. Superlega bolla di sapone"

21.04.2021 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Nevio Scala: "Parma disperato, Juve prenderà il sopravvento. Che sfide negli anni '90, i nostri applausi e l'inchino per Del Piero. Buffon? Gli ho detto di giocare ancora. Superlega bolla di sapone"
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© foto di Giovanni Padovani

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex allenatore del Parma dal 1989 al 1996 e protagonista delle indimenticabili sfide di quel periodo con la Juve, Nevio Scala, per parlare del match e non solo:

Non ha il sapore del passato questo Juventus-Parma, ma vale ugualmente tanto. Che partita si aspetta?

"A questo punto il Parma è abbastanza disperato, ho paura che gli rimanga poche possibilità di restare in A ma proverà ugualmente a giocarsela. Sono molto dispiaciuto per la situazione che sta vivendo. La Juve, con la sconfitta di Bergamo, si trova al quarto posto e possiede la necessità assoluta di vincere la partita. Penso che a prendere il sopravvento saranno i bianconeri".

Il Parma con lei ha raggiunto il suo massimo splendore, tra la Serie A conquistata e le imprese europee contro ogni scetticismo. Ci può parlare delle sfide vissute in periodo con la Juventus?

"Sono stati degli anni meravigliosi, ancora a distanza di anni ricordo la spettacolarità di quegli incontri. Ci hanno definiti nemici, ma con Marcello c'è sempre stato un rapporto di affetto e di stima che continua anche in questo periodo. La Juventus era molto più forte di noi, l'organico era davvero straordinario e lo dimostra che ha vinto molto più di noi. A volte, però siamo riusciti a togliere questa grande differenza esistente, il Parma si era appena costruito e dopo di me è arrivato a grandi livelli con Thuram, Veron, Crespo e gli altri grandi calciatori sotto la guida di Ancelotti e Malesani. Lì avrebbe avuto la possibilità di vincere il campionato, ma non c'era più Scala e quindi non ce l'ha fatta (sorride ndr). Ovviamente è solo una battuta".

Sono trascorsi più di vent'anni, eppure agli occhi del tifoso nostalgico non sembra trascorso tutto quel tempo.

"Il calcio era totalmente differente da quello di oggi, la battaglia era grande ma solo a livello sportivo. Eravamo consapevoli della forza degli avversari, ma qualche volta come in quella magnifica atmosfera di San Siro (finale di Coppa Uefa 94/95 ndr) siamo riusciti a batterli. Alla fine la Juve è riuscita a vincere il campionato e la Coppa Italia, per cui ha meritato i nostri applausi".

In quella Juventus c'era un giovane molto ambizioso che stava muovendo i suoi primi passi verso l'icona del calcio italiano. Ci conferma che c'è stata la possibilità di allenare Alessandro Del Piero al Parma?

"Sì, ero andato a Padova a convincerlo. Gli dissi che si sarebbe trovato bene con noi al Parma in un ambiente straordinario, lui mi rispose che sarebbe stato felice di accontentarmi ma aveva già un rapporto intrapreso con la Juventus. Ho alzato le mani, di fronte alla Juve bisogna inchinarsi per la bravura di essere arrivati prima di noi. Anche se fosse accaduto il contrario, le loro possibilità economiche erano comunque superiori alle nostre. Forse era proprio destino che Del Piero doveva abbracciare la Vecchia Signora".

Stasera sarà titolare di Gianluigi Buffon, in un altro amarcord che scorre inesorabile vista la carriera vissuta a Parma e a Torino. Che cosa farà? Continuerà a giocare?

"Auguro a Gigi di continuare a giocare, tra l'altro gliel'ho scritto per messaggio quando ci siamo scambiati gli auguri natalizi. Di sicuro l'età lo rende meno reattivo, ma per me è inarrivabile. Un portierone come lui è inarrivabile, sono veramente orgoglioso quel che ha fatto e quel che farà ancora".

Se non gli avesse dato fiducia in quel match con il Milan, forse Gigi non avrebbe mai raggiunto il suo status attuale.

"Lo avrebbe raggiunto ugualmente, magari sei mesi dopo. Ricordo bene quando dissi a Gigi che lo avrei fatto giocare, era la sera prima della partita e lui mi rispose che non ci sarebbe stato nessun problema. Quando l'altoparlante ha annunciato la formazione del Parma, c'è stato un attimo di silenzio perché nessuno se lo aspettava. Sono stato un pazzo, ma quella pazzia mi ha ripagato di molte soddisfazioni".

Si dice che il suo erede sia Donnarumma, per lei lo è davvero?

"Per me deve ancora dimostrare di essere Gigi Buffon. Per me è stato il più grande di tutti i tempi, di quelli che ho visto e letto degli anni passati. Posso esser di parte poiché l'ho fatto debuttare ed era un mio allievo, ma i complimenti vanno più per il merito sportivo che per la simpatia".

Gli augura di non smettere mai, ma prima o poi dovrà arrivare anche per lui questo momento. Lo immagina Buffon dirigente o allenatore nella Juve?

"Credo abbia maturato una grande esperienza, lo posso affermare vedendolo e sentendolo parlare. Gigi ha vissuto il calcio per oltre vent'anni di fila, ha conosciuto tanti dirigenti ed allenatori, per questo ora potrà sfruttare tutto questo in un prossimo futuro. La decisione spetterà solo a lui, non ho idea se lui e la sua compagna vorranno vivere ancora nel mondo del calcio. Non ha problemi dal punto di vista economico, per me se continuerà lo farà solo per una scelta di amore e di affetto. Altrimenti si ritirerà in campagna come il sottoscritto per vivere la vita come più gli piace".

Che idea si è fatto della Superlega che tanto sta tenendo banco ultimamente?

"A mio parere è una cosa che non si può accettare, perché a rimetterci saranno i tifosi del calcio che abbiamo vissuto noi. Credo che la Superlega metterebbe il bavaglio a chi la domenica scarica qualche tensione allo stadio in maniera serena. Purtroppo il Dio denaro ha il sopravvento su molte cose, ho letto che la scelta è stata proprio indirizzata per i debiti contratti dai grandi club come il Real Madrid. La via migliore non è questa per migliorare il bilancio, per me bisogna fare un passo indietro e ridimensionare le spese che si fanno per ingaggi stratosferici".

Come finirà a suo giudizio la vicenda?

Senza nulla togliere alle tecnologie e alle nuove idee che vanno sempre portate avanti, ci può essere il modo per rivivere il calcio di anni fa. E il fatto che il Bayern non abbia accettato la dice lunga, è una società sana economicamente e non si è lasciato incantare da questo miraggio. Per me la Superlega non andrà molto lontano, magari partirà ma non si svilupperà mai completamente. E' come una bolla che si sgonfierà facilmente".

Si ringrazia Nevio Scala per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.