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Gigi Maifredi: "Juve non è famiglia, Bonucci non lo farei più giocare dall'inizio. Allegri? Giusto l'esonero se i risultati non arriveranno. E sugli anni di contratto..."

10.10.2022 15:31 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Gigi Maifredi: "Juve non è famiglia, Bonucci non lo farei più giocare dall'inizio. Allegri? Giusto l'esonero se i risultati non arriveranno. E sugli anni di contratto..."
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© foto di Balti Touati/PhotoViews

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex allenatore bianconero nella stagione 1990/91, Luigi Maifredi, per parlare approfonditamente del momento Juve e non solo:

Che è successo alla Juventus nel match di sabato sera?

"La Juve non è da sabato che sta andando male, poi non si era affatto ritrovata con le vittorie col Bologna e il Maccabi. E' una squadra che ha problemi dall'inizio dell'anno, se non riuscirà a trovare la chiave d'entrata è chiaro che il futuro sarà un problema".

Cerchiamo di analizzarla: può essere un problema psicologico?

"Allegri è il primo responsabile e dovrà cercare di trovar qualcosa per uscire da un momento che non rappresenta affatto il club. Perché la Juve è decisamente più forte di quel che fa vedere. Non è squadra, non è famiglia, non c'è amicizia: mancano tutte quelle componenti che invece ci sono nel Milan. I rossoneri non sono più forte dei bianconeri, ma adesso godono di uno stato psicologico sicuramente migliore".

Mi hai citato Allegri, diciamo che gli si è ritorta un po' contro quella frase sugli infortuni del Milan. No?

"Ma no, il Milan ha sempre fatto di necessità virtù. Nessun alibi da Allegri sugli infortuni? Ci mancherebbe anche, la rosa bianconera è composta da 25/30 giocatori che sono tutti potenziali titolari. E credimi, questo è decisamente un bel vantaggio su chi invece non è stato costruito in questo modo".

Perché la Juve ha un'autonomia così limitata in campo? Da cosa può dipendere?

"Nell'arco di una partita o di una stagione ci sono cose che emergono più di altre, ma bisogna guardare la trave e non la pagliuzza. Lo starting XI di Allegri col Milan era composto da tutti giocatori nazionali, è impensabile che non riescano a resistere per tutti e 90' i minuti. Oggi c'è un allenamento differente rispetto ad una volta. Per me, invece, non c'è amicizia ed unione, lo si vede ad occhio nudo. E' inutile che dopo si difendano nelle partite vinte contro squadre non all'altezza della Juve".

E poi c'è da aggiungere che ogni partita giocata dalla Juventus è sempre un terno al lotto, ad esempio ad Haifa non c'è più la stessa tranquillità che ci sarebbe stata solo qualche anno fa. Che ne pensi?

"Haifa non può essere definita una trasferta insidiosa. Quanti giocatori israeliani si sono rivelati forti? E quanti club locali hanno vinto a livello internazionale? Giocare contro queste squadre era una festa per noi, una volta potevi provare soluzioni che in campionato non riuscivi a provare. Adesso gli diamo sempre troppa importanza".

Però, a prescindere, oggi giorno è un po' svanito il concetto di squadra materasso, è diventato difficile giocare in qualsiasi stadio. A maggior ragione col Maccabi che già negli ultimi minuti finali ha fatto soffrire la Juve.

"Se la Juve affronta la partita come è in grado di fare, non ci saranno problemi. Ma se invece non dovesse far risultato, allora sarebbe un dramma".

Ecco, riassumiamola così: a Torino bisognerà evitare un dramma.

"Bisognerà pensare una partita alla volta, ad Haifa vai a vincere e poi pensi a che succederà. Perché non si può pensare di arrivare dopo il Maccabi, è fuori da ogni pensiero sportivo. La sfida di Lisbona sarà difficile, perché il Benfica ha dimostrato con il Psg di essere una squadra molto tosta".

Torniamo ad Allegri, la cui panchina continua ad essere non del tutto salda, quale è la tua posizione in merito?

"Sono i risultati a decretare, nessuno può andare oltre a quello che dice il campo. Se Allegri dovesse perdere altre partite, è giusto che si pensi ad un esonero. E' lecito che il club inizi a guardarsi intorno, anche perché non bisognerà pensare ai quattro anni di contratto fatti in maniera scellerata. Se in questi due anni avesse vinto con un altro club lo avrei preso a peso d'oro, invece è rimasto fermo ed è stato impensabile tutto questo. Per di più è stato ripreso un tecnico che avevi mandato via. Questa, a mio avviso, è una considerazione che va sempre fatta".

Provando a spezzare una lancia in suo favore, le sue squadre riescono quasi sempre a rimontare situazioni molto difficili. 

"Sì, ma non puoi pensare sempre che riesca. Quando nel 2015 aveva rimontato oltre 11 punti di svantaggio avevi dei giocatori differenti. A meno che il rientro di Pogba e Chiesa sposti gli equilibri, ma ho qualche dubbio: il primo era quasi sempre infortunato nel Manchester United, il secondo è reduce da un lungo stop e difficilmente tornerà subito ad essere il giocatore che conosciamo".

Se l'allenatore è il primo responsabile, chi sono gli altri?

"Sicuramente i giocatori che hanno una parte di responsabilità di questo fallimento, perché al di là delle qualità tecniche dovrebbero avere una personalità diversa. E invece si stanno lasciando trascinare dalla situazione. Allegri è stato abituato ad avere calciatori differenti, perché con Buffon, Barzagli, Chiellini, Pirlo, Vidal, Tevez era un po' più facile. Erano talmente forti che potevi benissimo ad andare a sciare nel frattempo (sorride ndr). Bonucci? Si è fatto saltare da Diaz, ma non esiste al mondo una cosa del genere. Fossi nel suo allenatore non lo farei più giocare dall'inizio, ma lo inserirei solo negli ultimi minuti per la sua esperienza. Purtroppo cammina in campo e mi spiace dirlo, ero un suo grosso estimatore".

Si ringrazia Gigi Maifredi per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.