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Cobolli Gigli all'attacco: "Le dichiarazioni di Agnelli erano da fare prima, ha lasciato nell'equivoco la situazione. I giocatori devono tirare fuori gli attributi. Su Nedved e Allegri..."

13.10.2022 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Cobolli Gigli all'attacco: "Le dichiarazioni di Agnelli erano da fare prima, ha lasciato nell'equivoco la situazione. I giocatori devono tirare fuori gli attributi. Su Nedved e Allegri..."
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© foto di Giacomo Morini

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex presidente bianconero dal 2006 al 2010, Giovanni Cobolli Gigli, per parlare approfonditamente del momento negativo in casa Juventus e non solo:

Da ex presidente della Juve quale è stato, avrebbe fatto al termine della partita le stesse dichiarazioni di Andrea Agnelli?

"Le stesse dichiarazioni le avrei fatte quattro mesi fa, perché fatte a babbo morto non servono più a niente. Si fosse esposto molto prima come presidente della Juventus, forse sarebbe riuscito a fugare dei dubbi nelle menti dei calciatori e a rinforzare la coesione della squadra".

In che senso? Può spiegarci meglio?

"La mia impressione è che all'interno del gruppo ci sia malessere e c'è la sensazione che Allegri sia sul punto di esser mandato via. I giocatori, quindi, sono disorientati e non formano coesione. Esiste nella Juventus una figura molto importante, che attualmente ricopre la carica di vice presidente, che con le sue parole ha parlato delle prestazioni non all'altezza della squadra e ha cercato di spronare i suoi componenti. Questi interventi andavano fatti dall'allenatore, altrimenti si crea solo confusione e basta".

Pavel Nedved che, ricordiamo, è stato un suo calciatore ai tempi della Juventus.

"L'ho sempre apprezzato moltissimo come calciatore, ma nutro qualche dubbio come gestore. Lui, da quel che ho capito, non è in un ottimo rapporto con Allegri e il presidente Agnelli ha lasciato nell'equivoco questa situazione. Per alcuni mesi, tra l'altro, è scomparso; la sua impronta non la si vedeva più. E, come correttamente fatto, ha delegato tutto in mano all'amministratore delegato Arrivabene che ha fatto delle dichiarazioni sulla parte economica e in parte le ha dedicate a Nedved reo di aver espresso un'opinione non totalmente positiva sul gioco espresso dal club. La sensazione non può non essere arrivata ai giocatori, questo può aver creato una mancanza di voglia di fare o un dubbio nei confronti di Allegri".

Al di là delle parole del presidente Agnelli, crede che una nuova sconfitta in campionato possa cambiare le carte in tavola?

"Il presidente è stato chiarissimo, in quanto ha detto che Allegri proseguirà fino al fine della stagione. Riferisco quel che dice l'organo supremo del club, per cui chi a torto o ragione vuole un nuovo allenatore dovrà mettersi l'animo in pace. Qualche settimana fa, l'ingegnere Elkann ha dichiarato di aver fiducia di suo cugino e per cui è in possesso della delega da parte della proprietà di portare avanti la sua funzione nella pienezza dei suoi poteri".

E se dovesse arrivare una sconfitta nel derby?

"Se non dovesse arrivare una vittoria, le cose si complicherebbero parecchie. Dobbiamo cercare di cambiare il nostro modo di giocare, altrimenti non so: mandiamo in campo il presidente Agnelli che ci risolve i problemi! Ma questa è solo una battuta".

Che cosa ne pensa del ritiro? 

Ritengo il ritiro organizzato una cosa proficua, perché in queste occasioni c'è tempo per parlare, discutere, litigare e trovare nuove soluzioni insieme. Per me non c'è niente di male, ma era meglio farlo molto prima in modo da spazzare definitivamente tutti gli equivoci presenti in questa società".

In questa oscurità, da tifoso bianconero, vede uno spiraglio di luce?

"Sì se i giocatori tireranno fuori gli attributi, altrimenti no. Ho letto che qualche cronista, nel post match, ha detto che la Juventus della Serie B aveva più orgoglio di questa squadra. Non voglio prendermi alcun merito, ma la Juve affrontò quel campionato con grande grinta e determinazione. Ed è quello che non si vede qui: il primo tempo col Maccabi è stato un disastro, leggermente meglio nella ripresa e questo chiaramente non basta. Qualcuno può anche esser un brocco, ma non è che lo sono diventati tutti nello stesso momento. Se la società vuole raggiungere il risultato minimo, che è la qualificazione in Champions, è ora che si inizi a rendere conto della situazione in cui è oggi".

Si ringrazia Giovanni Cobolli Gigli per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.