Casillo, ex Presidente Foggia: “Moggi, il capo dei capi. Cellino? Il più grande truffatore europeo. Conte è il numero uno”

Negli anni ’80 era uno dei Presidenti più vulcanici della serie A, con il suo Foggia ha scritto pagine di storia importanti e resta l’unico vero Presidente innamorato di Zdenek Zeman, storico nemico della Juventus. Pasquale Casillo, da anni, è uscito dal mondo del calcio ma oggi in esclusiva per TuttoJuve.com svuota il sacco. L’ex Re del grano (così definito per le sua principale attività legate al commercio dei cereali) ha avuto anche problemi con la Giustizia italiana e da sempre ha chiesto di essere processato. Era il Presidente dell’Avellino, quando il tifoso del Napoli Sergio Ercolano perse la vita per il derby campano. Ha guidato la Salernitana e dopo avere affidato la Presidenza a Nello Aliberti è diventato il suo nemico numero 1. Spara a zero su tutti, sulla Juve di ieri e su Massimo Cellino. Elogia la Juventus di oggi e soprattutto Antonio Conte.
Lei è stato presidente del grande Foggia, quello allenato da Zeman, ed ha un ottimo rapporto con il tecnico boemo, da sempre antijuventino. Perchè, a distanza di anni, lo reputa ancora il miglior allenatore?
"Zeman è un grande. Con lui non vinci niente, conquisti solo scudetti finanziari. E ' un ottimo allenatore e un grande scopritore di giovani, e lo ha dimostrato anche quattro anni fa a Foggia. Quando mi è successa la disgrazia (Casillo è stato arrestato nel 1994, ndr) lasciai 50 miliardi delle vecchie lire, il valore dei giocatori, che poi sono stati ‘incassati’ dalla gestione successiva, che ha portato il Foggia in C1. Il Foggia è l'unica squadra rimasta senza proprietà per 5 anni, e tenuta da gestori che hanno consumato i soldi lasciati da me e poi hanno fatto fallire la società. 50 miliardi, i soldi di Signori e Shalimov, insomma parliamo di grandi giocatori. Questa è la verità. Ma la storia di Zeman è altra: il sistema finanziario italiano lo ha usato. Prima l'hanno mandato alla Lazio e poi alla Roma, nella stessa città, passaggio che in qualunque situazione avrebbe scaturito contestazioni. La stampa, invece, ha gestito questa cosa. Zeman era ben visto da laziali e romanisti, perché quando c’era lui sia la Lazio che la Roma sono state quotate in borsa. Quando poi è stato ripreso l’anno scorso dalla società giallorossa, io ho pensato che avrebbero sistemato l'assetto finanziario, visto che avevano 700 milioni di euro di debiti. Solo che non hanno aspettato: Sabatini e Baldini hanno preferito cambiare, e poiché non hanno trovato un Thohir, la banca sta sostenendo Pallotta, che ha il 30% della società, contro il 70% gestito appunto dall’istituto bancario. Però avevano preso Zeman pensando, e non si sbagliavano, che non avrebbero vinto lo scudetto, ma che in un paio d'anni avrebbero sistemato il lato finanziario. Questa è la verità, a mio parere. Quando i Sensi avevano 400 miliardi di debiti ed hanno quotato la Roma in borsa, quest’ultima valeva 800 miliardi, di cui 400 sono andati agli azionisti e 400 a Sensi, che non ha perso un soldo. La stessa cosa è successa alla Lazio: quando l'hanno quotata in borsa e aveva 120 miliardi di debiti, è stata valutata 250 miliardi, di cui 120 sono andati a Cragnotti e 119 al Parco Buoi, cioè agli azionisti. Avevano portato Zeman anche a Napoli per fare la stessa cosa, ma il signor Ferlaino gliel'ha vietato, mandando un noto tifoso napoletano, oggi non più tifoso ma altro, a minacciarlo di andare via dopo una partita con il Perugia. Non vollero aspettare perché non gli conveniva che Zeman sistemasse il lato finanziario. Questa è la verità, ma la gente non la vuole accettare”.
Qual è il suo rapporto con Moggi? E com'è stato in passato quando era Presidente del Foggia?
"Fra noi due ha vinto lui alla fine. Di ‘Moggini’ in circolazione ce ne sono davvero tanti, vedi Pavarese, che dovunque vada, e lo sottoscrivo, fa come Attila: dove passa lui non cresce più l'erba. Torino, Napoli, Avellino, Nocerina, è andata sempre così. Quando il Napoli venne a giocare ad Avellino e morì il povero Sergio Ercolano, la verità l'ho raccontata alla Procura che però non mi ha creduto. Agostinelli, allora allenatore del Napoli, era senza attaccanti, e a qualcuno convenne organizzare la baraonda nella quale per una disgrazia ha perso la vita il giovane Ercolano, 19 anni. Io avevo mandato 7mila biglietti a Napoli per fare un incasso importante, ma stranamente il martedì ne avevano venduti 2mila, poi dal mercoledì fino al sabato neanche un biglietto, e non è possibile, c'è qualcosa che non quadrava. Fu una brutta serata. La causa è finita 10 giorni fa e hanno assolto tutti. Perinetti, ad esempio, è un po’ come Pavarese: dovunque va, fa fallire le società. Palermo, Roma, Napoli, Bari, Siena, tutte fallite o con difficoltà economiche perché lui fa spendere troppi soldi, anche se è bravo a livello tecnico. E’ facile vincere spendendo tanto. Si dovrebbe vincere spendendo poco. Questo è il mio parere, lui può anche offendersi ma la verità è questa. La fortuna di questi direttori è che hanno i giornali dalla loro parte, e non vengono criticati. Ora Perinetti sta vincendo a Palermo, ma con quei giocatori potrei far bene anch’io, che capisco poco. Tutto si può fare con i grandi giocatori."
In tutto questo discorso dove si colloca Moggi? Le avevo chiesto del suo rapporto con l'ex Dg della Juve.
"Moggi è il capo, il capo dei capi. Però è innocente, mica è stato condannato! (sorride, ndr). Quando io parlo non sono credibile, i magistrati credono ai pentiti, ma non a me, che sono stato assolto in tutto. Tempo fa, ad esempio, ho scritto una lettera all'Unione Sarda rivolta al Presidente del Cagliari, Massimo Cellino, ma nessuno l'ha considerata. Nella lettera parlavo del contenzioso che c’è tra Foggia e Cagliari per il cartellino di Marco Sau, sotto contratto con il ‘mio’ Foggia. Cellino è il più grande truffatore d'Europa! Rinviato a giudizio per truffa ed evasione fiscale. Quando siamo stati arrestati entrambi nel 1994, io sono stato assolto e lui condannato. E per la stampa io non sono credibile, perché dico la verità e la verità fa sempre male. Ora intendo creare un sito per far conoscere la verità alla gente, scriverò tutte queste cose che sono documentate. Ad esempio la storia di Salerno. Proprio lunedì scorso è finita, dopo 10 anni, la causa che riguardava la Salernitana e mia moglie (Annamaria Ambrosio, ndr). L’ex presidente granata, Nello Aliberti, mi denunciò per estorsione e fu condannato per calunnia. In appello sono stato assolto di nuovo e lui è stato condannato, e ho avuto finalmente la liberatoria finale, perché è stato accertato che il club era di proprietà di mia moglie. A Salerno abbiamo fatto venire grandi giocatori, Di Vaio, Vignaroli, Gattuso, Fresi, è una bella storia quella della Salernitana".
Lei è stato vicino a Zeman quando il tecnico ha denunciato la Juventus sia per la questione del doping sia per Calciopoli. Perché?
"Perché lui ha detto la verità, sempre la verità. Ed ha sofferto per questo. La Roma ha avuto il coraggio di prenderlo, ma lui nel frattempo è stato fermo per 5-6 anni, perché non era ben visto dall'ambiente. Avrebbero sofferto per qualche anno ma poi avrebbero sistemato gli aspetti finanziari, magari accontentandosi per qualche anno del terzo o quarto posto in classifica".
Casillo, con gli Agnelli che rapporto aveva?
"Nessun rapporto. Vendetti alla Juve Mark Iuliano. Conte? Un grande allenatore e lo ha dimostrato con le squadre piccole e le grandi. E’ uno che secondo me rimarrà nella storia della Juve e non solo".
Qual è il suo rapporto con la Juventus di oggi?
"Abbiamo giocato tante volte contro. Ricordo una volta a Bari. Anche lì ci fu una questione per un rigore, le solite cose, insomma… La Juve vince sempre. Grande allenatore, grande società, grande stadio, grande in tutto. Anch’io due anni fa avevo proposto di costruire il nuovo stadio a Foggia, avevo già il progetto approvato dal comune. Lo presentammo anche al mercato immobiliare, ma poi Foggia mi ha punito un'altra volta, negandomi questa possibilità. Deve sapere che io ho avuto 37 tra processi e avvisi di garanzia, ma sono sempre stato assolto. La mia fedina penale, in questo momento, è illibata".
E oggi di cosa si occupa?
"Sto con mio figlio, sto cercando di organizzare qualcosa. Ma ho 65 anni, posso anche decidere di andare in pensione".
Aneddoti finali?
"Tutti difendono Moggi perché è il capo. Le racconto che fu un avvocato napoletano a convincere Aliberti a denunciarmi per estorsione. Lo convinse a farci del male, perché un buon avvocato non consiglia ad un suo assistito di andare a denunciare Casillo per l'estorsione di 24 milioni di euro. Da lì, infatti, sono nati tutti i problemi, ma oggi finalmente ho avuto ragione, perché il magistrato nella sentenza dice che il vero delinquente non è Pasquale Casillo. Faccia Lei, signorina. A buon intenditor poche parole. Un giorno la racconterò la storia di Moggi, la vera storia. Tutti gli arbitri quando venivano a Napoli andavano a mangiare da ‘Mimi' alla ferrovia’. Capito?"
La Redazione di TuttoJuve.com ha registrato l'intera intervista a Pasquale Casillo e, non avendo elementi e/o prove, si dissocia da quanto dichiarato dall'ex Presidente del Foggia. La nostra Redazione resta a disposizione dei citati per eventuali smentite e/o rettifiche.