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SOTTOBOSCO - Pecoraro, basta! Io non sono napoletano (ma sono protofascista). C’è progetto Juve per Tonali. Allegri ha chiesto un difensore-bomber. Paratici ha individuato vice-Cancelo. Circolano fake news. La scomparsa di un Gentiluomo

di Andrea Bosco

VALTER, IL GENTILUOMO
 
Comincio, questa settimana, ricordando Valter Noto, collega di “Tuttosport” la cui scomparsa ha suscitato emozione e cordoglio. Anni fa, durante la sua prima direzione al quotidiano torinese, Xavier Jacobelli, quando ancora lavoravo alla Rai, mi offrì una rubrica settimanale: “L'invitato“.
Scrivevo di calcio in proiezione Juventus. A volte mi rapportavo telefonicamente  con il collega che Xavier mi aveva indicato: Valter. Non ci siamo mai incontrati. Ma non ho mai dimenticato una cosa: chiedeva, Valter, se avessi preferenze per il titolo. Una cortesia. Solitamente mandi il pezzo e ti affidi all'estro del titolista. Ho letto che Valter era stimato  amato per professionalità ed umanità. Che era un galantuomo. Io aggiungo: un gentiluomo. Nella stagione del giornalismo “incerto“, una medaglia.
 
JUVENTINO E PROTOFASCISTA
 
Ho scoperto di essere un “protofascista“. L'ho scoperto grazie ad un “Caffè“ di Massimo Gramellini su “Il Corriere della Sera“. Anche lui si è accertato  “proto“. Le 65 domande del fascistometro confezionato da Michela Murgia per Einaudi in “Istruzioni per diventare fascisti“ non lasciano dubbi:  tra le 16 e le 25 condivisioni sei un neofita “proto“. Ho risposto affermativamente al fatto che in Italia ci siano troppi parlamentari, visto che da noi sono il doppio rispetto agli Stati Uniti. E che ”sì“, reputo i Tar da riformare, considerato che chiunque rivolgendosi a quei tribunali è in grado di bloccare sine die un'opera pubblica.
La faccio breve: ne ho spuntate 19 e conseguentemente, per dirla con Murgia, ho svelato “la parte più nera che alberga in ognuno di noi“.
La cosa mi ha scioccato. Vengo da una famiglia di socialisti: mio nonno e mio papà potrebbero essersi rivoltati nella tomba per il disgusto .  
Non so quante ne abbia spuntato Gramellini.
Facciamo lo stesso mestiere. Abbiamo persino una rubrica simile. Diversa solo per un dettaglio: la mia su Rmcsport, il “Caffè“ lo offre Bollente.
Tuttavia una cosa, certamente, ci divide: lui tifa per il Torino, io per la Juventus. Immagino che questo lo renda (avesse anche sommato più spuntature delle mie nel Fascistometro Murgia) un po' meno “proto“ del sottoscritto.
Oggi, rivelarsi “juventini“ è assai peggio che essere definiti “fascisti“.
Ce lo ricorda ogni giorno lo stormo di mosche cocchiere che volteggia sul Vomero. Ce lo ricordano dai gradoni del Colosseo e dai gradini del Duomo meneghino. Ce lo ricordano “epurati“ ed “esiliati”. Ce lo ricordano azzeccagarbugli dediti ad intasare il lavoro delle procure .
Proprio non riescono a farsene una ragione dei successi di Madama. Si nutrono di cavilli e di spregevoli insinuazioni. A loro piaceva la Juventus in serie B. Quella dei settimi posti. Quella era “simpatica“ .
Rammento un direttore scrivere, nell'anno della retrocessione calciopolara, di “Rinascimento bianconero“. Sapete con chi? Con i Paro, i Nocerino, i Palladino, i De Ceglie. C'erano, è vero, anche i Criscito, i Giovinco, i Marchisio.
Neppure lui, probabilmente, credeva  sarebbero bastati per “rinascere”.
In stagioni nelle quali toccava alla Capitale Capoccia, lagnarsi per gli “aiutoni“ elargiti alla (ex) Capitale Morale Lombarda.
Viviamo circondati dall'intolleranza.  
Quella, ad esempio, che ha colpito Federico Ruffo, cronista di “Reporter“. Con Ruffo sono andati oltre l'intolleranza. Gli sono penetrati in casa cospargendone il perimetro di benzina. Smagati dal cane di Ruffo sono fuggiti inciampando nella ciotola dell'acqua del quadrupede. Ruffo ha firmato le due puntate di Report sulle infiltrazioni ndranghetiste nella curva della Juventus. In carriera si è molto occupato di traffico di droga, di turismo sessuale in Thailandia, di famiglie serialmente malavitose . Abita ad Ostia, luogo dove nella malavita ti imbatti anche dal tabaccaio quando vai ad acquistare le sigarette.
Chi è stato a spargere benzina nel cortile di Ruffo? Ancora non si sa.
Ruffo, dopo la sua inchiesta, lui “juventino“, ha rivelato di venire, sul web, sistematicamente minacciato di morte da “juventini“ incazzati. Nessuno - ha denunciato Ruffo -  ha offerto, tranne il direttore di un quotidiano, solidarietà. Lui l'avrebbe voluta dalla Juventus che invece “non ha fatto nulla“. Si può non essere solidali con Ruffo? Si deve esserlo.
Anche se chi è stato minacciato - anzi soprattutto se chi è stato minacciato - reputi abbia fatto un lavoro che non ti convince. Offro la mia solidarietà a Ruffo. Non perché è un collega e tanto meno perché è “juventino“. Gliela offro perché la prepotenza non deve essere tollerata. Spero sia dato presto un volto, un nome e un cognome ai “benzinari“. Le autorità lo devono a Ruffo. E non solo a lui .
Politici di questo paese hanno coperto di insulti i media colpevoli di criticarne l 'operato. La  categoria, dopo essere stata difesa dal Presidente della Repubblica, giustamente è scesa in piazza a protestare. Non esiste democrazia senza una libera informazione. Ma la libertà di pensiero non può sconfinare, come accade sul Pianeta Calcio, nella menzogna periferica alla diffamazione.
Ci sono ayotollah dalla insindacabile verità: la loro.
Ti dicono che lottano e lotteranno per il trionfo della giustizia. Calpestata -a  parer loro - dalla  Spectre con sede alla Continassa.
Chiedetevi, piuttosto, perché la Juventus sia diventata così vincente e tiranna. Datevela quella risposta.  E scrivetela: la conoscete. Sarebbe un atto di onestà intellettuale. Sarebbe.
Sapete che cos'è l'intolleranza? Lo illustra “La legge di Parkinson ovvero 1= 2“.
Spiega l'omonimo autore: “L'intolleranza si trova nelle vene dei sergenti maggiori. Ed è composta da due elementi chimici. L'ottimo (mai buono abbastanza). E non si accettano scuse (in nessun caso)“.
 
PECORARO: BASTA!  
 
E poi c'è la Procura Federale. Con evidenti problemi acustici. Peggio: come un goldoniano Arlecchino (“Batòcio”) anche Pecoraro deve essere “orbo de n'a recia e sordo da un ocio“ .
Una sorta di mostro (federale). O meglio: “mostri” devono essere i suoi 007  infiltrati nelle curve calcistiche. Quelli che all'Allianz  quantificano anche i respiri, ma che altrove (mettiamo Napoli, mettiamo Firenze, mettiamo Roma, mettiamo Milano) si presentano con le Trombe di Eustachio otturate. Deve essere per questo che  all'Allianz si ascolta e poi si squalifica. Mentre altrove, gli agenti di Pecoraro proprio non riescono a sentire. Come al Meazza dove su Bonucci e la sua famiglia sono piovute offese e contumelie. E Bonucci, neppure era in campo: era in panchina.  Provvedimenti? Zero: periodico.  
Nessuno, tranne l'amico Massimo Pavan, scrive queste cose. Nessuno chiede conto a Pecoraro per la sua giustizia a due velocità: quella contro la Juventus e quella (inapplicata) contro il resto del mondo.
La riforma della giustizia sportiva dovrebbe essere al primo posto sul taccuino del neo-presidente Gravina. L'avvicendamento di Pecoraro una imprescindibile priorità: ne ha combinate di tutti i colori. Ma non accadrà: mi gioco quello che volete.
Deve essere per questa mia costanza nel rilevare i censurabili comportamenti (federali) dell'ex Prefetto di Roma che un caro amico, mesi fa, mi ha detto: “Non posso più invitarti nella mia trasmissione: sei troppo schierato“ .
Ebbene sì: rivelo la formula dell'acqua calda dicendo che io “non sono napoletano“. Sono nato a Venezia, Campo San Boldo. E mi irrito quando mi definiscono  “veneto“. Sono un veneziano. Mi ci vorrebbe un libro per spiegare cosa questo “veramente“ significhi. Passo.  
 
TONALI UBER ALLES  
 
E' Sandro Tonali il principale obiettivo della Juventus? In un certo senso lo è. Ma come, vi direte: un ragazzino di 18 anni con pochi mesi di esperienza in serie B? Non fatevi ingannare dalle apparenze. Tonali è giovane, è italiano, è un centrocampista duttile sul quale costruire un centrocampo del futuro. La Juventus ha la concorrenza di tutte le big italiche e di un paio di inglesi. La convocazione in Nazionale, ne ha accresciuto il valore, ma il presidente Cellino lo cederà. Per due motivi. Il primo: Tonali ha la necessità di misurarsi con un calcio più competitivo rispetto a quello del campionato cadetto. Il secondo: da Tonali può Cellino ricavare una grossa somma. O in alternativa, assieme ad  un congruo assegno, un pacchetto di giovani. La Juventus vuole evitare un secondo caso Verratti, “sfumato“ sul filo di lana quando la trattativa Juve-Pescara era alle firme. Direte : Tonali tifa Milan e come noto il consenso di un giocatore è fondamentale in una futura destinazione.
Ma non vuol dire:  Verratti tifava Juventus e finì al Psg. La Juventus ha solidi argomenti da presentare sia al presidente del Brescia, sia all'agente del giocatore. Quelli relativi alla remunerazione economica. Quelli relativi al progetto e alla crescita. Il secondo porta il nome di Cr7. Il primo quello di poter diventare l'erede di Pjanic .
Ovviamente non è solo Tonali nel mirino di Paratici. Accanto a Pogba e a De Ligt, recentemente è finito anche il giovane difensore dell'Atalanta, Mancini (tre gol consecutivi nelle ultime tre di campionato, ndr). Che tifa Inter e Materazzi ma che – a quanto mi risulta- sarebbe stato caldeggiato da Allegri. Barella? Piace e costa. Oggettivamente   Pogba esclude Barella e viceversa. Tonali è un discorso diverso: di prospettiva. Prossima, ma pur sempre di prospettiva .  
Altro? Tanti nomi: troppi. Alcuni semplici suggestioni. Segnatevi il nome di Lazzari, talento della Spal. Se Alex Sandro non dovesse rinnovare, a sinistra si sistemeranno De Sciglio e Spinazzola. E a destra, alle spalle di Cancelo potrebbe essere contrattualizzato Lazzari. Marcelo? La reputo una operazione molto difficile.
Piuttosto : se davvero Paratici è interessato a Sancho del Dortmund reputo dovrebbe accelerare le operazioni. L'esterno inglese la cui famiglia arriva da Trinidad è un giocatore il cui cartellino si sta aggiornando- tra gol e assist- al rialzo in modo vertiginoso.  
Infine: lo scambio Dybala- James è una bufala. Ripeto: bu-fa-la.  Martial? Non credo. Benatia, Rugani, Cuadrado nel mirino del Milan? Sogni mostruosamente proibiti. Mandzukic a Milano? Una bestemmia calcistica. Ma ti spiegano che Leonardo “sta lavorando“. Anche al ritorno di Ibra. Ora: il calciomercato è fantasia e sogno. Ma a volte si esagera .
Il 20 di novembre il Milan ha un appuntamento a Nyon, alla camera giudicante Uefa . Dove una sanzione al Milan per i “ misfatti” della precedente gestione (  quella berlusconiana )  sarà comminata.
Prima ipotesi : l'Uefa decide di concedere un voluntary agreement, salvando il mercato del Diavolo. Un piumino più che una sanzione .
Seconda : multa per il triennio 2014-17 con limitazioni nella lista Uefa e vuluntary per le stagioni che verranno. Soluzione auspicata e probabile. Il Milan non avrà gli “ appoggi “ di Psg e Manchester City ma neppure è una società turca.
Terza: nessun voluntary, né per il passato e men che meno per il futuro . Lo imporrebbe il regolamento : dopo una sanzione, una società non può accedere al vuluntary . Scenario temuto .
Ma il 20 novembre l'Uefa non ratificherà sanzioni. Dovesse procedere lento pede, il mercato di gennaio del Milan potrebbe essere, comunque, “salvo “.
Servirebbe, tuttavia, liquidità. E forse per questo mister Singer  sta cercando un socio di minoranza al 25%. Per giugno un socio non potrebbe non bastare. Per giugno - per uscire dalle secche - servirà che il Milan sia almeno quarto in classifica: il passaporto per la Champions. E per le risorse economiche che la Champios offre a chi partecipa.
A Milano si accaserà Beppe Marotta: all'Inter. In un mondo di professionisti una cosa normale. Nel calcio italiano, che normale non è, una anomalia .
Vi dico come la penso: la Juventus e i tifosi della Juventus devono essere grati a Marotta per il suo lavoro. In primis, per aver insegnato il mestiere ad Andrea Agnelli. Non so quale ruolo avrà Marotta all'Inter. Se lo lasceranno fare, certamente farà bene. Come ha sempre fatto: ovunque sia andato. Se i gattopardi fossero stati  intelligenti gli avrebbero offerto – votandolo - la presidenza della Federazione. Ma un gattopardo “intelligente“ non si è mai visto. I gattopardi hanno una sola imbattibile qualità: la rapidità. Nell'occupazione di poltrone e strapuntini . Perché “loro“, lo avessimo dimenticato, “ci hanno i voti“ . Ci hanno .  
Una costante, viceversa, il gossip su Ambra e Allegri. Si sposano? E se si sposano, quando si sposano? E per sposarsi, che location sceglieranno? Interrogativi esistenziali, di una aristotelica profondità. Più profondi del tormentone che presto inizierà su Max Allegri (che vinca o meno la Champions): Zidane , ha già firmato? Tranquilli: dal prossimo gennaio, tra Torino centro, collina e Mandria, le abitazioni “affittate“ da Zinedine, spunteranno come i funghi.
E Allegri? Ma al Real Madrid, fratelli. E visto che Lo Special One a Manchester ha comunque i mesi contati, là a domare i Diavoli, ultimamente spesso rossi di vergogna, arriverà l'uomo con la frusta: Antonio Conte.
E se Spalletti dovesse “bucare“? E se Rino dovesse fallire?  Ma allora ditelo che anche dal sottoscritto volete le “bombe“. Mi spiace: non so fabbricarle. Memento : le ultime qui prodotte   non sono roba mia . Tradotto : scherzavo . Anzi : coglionavo.  
 
NON ANDATECI
 
Infine: la conferma che la Supercoppa Italiana si giocherà a gennaio in Arabia Saudita mi provoca un vero sconforto. Pecunia non olet e i contratti vanno rispettati. Ma qui in ballo non c'è solo la parola data, una firma su un pezzo di carta, l'eventuale ragion di Stato .
I nostri eroi andarono nel Cile del macellaio Pinochet a conquistare la Coppa Davis. I precedenti non mancano : i mondiali in Argentina si giocarono in un paese in cui i Colonnelli, facevano scaraventare nell'oceano dagli aerei in quota i dissidenti politici. Non infrequentemente lo sport si è inchinato alla barbarie. Altre volte ha avuto la forza di negarsi .
In questo caso, ogni giorno, il dossier relativo all'assassinio di un giornalista del “Washington Post“ (nell'ambasciata saudita in Turchia  dove si era recato a richiedere un visto) si arricchisce di particolari raccapriccianti, sulle modalità di quell'omicidio e sul mandante:una delle massime autorità della famiglia reale saudita. Ma le ultime recitano: tutto è avvenuto a sua “insaputa“.
I colpevoli - 5 persone - saranno condannati a morte. E con la loro esecuzione (barbarie nella barbarie) sparirà qualsiasi prova a carico del mandante .
Spero che chi può, riveda la decisione di andare a giocare in quel paese. Sarebbe un segnale di civiltà.
 


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