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L'IMBOSCATA - Nomi assurdi e fantasiosi: tutta la verità sul mercato bianconero. Tre talenti per il futuro. Due casi spinosi per Giuntoli. Mottata a San Siro? Anomalia Juve, a braccetto con Marotta in sostegno di Gravina: ecco (forse) perchè...

di Andrea Bosco

di Andrea Bosco

Implacabili. Ne "sparano di inaudite": nomi assurdi. Uno perfino Marcelo. Non sentitevi "polli": capita anche a me, che pure conosco il "giro del fumo", di finire "perculato". Riunione di redazione: serve una "notizia" da mettere in home page. Non ce ne sono? La inventiamo.

Alla Juventus dopo gli infortuni di Bremer e Cabal servono due difensori: forse persino tre, considerato che Danilo è dato, a gennaio, in uscita. Nelle ultime due settimane sono usciti cinquantaquattro (54!!) nomi. Quello la Juve lo vorrebbe, ma non se lo può permettere perché costa troppo. Quell'altro era un "pallino" di Giuntoli che ci proverà con un "prestito". E quell'altro ancora che non gioca nel suo club farebbe carte false per approdare a Torino.

L'infortunio del serbo che non rinnova ("Non si uccidono così anche i cavalli?") ha aperto la riffa sull'attaccante. Perché Milik solo tra un mese potrebbe tornare convocabile. E perché Mancini della Next (avesse mai ipotizzato Motta di impiegarlo) si dovrà operare a un piede. Qui la "fantasia" ha prodotto meno: appena una quindicina di nomi.

Rimpianti per Kean che a Firenze sta segnando a ripetizione? Non tanti: Giuntoli ha ceduto uno che nella passata stagione aveva fatto zero gol. Le ultime parlano di un Fagioli destinato a lasciare la Juventus. Ma il problema non è Fagioli e neppure il rimpianto per Rovella (questa sì, macroscopica cavolata), quanto piuttosto i "casi" Douglas Luiz e Nico Gonzalez. Perché se Nico pare ormai essere diventato il nuovo Ramsey, il brasiliano versione "bandolero stanco" sembra avviato ad essere la replica del "pizzardone" Arthur. Anzi: peggio. Arturo almeno non si infortunava. Cosa abbia davvero Douglas Luiz non è dato sapere. Questione di privacy.

Sono novanta milioni impiegati su due giocatori che finora hanno fruttato zero. Uno dei due, anzi, ha prodotto danni. Ormai sono mesi che i due sudamericani sono ai box e la cosa decisamente inquieta. Anche perché, dovessero mai rivelarsi "rotti", venderli sarebbe praticamente impossibile.

Per il centrocampo di nomi non ne circolano. Come noto, io non sono un esperto di mercato. Quindi quelle che seguono sono suggestioni. Avessi la borsa di Giuntoli proverei a prendere dal Lille, Diakitè, centrale che difende bene e imposta meglio. In mezzo al campo chiederei a Cairo (che tanto davanti a una buona offerta li vende tutti, come dimostrano i casi Bremer e Buongiorno) il talentuoso Ricci: uno che ha senso euclideo. Per l'attacco presenterei un'offerta sfacciata all'Inter, proprietaria di Pio Esposito bomber dello Spezia. Daniel Maldini è uno che sa giocare al calcio: per ora ha fatto vedere, probabilmente, solo il 30% del suo potenziale. A giugno la sua clausola sarebbe abbordabile.

Nomi, gli altri, non avvicinabili per gennaio? Probabilissimo. Ma eviterei al posto di Giuntoli, acquisti solo per tappare i buchi.

Si va al Meazza con le rotazioni contate, anzi, inesistenti. Con Weah, falso nueve e il resto della truppa da "benedire". Grazie alle Nazionali, la Juve ne ha persi due (basilari) in un colpo solo. Verrà risarcita? Il danno resta pesantissimo. Si gioca troppo. E gli infortuni aumentano.

La Juve ha necessità almeno di non perdere al Meazza. Vincere sarebbe meglio, ma oggettivamente il Milan arriva al match in condizioni migliori, con infortunati recuperati, con il suo olandese (a differenza di Koop) riposato, con un Leao in grande spolvero. Il Milan, nei grandi match si esalta. Ha vinto il derby e ha asfaltato al Bernabeu il Real Madrid. Si dirà che la Champion's inventata da Ceferin non è la vera Champion's, ma vincere in quello stadio (e così bene) rappresenta una impresa.

Thiago Motta non è discussione, anche se qualche errore di gestione lo ha commesso, a mio parere. Magari al Meazza si inventerà l'ennesima diavoleria che nessuno si aspetta. Certamente la Juventus non dovrà mollare: dovesse farlo, la sua stagione sarebbe probabilmente compromessa, con l'incubo (stante gli infortuni) di non riuscire ad ottenere un posto per la prossima Champion's.

L'oracolo non si pronuncia ma il primo gol di Koop sarebbe gradito.

Se sul versante gioco e risultati la Juventus, pur con qualche affanno non è criticabile, lo è a mio parere, invece la dirigenza. Conclave a Roma per discutere di Calcio e investimenti. Ci sarà Cairo (padrone di casa), ovviamente Marotta, con Scaroni e Percassi. Non la Juve. Si dirà: beh, neppure Lotito e De Laurentiis. Vero: Ma qui sta l'anomalia. La Juventus ha votato a braccetto con Marotta in sostegno di Gravina, la riforma che i domini di Lazio e Napoli, viceversa non sostengono. Gravina vuole mettere la mordacchia a Casini presidente della Lega, che rivendica più spazio in Federazione (tradotto: più consiglieri) per la Lega.

Gravina (che non ci sente di mollare la poltrona) ha ieri parlato della "funzione sociale del calcio". Per questo i dilettanti di Abete "pesano" per il 34% all'interno della Figc. Con la comprensione del governo, che i quattrini per finanziare il calcio sociale non li ha. Quello che Gravina evita di dire è che, in base alle cifre, quel 34%, rappresenta anche il bacino di voti indispensabile per la sua rielezione. Limite di mandati? Ma sta a guardà er capello. Il gattopardo dentro al sinedrio ci sguazza. Specie se trova sulla sua strada "accondiscendenti" viaggiatori incapaci di indicare un autonomo percorso. Questa nuova Juventus ha deciso di risultare politicamente non influente. Forse per farsi "perdonare" la temerarietà di aver vinto nove titoli di fila. "Chi vince troppo usando il sistema, fa male al sistema". Parola di navigatissimo politico presente alla cena romana di cui ho scritto mesi fa. Parole come pietre. C'è un macigno sulle spalle della Juventus. Sisifo, chi era costui?


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