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L'IMBOSCATA - Missione compiuta, ma è Juve con soliti difetti. Rabbia Allegri, ma spetta a lui trovare soluzione. Inter-Juve, i tifosi non dimenticano. Le balle di Pagliuca. I rapporti stretti Chinè-Lotito. Dubbi su carta segreta, indaga Nordio?

di Andrea Bosco

di Andrea Bosco 

Alla fine la nuvoletta che si era addensata sulla testa di Vlahovic è evaporata. Dopo l'ennesimo gol cancellato dal Var, dopo un paio di conclusioni che avrebbero meritato miglior fortuna, è stato il serbo su calcio di rigore a sbloccare il risultato in Germania contro il Friburgo. Buonissima Juventus nel primo tempo. Nel secondo in superiorità numerica soliti difetti, solito braccino corto, solita squadra che si abbassa e che quasi stenta a credere di chiamarsi Juventus. Allegri si è arrabbiato, ma spetta a lui trovare la soluzione. Buona notizia il ritorno al gol di Chiesa nel finale. Splendida notizia la qualificazione ai quarti di Europa League.  Tenuto a riposo Di Maria, tanti giovani dentro il match da Kean a Barenechea, a Illing, 

Buon lavoro di Locatelli e Rabiot. Per Fagioli serata in sordina. Super il polacco tra i pali. E scampoli di Cuadrado. Ma soprattutto più  positivo e tranquillo Gatti preferito a Rugani.

Ora, con due giorni in meno di riposo rispetto all'Inter (ma la colpa è della Juventus retrocessa in Europa League dopo il fallimento Champion's  e il calendario questo sancisce) Madama navigherà verso quello che continuano ad ostinarsi a chiamare Derby d'Italia. Gara che vale per la classifica e per l'onore. Contro l'Inter non è (e mai sarà) una partita normale. E se  la società in passato ha teso mai impensabili (indimenticabile Agnelli che spiega “di voler bene all'Inter")  i tifosi non hanno dimenticato. E mai dimenticheranno. E qualora lo dovessero fare  ci pensano  certe  trasmissioni a rinfocolare gli astii e a spruzzare veleni. Le “balle“ di Pagliuca su Ceccarini, puntualmente smentite dall'ex arbitro sono state una chicca da televisione caciara. Ha ricordato Ceccarini che la Juventus vinse quel campionato con 5 punti di vantaggio.  Ha ricordato la sua valutazione sul presunto fallo di Juliano (per lui, Ceccarini) su Ronaldo. Non ha ricordato invece   

 il macroscopico rigore non fischiato nella gara di andata al “Meazza“  di un possente difensore francese con le treccine su Inzaghi. Neppure all' Inter hanno mai avuto l'onestà intellettuale di ricordarlo. Come spiegava un poeta francese: “Si dimentica ciò che si vuole dimenticare“ . 

Si giocherà e vedremo. L'Inter ha passato il turno con il Porto. In campionato balbetta ma Inzaghi ha tirato i remi in barca alla Allegri: difesa e corto muso .

Sarà una partita diversa. Senza il pathos del passato, nonostante le cicatrici non si siano rimarginate . Da un lato la Juventus del popolo. Dall'altro l'Inter dei comici, degli attori, degli intellettuali, dei giornalisti di gran nome.  Ho letto un articolo di un noto (e  bravo) collega, pochi giorni fa (interista come pochi) nel quale spiegava che le  sentenze vanno accettate. Persino se sono ingiuste. Facile dirlo per chi tifa una squadra che nel corso della sua storia che si tratti di lattine o di scudetti “arrivando terza“ la  sfanga sempre. Magari perché è innocente, direbbero i miei amici interisti. Magari perché ha bravi avocati (Prisco fece un capolavoro), magari perché  tra i suoi tifosi ci sono importanti politici che fanno i tifosi e che il proprio tifo fanno pesare. Magari perché  dopo aver accettato la Superlega ha baciato la pantofola di Ceferin facendo una precipitosa macchina indietro.

Sono politicamente scorretto. Perché sono stufo del clima da processo permanente instaurato contro la Juventus. E quindi scrivo le cose come le direi al bar dello sport . Se qualche collega ventila fango  a ogni ora, sono io criticabile per questi miei pensieri?

Se lo sono,  me ne sbatto.  Non ho bisogno degli applausi di alcuno.

Ho dato conto di una notizia relativa ad una cena romana . Snobbata da tutti. Perché nessuno se la sente di dire la verità su Gravina e soci. Ma guarda caso, mi viene raccontato che Chinè è in stretti rapporti con Lotito. E Chinè spedisce in campo Mourinho con la Juve, ma si prende una settimana di tempo per approfondire il suo labiale e quello di Serra. Morale: portoghese squalificato. Salterà il match, con quale squadra? Appunto. Funziona così, maledizione, la giustizia sportiva che Gravina si rifiuta di riformare. A quella cena dicono che  il fastidio del Palazzo verso la Juve nasce al profilarsi dell'ottavo scudetto di fila. Uno di quei commensali dice (testuale): “Vincere usando il sistema, nuoce al sistema medesimo“.  Uno bravo saprebbe riconoscere il linguaggio. 

In ogni caso le carte trattenute per sette mesi da Chinè, contengono il nulla. Sono vere? Sono fasulle? Visto che non ci sono logiche spiegazioni per questa negazione, a tal punto da condurre la Procura Federale a ricorrere (respinta) al Consiglio di Stato dopo la decisione del Tar di costringerla a sputare l'incartamento, sarebbe il caso che il ministro Nordio, mandasse alla Procura di Chinè una ispezione per capire se quelle carte sono autentiche  o viceversa ce ne siano altre. Io sono come Andreotti : penso male. E magari ci azzecco. Ma  soprattutto non mi frega un tubo di essere considerato un peccatore. 

Peccatore è certamente  Aurelio De Laurentiis che dopo aver  tirato palate di dissenso su chi non la pensava come lui, candidamente ha ammesso  in polemica con la riforma della Champion's: “Servirebbe un campionato a 16 squadre“. Come era una volta. Ma benedetto uomo, dillo tu a Gravina, altra sua  promessa di riforma mai mantenuta: ridurre il numero delle partecipanti al campionato. Magari  la prossima volta evita, caro De Laurentiis,  di sostenere un gattopardo. Ma soprattutto diglielo anche  tu che le sue  dimissioni,  dopo quanto successo nelle ultime stagioni,  sarebbero il minimo sindacale . I tumulti di Napoli? Colpa di tutti. Tifosi (delle due fazioni), del Prefetto, del Ministro dell'Interno. E di leggi inadatte a contenere una violenza (non solo calcistica) sempre più spudorata. Don Aurelio ha invocato provvedimenti alla Tatcher. Io che non sono come Piero Sansonetti e che non reputo che  essere garantisti  significhi evitare la galera ai colpevoli, magari stravolgendo il pensiero del sempre citato ( spesso a sproposito ) Cesare Beccaria dissento però, sulle misure tatcheriane. Basta applicare le leggi esistenti. Danneggi cose e persone? Stai al gabbio per un mesetto. Senza sconti di pena, senza tribunali del riesame, senza condizionale, senza  leggiucole e pandettine. Te lo fai il tuo mese con il sole a scacchi . E magari la prossima volta ci pensi prima di sfasciare il frutto del lavoro di onesti cristiani . Perché poi ai teppisti pensano in tanti. Ai  cittadini perbene, nessuno . 


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