.

L'IMBOSCATA - La Juve sa quello che vuole e tornerà a splendere, ma qualche dubbio sorge. Giuntoli "pokerista" che ama "il buio". Rimpianto cessioni e obiettivi che inquietano. Marcenaro, chi si rivede! Grazie Tek. Figc, Gattopardo senza freni

di Andrea Bosco

di Andrea Bosco 

Spiegava l'impareggiabile Leo Longanesi che "l'arte di trascorrere il tempo è quella di non farci caso". Chissà se Cristiano Giuntoli ha nella sua biblioteca gli scritti di Longanesi. Certo che il tempo sta diventando un fattore essenziale nelle vicende della Juventus. Mancano poco più di due settimane alla fine del mercato, pochi giorni all'inizio del campionato e la Juve è ancora un cantiere aperto. Con almeno otto "esuberi" da piazzare e alcune trattative in entrata da concludere. E nelle ultime ore si è appreso che Kalulu (hai detto Kalulu non Kaiser Franz, terza opzione del Milan attuale) avrebbe remore a trasferirsi alla Juventus. Dove con evidenza non sarebbe titolare. I tempi cambiano: una volta un Kalulu alla Juventus ci sarebbe andato sulle ginocchia.

Ma oggi "serve tempo" come ha spiegato l'ad Scanavino nella bella intervista realizzata dal direttore di "Tuttosport" Guido Vaciago. La Juve ha progetti di lungo termine. Il presente abbisogna di assestamenti, economici e tecnici. La Famiglia c'è e sempre ci sarà, ma la rotta va decisamente cambiata rispetto al passato. Giuntoli è bravo nelle trattative e ha la fiducia di Elkann. La Juventus avrà un nuovo stadio per la Next e per le Women: il mondo è femmina e l'interesse per le ragazze (complimenti per la conquista della Coppa Americana n.d. r) è in costante crescita.

La Juve sa quello che vuole e tornerà a splendere. E in futuro certamente potrà tornare a permettersi un Cristiano Ronaldo. Facendo il possibile per fabbricarselo, nel frattempo, in casa. E qui, non per contraddire Scanavino, qualche dubbio sorge. Perché, ad esempio, il difensore di ottime prospettive la Juve (che ora lo sta disperatamente cercando, Calafiori, Todibo, Kalulu, Sutalo, chissà mai quanti altri ancora) ce l'aveva in casa. Si chiamava Huijsen. Che magari aveva un carattere tosto, che magari (beato lui) andava in vacanza con una pornostar, che magari aveva chiesto "garanzie", ma che oggettivamente (Calafiori a parte) era certamente più forte dei vari profili fino a qui inseguiti. E francamente, uno si chiede: perché Djalò è ancora in organico e Huijsen è stato ceduto per una cifra che certamente non rispecchia il suo valore, né attuale, né di prospettiva? Questione di "tempo". E quello attuale non apparteneva a Huijsen. Le aziende si muovono secondo parametri "aziendali". E Motta, guarda oltre che alla "tecnica" anche alla disponibilità di un giocatore di mettersi al servizio del gruppo. Magnifico: l'Ajax era un collettivo nel quale tutti erano al servizio di tutti. Poi però, la differenza la faceva il 14. E qualche volta Neeskens e Krol. Qualche volta.

Chi scrive non pretende di saperla più lunga di Giuntoli. Il fatto è che anche Giuntoli, sa che per le cessioni di Huijsen, Barrenenchea, e Barbieri potrebbe avere forti pentimenti. Perché Barbieri? Perché non cedi il miglior esterno destro della serie B per 2,5 milioni a titolo definitivo. Ma lo sa anche Giuntoli. Il fatto è che la Juventus è gravata da stipendi assurdi. E da giocatori che rifiutano qualsiasi destinazione (vedi il texano) pretendendo la luna.

Che si fanno forti di un contratto in scadenza (vedi Chiesa, prossimo a ripetere l'affaire Dybala), o che non vuole nessuno (vedi Arthur). Il Pizzardone la scorsa stagione era alla Fiorentina. Che oggi non lo rivuole (troppo alto lo stipendio), il cui proprietario detesta la Juventus, ma che con la Juventus è propenso a fare affari. Del resto la Juventus verso la Fiorentina ha una attrazione fatale. Un tempo Baggio, (Antognoni non arrivò a Torino perché non se la sentì di abbandonare Firenze), poi Bernardeschi, poi Chiesa, poi Vlahovic. Ora da un mese si discetta di Nico Gonzalez: facciamo a capirci, non Garrincha, non Best, non Sancho: solo Nico. Buono, ma anche lui soggetto ad infortuni. Elemento (vedi Kalulu e Djalò) per il quale Giuntoli sembra avere una predilezione.

Ho l'impressione che Giuntoli sia un giocatore di poker. E visto che al tavolo verde qualche notte l'ho trascorsa, a me pare che Giuntoli, sia il tipo di pokerista che ama "il buio". Una strategia che prevede il rischio ma che lo impone anche agli altri giocatori. Potrebbe Giuntoli aver visto giusto con Cabal, ma certamente giusto non ha visto con Djalò e Alcaraz. Ora deve augurarsi (se Kalulu si degnerà: io personalmente lo ringrazierei e lo farei restare a Milanello) di aver fatto un buio vincente su Kalulu e Koop. A proposito di Atalanta: ha perso la Supercoppa, ma Gasperini ha dimostrato ancora una volta di saperci fare. Poi date a Gasperini, Bellingham, Mbappè e Valverde e Vinicius e la baldanza del Real Madrid evaporerebbe.

Tempus fugit, sostenevano i latini. Ma alla Juventus il "tempo" è una cosa relativa. Sapete chi hanno recapitato a dirigere la prima di campionato contro il Como? Hanno spedito a fischiare Marcenaro: quello di Juventus – Salernitana. Quello che annullò un gol valido a Milik nonostante Candreva tenesse in gioco il polacco. Quello che convalidò un gol di mano allo stesso Candreva. Quello che ne combinò di tutti i colori: vero signor Rocchi?

Un saluto a Tek: splendido calciatore, esemplare professionista. Ha rescisso come da desiderata della Real Casa. Che risparmierà 5 milioni. Lascia Tek dopo 7 anni e tanti successi. Non è chiaro se continuerà a giocare. Chiunque lo dovesse mettere sotto contratto, prenderebbe un grande portiere. Uno dei migliori al mondo.

Mentre la Juventus (e Giuntoli) inseguono il tempo, c'è chi del tempo se ne frega. Come il presidente federale Gravina. Gattopardo senza freni, sta inciuciando per farsi rieleggere. Dicono che al suo posto potrebbe andare Malagò, visto che al Coni, il governo reputa debba andarci uno diverso dall'attuale presidente. Ma Malagò scade nel 2025. E le Olimpiadi Milano – Cortina (mai capito perché prima Milano, visto che persino in ordine alfabetico....) sono nel 2026. Sarebbe francamente bizzarro che il presidente del Coni (tra l'altro dopo le 40 medaglie – 12 ori - ai Giochi di Parigi) dovesse lasciare prima della conclusione dei Giochi Invernali. Quindi? Ma, proroga, fratelli. Proroga: ergo Gravina ancora sulla poltrona almeno per altre due stagioni. Ma, per come vanno le cose in Italia, quasi certamente di più. Gravina uber alles. E senza neppure conoscere una parola di tedesco. Al presidente federale basta conoscere qualche sostantivo sloveno.


Altre notizie
PUBBLICITÀ