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L'IMBOSCATA - La difesa di Ferrero, i bilanci, i quotidiani Gedi, quel pensiero singolare e quella mancata risposta. Le mie domande al Presidente. Giraudo fa fallire la FIGC? Facciamo i conti. L'avv. Dupont e il giallo della relazione...

di Andrea Bosco

 di Andrea Bosco 

“Non abbiamo calato le brache. Abbiamo deciso si instaurare con le istituzioni nazionali ed europee un dialogo costruttivo. Cosa avrei dovuto fare? Mettermi la giubba ed assaltare il Campidoglio?“ .

Difendendo il suo operato e ovviamente quello della società (“abbiamo i migliori avvocati e ci fidiamo del loro lavoro“) il presidente della Juventus Gianluca Ferrero, ha così risposto ad alcuni piccoli azionisti, polemici su come la Juventus abbia proceduto negli ultimi tempi nei confronti dell' Uefa e della Figc. 

Ferrero ha spiegato che i vari patteggiamenti si sono rivelati indispensabili per poter fronteggiare sanzioni che  avrebbero potuto escludere la Juventus per un triennio dalle competizioni europee.

Quanto alla Superlega, Ferrero ha spiegato che la Juventus si è allineata a quanto fatto dal 90% delle  società che inizialmente avevano aderito al progetto, chiedendo la risoluzione del contratto sottoscritto. Restando  peraltro in attesa  delle decisioni dell'Alta Corte  Europea  che dovrebbero arrivare il prossimo 21 di dicembre. 

Nel corso dell'assemblea, la Juventus ha fatto sapere di aver proposto un aumento di capitale fino a 200 milioni.

A una sola cosa Ferrero non ha risposto. All'esposizione di uno dei piccoli azionisti,  Paolo Aicardi, noto volto televisivo: “Nessuna società al mondo è mai stata sanzionata con la perdita di due scudetti“, Ferrero non ha replicato. Vero che nel 2006 Ferrero non c'era. Ma l'azionista di maggioranza John Elkann, lui c'era .

Ora, in un mondo normale, su questa rubrica si dovrebbe parlare del prossimo Juventus – Inter. Ma non stiamo vivendo in un mondo normale. Se  il principe saudita bin Salman minaccia non il calcio inglese (per la vicenda Ruben Neves), ma il governo britannico (con tanto di convocazione ufficiale dell'ambasciatore di sua Maestà  Carlo) e quel governo (pecunia non olet, quella dell'Arabia  anzi è ricercatissima, come potrebbero confermare Federazione e Lega italiche) si toglie giubba, calzoni, calzini e scarpe,  non possiamo dire di essere in un mondo normale. E quindi, neppure la Juventus,  gestita  dall'incolpevole Gianluca Ferrero, lo è .

Qualche osservazione. Ferrero ha spiegato che i bilanci (eredità di Andrea Agnelli) erano  stati redatti in modo corretto. E che solo la “narrazione“  di qualche organo di stampa hanno finito per alterare la realtà.  Pensiero singolare. Visto che tra gli organi di stampa distintisi nel divulgare pezzi di intercettazioni, stralci di verbali, pizzini vari usciti (per mano di chi?) dalla procura di Torino, in prima fila c'erano i quotidiani del gruppo Gedi. Quelli di proprietà di John Elkann, azionista di maggioranza della Juventus. La stampa fa il suo lavoro e non può essere censurata? Esattamente: la stampa deve (dovrebbe) essere il “cane da guardia” della verità. Ma da Ferrero quelle “verità“ sono state definite “bufale“  (che poi è la traduzione di fakes): quindi?  Visto che una fake è una menzogna, di solito contro le menzogne si procede per diffamazione. Se si è certi di essere innocenti. O no? 

Non ha ritenuto di assaltare il Campidoglio, Ferrero: niente elmetto.  Ora: se la Figc è paragonabile al Campidoglio, il Tar a cosa lo paragoniamo? Ci è andato, ricorrendo, Andrea Agnelli. Ci andrà Antonio Giraudo. Non per quei due scudetti rammentati da Aicardi. Ma per avere una valutazione in vista di quell'altro ricorso che Giraudo ha presentato al tribunale dei  Diritti Umani di Strasburgo. Per un risarcimento che (dovesse essere accolto) potrebbe far fallire  la Figc. Quanto guadagnerà un manager come Giraudo? Un milione di euro l'anno? 800.000 mila? Mezzo milione? Fate i conti : 2006 – 2024. Prendete una calcolatrice e fateli.

Al Tar andò il compianto Gaucci. E dall'allora presidente federale Carraro, ottenne oro, incenso e mirra. Tanto per rammentare .

Dice Ferrero che la Juventus è difesa dai “migliori avvocati“. Strano che in quel “collegio“ non vi sia traccia di Jean Marie Dupont, il principe degli avvocati in tema di diritto sportivo. L'uomo del caso Bosman che ha cambiato le regole del calcio.  Alla Juventus Dupont deve risultare davvero antipatico, visto che a suo tempo fu interpellato da Cobolli Gigli con una relazione che in testa recitava: “Andate a Strasburgo“. Non ci sono mai andati. E  dove sia finita quella relazione non c'è verso di farlo rivelare a Cobolli Gigli. Morirò senza sapere dove sia finita? E' probabilissimo. 

Dice Ferrero che  la Juventus sta interloquendo costantemente con il Procuratore Federale, Chinè. Quello delle pena “afflittiva“: a campionato in corso. Avrà mai chiesto Ferrero a Chinè, che fine hanno fatto le altre inchieste, relative ad altri club? Come le altre procure dalla Figc non siano state “sollecitate“, come avvenuto per le plusvalenze della Juventus? Due pesi e due misure? Niente di nuovo: ogni settimana lo vediamo sui campi di gioco. Molti pesi e molte misure .

Dice Ferrero che la mancata iscrizione della Juventus all'Uefa è costata 100 milioni di euro di mancati introiti. Ma qui ha ragione Aicardi:  non basterà, in questa stagione,  qualificarsi per la prossima Champion's. Per far tornare la Juventus quella fu, ci vorrà un triennio. Se andrà  bene. Perché  quello che hanno fatto Figc e Uefa è una azione di bassa macelleria. Persino se la Juventus si fosse veramente macchiata di tutti i reati che le sono stati attribuiti. Perché  la Juventus paga sempre. Gli altri non pagano mai. Né in Italia, e men che meno in Europa. Dove gli amichetti di Ceferin, “sfangano“ le sanzioni sul fair play finanziario, come Tomba, scansava i paletti in pista. 

Non essendo azionista, io non c'ero a quella assemblea. Ma un paio di domande a Gianluca Ferrero le pongo qui. Come fanno i bravi giornalisti che non veicolano fake. 

La prima: si fida Ferrero del  gattopardo Gabriele Gravina? Perché se non si fida, la Juventus avrebbe dovuto muoversi in altro  modo. Magari persino ipotizzando di assaltare il Campidoglio per ottenere quanto serve al calcio italiano e che con Gravina al comando mai accadrà; le riforme.

 La seconda:  se mai Giraudo dovesse ottenere soddisfazione, a quale bottega veneziana la Juventus si rivolgerebbe per acquistare uno stock di  “bautte“? Che per la cronaca sono le maschere che a Venezia si indossano a Carnevale. 

Con questi chiari di luna, enunciati da Ferrero, la conclusione è che Max Allegri è stato (ed è) un eroe. Perché solo un eroe (per quanto lautamente retribuito) avrebbe potuto continuare a lavorare (portando risultati) con una società che, per citare un celebre film  va  “A letto col nemico“.

Ora ci si aspetta da Allegri un eroismo da ricordare: battere l'Inter. Sarà difficile, ma non impossibile. Se vincerà l'Inter non sarà (a proposito di film) “Fuga  per la vittoria“. Sarebbe un ceffone al campionato assestato (ma quanto sa essere bugiardo Beppe Marotta) dalla favorita. Se sarà un pareggio, nulla cambierà: le inseguitrici si avvicineranno ma gli equilibri resterebbero intatti. Ma dovesse vincere Madama, allora sarebbe  Ulisse che frega Polifemo seccandogli l'unico occhio disponibile.   Allegri è un eroe. Uno  di quelli descritti da Romain  Rolland: “Uomini che fanno , ciò che possono“. 


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