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L'IMBOSCATA - "Ergastolo" a Pogba, ricorso inutile: quando si tratta di Juve, vale sempre lo stesso principio. Ossessione ADL. Inter, Scudetto e seconda stella (cartone compreso). Ma se episodi vanno sempre a senso unico....

di Andrea Bosco

di Andrea Bosco 

Ora è finita. Con 12 punti di vantaggio sulla seconda in classifica, l'Inter ha virtualmente vinto lo scudetto, incamerata la seconda stella (anche se ci sarebbe da discutere sulla contabilità per via di quel "cartone" inopportuno) e potrà dedicarsi anima e corpo alla Champion's. Del resto, cosa dire ad una squadra che procede al ritmo di quattro gol segnati (senza subirne) a partita? Si fanno gli applausi, si invidia quanto gli "inimici" hanno così bene saputo costruire, e visto che non siamo dei "grisbi", si fanno gli auguri (senza gufare) ad Inzaghi e ai suoi per il percorso continentale.

Vincere va bene, anzi benissimo. Ma – la storia lo certifica – stravincere porta male. Gli "altri" si incazzano, covano risentimento e alla fine, quando meno te lo aspetti, ti presentano il conto. Ne sa qualche cosa la Juventus, tiranna dei nove scudetti consecutivi. Non accadrà niente di "lurido" all'Inter: ne sono convinto. Non ci saranno procure assatanate nella ricerca dello "scalpo" della Beneamata. Non ci saranno contestazioni sulla sua situazione finanziaria. Non ci sarà un Chinè solerte ai desiderata del Gattopardo. Non ci saranno titoloni di prima pagina sui quotidiani.

Viva l'Inter e lo dice, senza riserve, uno juventino. Viva il calcio che esprime l'Inter di Inzaghi. Ma abbasso la classe arbitrale, abbasso la Lega, abbasso la Federazione, abbasso i colleghi che accettano supini lo scempio che settimanalmente Var ed affini propongono. Che accettano che la Lega metta veti alle riforme (per esempio opponendosi alla riduzione del numero dei club che partecipano alla serie A). Che accettano la protervia di Gravina che pretende che i voti dei Dilettanti, della Lega Pro, degli arbitri, degli allenatori, dell'associazione calciatori, "pesino" più di quelli dei professionisti della serie B e soprattutto della serie A: il movimento che finanzia con il calcio, l'intero sport italiano. Non aspettatevi lumi dal ministro dello sport Abodi e neppure da quello del Coni Malagò. Lo sport italiano gonfia il petto per le vittorie dei suoi atleti, il presidente della Repubblica li riceve al Quirinale, ma la "macchina" funziona male. Corsa contro il tempo per la pista di bob a Cortina per le Olimpiadi del 2026 dopo anni di bizantine, inutili discussioni. Roma già nelle canne per l'organizzazione degli Europei di Atletica, ha appena rinunciato al Mondiale di Atletica, lasciando strada a Pechino. Non ci sono soldi. Roma li avrebbe voluti dal governo. Ma il governo ha altre gatte da pelare. Ci sarà, comunque, da ridere nei prossimi mesi quando il numero delle partite (causa nuovo format Champion's e iniziative simili) aumenterà a dismisura.

Ecco: viva l'Inter. Ma se nel corso della stagione gli "episodi" vanno sempre a senso unico, qualche cosa non funziona. In Inter – Atalanta il punteggio non ammette recriminazioni. Ma gli episodi la ammettono. Gasperini e Percassi alla fine erano furibondi. Lamentazioni finite a "tarda notte". Già oggi era un altro giorno. L'Inter è più "gnocca" di Rossella O'Hara e anche Clark Gable, qualsiasi maglietta indossi, pur "infischiandosene" (ma nell'originale Usa l'espressione era più cruda) deve farsene una ragione. L'Inter sta ottenendo quanto ha seminato (bene) nel corso degli anni. Ma adesso il suo essere "sborona" la pone su un declivio. E i declivi sono come li descriveva Gino Palumbo che quando si insediò alla direzione del "Corriere d'Informazione". E scrisse che "ogni direttore sa, che il giorno dopo essere arrivato in cima, dovrà mettere in conto, di scendere". Perché da qualche parte un "successore" si sta già attrezzando per prenderne la poltrona.

C'è Napoli – Juventus con un centrocampo da inventare. Gara difficile sempre, anche per una Juventus al massimo. Per quella vista contro il Frosinone al limite del proibitivo. Meglio sacrificare il vitello grasso (ma ce ne sono di "grassi", al momento, a Torino?) e sperare nella benevolenza degli dei per poter conservare il secondo posto. Dirlo mette i brividi: una Juventus che "lotta", a febbraio, per il secondo posto. Come dicevano quelli là: che tempi, che costumi. Spero che Lotito non eccepisca per la "traduzione". Aurelio De Laurentiis ha spiegato ad un convegno che in considerazione della esclusione dall'Uefa, la Juve dovrebbe essere impedita anche all'accesso al mondiale per club. Magari il Napoli farà strada in Europa e sarà il regolamento ad esaudire le speranze del presidente del Napoli. Ma questa ossessione per la Juventus non gli fa onore. Lo dico senza polemica. Un pensiero al giorno sulla Juventus De Laurentiis lo deve esternare. Parla al suo "popolo" immaginando con queste polemiche da bar di gratificarlo. In realtà esternando un complesso di "inferiorità" che né Napoli, né il Napoli, meritano.

Mano pesante con Pogba: 4 anni di squalifica per aver usato (inconsapevolmente?) una pomata proibita. Tradotto: ergastolo sportivo. Il giocatore ha 31 anni e nessuno torna in gioco dopo essere stato fermo per 4 stagioni. Pogba ha rinnovato la sua "buona fede" e ha annunciato ricorso. Temo sarà inutile. Specie se i giudici di quel "collegio" saranno ancora quelli che sul web vergavano giulivi (e ovviamente imparziali) "Juve merda". Quando si tratta di Juventus vale sempre il principio dell' "esempio da dare". La Juventus serve per "educare" gli altri. Il doping è una faccenda seria. Pogba va sanzionato per la sua imprudenza. Ma distruggere una vita sportiva è più che "sanzionare". Dura lex, sed lex? Dopo le bravate di Chinè, nessuno crede più alla giurisprudenza latina.


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