L'IMBOSCATA - Derby d'Italia a Maresca è determinazione "politica" che non fa onore a tanti. Che torto a Orsato, Rocchi si piega al "sentire popolare". L'Inter galoppa verso il sole. Mercato chiuso, ma la Juve pensa già ai colpi estivi
Se hai la possibilità di impiegare Maradona e viceversa lo tieni in panchina a favore di Frustalupi sei un pazzo. Ma nella decisione del designatore Rocchi di affidare il “derby d'Italia” (che noia, con questa definizione) a Maresca invece che ad Orsato c'è molto più di una scelta. C'è una determinazione “politica“ che non fa onore alla Figc, all'Aia, a Rocchi, ai giornalisti miei colleghi che hanno “soffiato“ sulla vicenda, ai politici che sotto alla camicia portano la maglietta della squadra del cuore, ai millanta nani e ballerine che si esibiscono a favore di telecamera o di selfie
Orsato è il numero uno, tra gli arbitri in servizio, in Italia. E uno dei migliori nel mondo. La decisione di Rocchi è proterva. Comunque: meglio Maresca dell'improbabile Massa.
Antonio Conte, però, fosse al timone di una delle due squadre, avrebbe già provveduto a “proteggersi“ con aglio, cornetti, ferri di cavallo, acqua santa.
Al Var ci sarà Irrati. Al quale viene attribuita “fede“ interista. Non saprei dire francamente (anche fosse) chi se ne frega. Irrati viene considerato il migliore, tra quanti frequentano la sala di Lissone. L'importante è che non sgambetti sul campo. Là, frequentemente, compie disastri. E non scendo nei dettagli. Visto che l'Inter (pare) non si fosse opposta alla designazione di Orsato, la decisione di Rocchi accontenta quanti “persero lo scudetto sul divano“. Oltre a qualche avvoltoio televisivo. Rocchi ha fatto un torto ad Orsato. Ma lo ha fatto soprattutto al calcio italiano. Se un designatore non ha il coraggio di difendere i propri uomini (l'errore di Orsato risale a cinque anni fa, errore che successivamente non ebbe difficoltà ad ammettere pubblicamente, nel corso di una gara dove gli episodi penalizzanti per la Juventus furono in numero superiore rispetto al secondo mancato giallo ai danni di Pianjc) allora quel designatore dovrebbe preparare gli scatoloni. E' inammissibile che un designatore si pieghi al “sentire popolare“.
Spero che la gara sia bella e combattuta. Spero che le due squadre ci facciano vedere calcio, non tattica. E che non abbiano il braccino corto. Spero che la Juventus non commetta sciocchezze (vedi il “rosso“ beccato da Milik contro l'Empoli), spero venga valutata con equità. Non sempre nelle ultime giornate è accaduto. E spero che egualmente con equità venga valutata anche l'Inter: sarebbe insopportabile che il risultato fosse confezionato (ancora) da qualche discutibile accadimento.
L'Inter continua galoppare verso il sole. Staremo a vedere se le ali del suo destriero saranno solide o di cera. Per ora, ha funzionato alla grande quello che Claudio Zuliani ha definito “protocollo Lautaro“. Intendiamoci: l' Inter è forte, anzi è la più forte. E Lautaro è l'attuale capocannoniere del torneo. Non coltivo soverchie speranze. Tra l'altro, se l'Inter dovesse vincere, con una gara ancora da recuperare, dietro si lotterebbe solo per le posizioni tra il secondo e il quarto posto. Ma il calcio è uno sport imponderabile.
Nel calcio può accadere che il più forte torni negli spogliatoi con le pive nel sacco. A patto che chi dirige, applichi il regolamento: non che lo interpreti. A patto che chi dirige, non “orienti“ la gara, sventolando cartellini a raffica nel primo tempo, salvo dimenticarli nel taschino nella ripresa. A patto che non scassi i maroni con l”intensità“ degli interventi. A patto non annulli i gol facendo sesso con il fuorigioco semi automatico. Maresca si dimostri hombre vertical. Si pulisca bene le orecchie prima di scendere in campo. I gentiluomini della curva interista tendono ad “apprezzare“, con esuberanza vocale, le qualità di Dusan Vlahovic.
Ultima del sindaco (interista) di Milano, Beppe Sala: dopo anni di rinvii, battaglie in consiglio comunale, consultazioni con i cittadini, veti, ricorsi al Tar si è convinto che la soprintendenza manterrà il vincolo sullo stadio Meazza . Quindi visto che nel frattempo il Milan si orientato verso San Donato e l'Inter verso Rozzano, Sala ha proposto ai club di non lasciarlo solo e soprattutto di non lasciargli sul gobbo quei 10 milioni di affitto annuale che Inter e Milan versano e che nessuno potrebbe mai garantirgli. Neppure raddoppiando il numero dei concerti contro i quali i comitati dei residenti sono da tempo sul piede di guerra.
E quindi, "restate cari club, ecco pronto un nuovo progetto, vi lascio la possibilità di avere lo stadio per 90 anni, vi metto a disposizione risorse e aziende per i restauri, vi garantisco che i lavori si farebbero senza costringervi ad emigrare, pensate all'opportunità di restare a Milano, vi ho fatto i conti in tasca: il costo del denaro è aumentato, valutate. C'è la possibilità di risanare un intero quartiere di Milano, e poi a San Donato e Rozzano, come la mettereste con i vigili che non ci sono, con i parcheggi che non ci sono, con la metropolitana lontana dagli impianti?“. Ancora Sala non ha offerto “più pilu per tutti“: ancora . La decisione spetta ai club. Sentimentalmente spero che il Meazza non cada nell'oblio. Ma al posto dei club avrei timore del “danao“ e della sua offerta di doni.
Mercato Juventus. E' arrivato un difensore, Djalò , reduce da un grave infortunio. Pare sia forte e si spera non sia la replica di Ramsey. Poi due ragazzini: un altro difensore e un minorenne che descrivono come il nuovo Dybala. I procuratori sono sempre bravi a battere la grancassa e quindi vedremo. Dalla serie B inglese è arrivato anche un argentino dal nome devastante (Alcaraz) pagato (non poco) di prestito ed una (eventuale) cifra spropositata in caso di riscatto. Non lo conosco, non l'ho mai visto. A Sky lo hanno definito un giocatore di prospettiva. Clausola interessante: più Alcaraz giocherà, più il prezzo del riscatto si abbasserà. Mossa innovativa. A giugno arriverà lo slavo Adzic: ho sentito scomodare Gerrard.
Magara, diceva quel bravissimo e simpatico allenatore che fu mentore di Totti. Intanto: no a Bernardeschi, Kean, rifiutato dall'Atletico è tornato a casa (bloccando, per ora, l'arrivo di un giovane elvetico che gioca in Germania, sul quale Giuntoli ha messo gli occhi), no della Fiorentina per Bonaventura, no dell'Udinese per Samardzic e Pereyra, no di Simeone per De Paul. Per giugno si lavora su Koopmeiners dell'Atalanta e su altri obiettivi tipo Calafiori e (a zero) Felipe Anderson. Tutto in fieri.