.

IMBOSCATA - Ecco l'ultimo della lista infinita di creditori della Juventus. Caso Moggi? Calciopoli nervo scoperto, serve commissione d'inchiesta. Da Pogba agli argentini, così si spaccano gli spogliatoi. L'addio a Pelè e le diatribe sul più forte

di Andrea Bosco

di Andrea Bosco 

Mentre continua senza tregua la gogna mediatica (ma la colpa non è dei giornalisti che quando ricevono le notizie hanno il dovere di pubblicare, quanto dei pm che non vedono, quando i verbali delle loro inchieste prendono il volo verso le redazioni) arriva anche Walter Sabatini a rivendicare uno “scudetto“, nella serie infinita dei “creditori“ della Juventus .

Sabatini rivendica? Anche la Juve potrebbe. A parte i due scudetti sottratti da Calcipoli (uno in modo immondo da parte di Guido Rossi, commissario  straordinario con il cuore neroazzurro, sciarpa del medesimo colore  e il conto in banca, alimentato, dopo la fine del suo rapporto con Figc, dai bonifici dell'azienda dell'allora vicepresidente dell'Inter) per esempio quello che porta la firma di Nakata, giocatore della Roma (vincitrice dello scudetto). Per consentire l'utilizzo del quale  fu cambiato a tre giornate dalla fine del torneo il regolamento relativamente all'impiego degli extracomunitari. Rammenta Sabatini?

 Magari la Juve potrebbe  rivendicare  quello scudetto scippato  (complice  Collina)  sul campo di Perugia con gara sospesa (mai successo successivamente)  per 70' minuti, poi ripresa con modalità da pallanuoto, per uno scudetto finito alla Lazio, della quale il compianto Gaucci, presidente di “quel” Perugia era un azionista. Quella Lazio i cui tifosi, la settimana precedente, denunciando complotti arbitrali contro la squadra del cuore  avevano assaltato con bombe carta, biglie e sassi la sede della Federazione, addirittura guidati da un dirigente della società, già noto per  trascorsi  politici non  proprio da educanda. Chi vince è detestato. E in Italia, la vittoria non viene mai onorata dagli avversari. Siamo italiani, non inglesi .

Andrà così, fino al processo, comunque. Con quintali di merda rovesciati davanti al portone di Madama. Con avvocaticchi in cerca di cinque minuti di celebrità. Che come spiegava  il santone Andy “non si negano a nessuno“.  Se la Juventus risulterà colpevole che venga severamente punita. Ma perché  lo stabiliscono le prove.  Non per il  teorema di qualche pm. Men che meno per  “il sentire popolare“   alimentato dai media . 

Dicono  che l'intervento di Luciano Moggi all'assemblea degli azionisti dove l'ex direttore generale della Juventus ha ripetutamente ricordato i fatti di Calciopoli, chiedendo una verità che a suo parere in quel processo non furono ricercate, non sia stato “opportuno“.  Ma Calciopoli è un nervo scoperto del calcio italiano. Servirebbe una commissione d'inchiesta. Calciopoli ha presentato troppe zone d'ombra mai indagate. 

Chiudere la vicenda ha fatto comodo a tanti. Ma  se butti  la spazzatura sotto al tappeto, alla fine ti ritrovi con i topi che girano per casa.  Caro presidente Gravina: riforme.  Sostantivo femminile:  modificazione, correzione, innovazione,  miglioramento, revisione,  rinnovamento, trasformazione, cambiamento, nuovo ordine. Continuo ?  

Non voglio parlare della Juve e di Allegri. Dico solo una cosa: Pogba sulla neve non si può vedere. Gli argentini Di Maria e Paredes che tornano il 2 di gennaio dopo gli “ozi“ post vittoria mundial sono cosa indecente. La Juve deve smetterla con queste concessioni ai propri giocatori. Li paga profumatamente. Esiga  producano di conseguenza. Senza privilegi. E' così  che si “spaccano“ gli spogliatoi. Strano che Max Allegri non lo sappia. 

In chiusura un pensiero per Pelè che se n'è andato dopo malattia ad 82 anni. Non mi affascinano le diatribe su chi sia  stato  "il più forte“. Maradona vinse da solo un Mondiale. Di Stefano  e Valentino Mazzola sono stati i giocatori più “universali“ del gioco. Il 14 dell'Ajax lo ha cambiato. Garrincha , Messi, Ronaldo il  Fenomeno e Sivori  i più spettacolari.  Nessuno è stato più goleador di Cristiano Ronaldo. Nessuno ha mai tirato più rapidamente di Puskas. Nessuno è stato più bello da vedere di Michel Platini.  Ma  Pelè che a 16 anni vinse il  primo dei suoi tre mondiali era un prodigio della natura. Piccolino, elegante, acrobatico, capace di saltare  in gol un metro  sopra la testa di Burgnich a Mexico City. Capace in Svezia di liquidare gli avversari a colpi di “sombrero“. Capace di segnare 1000 gol: la cosa più difficile del calcio. L'ho visto una sola volta dal vivo.  Una amichevole Juventus – Santos a Torino  finita 5- 3 nella quale lui fece due reti e Sivori fece poker.  Roba da leccarsi i baffi. E' stato Pelè il più grande di ogni tempo. Fine della storia . 


Altre notizie
PUBBLICITÀ