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SOTTOBOSCO - Inchiesta Juve assume i connotati di crociata, c'è un aspetto inquietante. Solo per le inchieste di mafia lo Stato investe altrettanto, c'è un conto da saldare? L'intollerabile vento del "sentire popolare"

di Andrea Bosco

di Andrea Bosco

E' difficile parlare di quanto sta accadendo alla Juventus. La giustizia, che abbia o non abbia ragione (un processo non è ancora iniziato e chissà mai quando dopo essere iniziato, terminerà) pare abbia accumulato una tale dose di indizi (o prove?)  da sommergere l'indagata. Ma c'è un aspetto inquietante, pur nel rispetto della legge, che non può sfuggire. La sistematica divulgazione di pezzi di intercettazione, completamente decontestualizzati, fa si che l'inchiesta assuma ogni giorno i connotati di una crociata. Ancora non è chiaro se contro un solo soggetto (la Juventus) o contro un “sistema“. E' come se gli inquirenti  (che  non possono non essere ritenuti non responsabili se dalle loro cancellerie escono pezzi di intercettazione che dovrebbero restare in quegli uffici prima di essere svelati in aula)  avessero un conto da “saldare“. Ogni ora escono pezzi di intercettazione. L'indagine Prisma parte dalle segnalazioni della Covisoc, organo di garanzia del pianeta calcio. Ma sta andando avanti da un anno e mezzo con un dispiegamento di mezzi e  uomini dai costi  rilevanti.  Solo  per le inchieste di mafia lo Stato investe altrettanto. Mettere in piazza i fatti di una società di calcio fa parte dei doveri della libera informazione. Ma il livello di accanimento raggiunto (le ultime considerazioni parlano di aggiotaggio, reato per il quale si arrischia fino a 12 anni di carcere, di vendita della società, di abbandono da parte della Juventus della Borsa) è ormai tale da far impallidire anche le iniziative scatenatesi ai tempi di Calciopoli. In uno stato inquietante che  “intercetta“ anche al ristorante, anche mentre uno “espleta“ in un bagno. Le “vite degli altri“  auscultate  e squadernate. La Procura di Torino uber alles. E le altre procure? Distratte?  Ormai manca solo “il carcere duro“ per i componenti dell'ex Cda della Juventus, frustate sulla pubblica piazza, eventualmente (come  soluzione finale)  la Vergine di Norimberga .

Esiste una evidente discrasia tra le accuse e la mancanza di un qualsivoglia bilanciamento difensivo. Si sposano – tout court- le tesi accusatorie  ma non si individua alcun elemento che potrebbe risultare rilevante per la difesa .

Gira un vento conosciuto: quello del “sentire popolare“. Un modo di operare che presenta tratti di inciviltà. Intollerabile per chi crede nel garantismo .  

Tanto che la richiesta della Juventus di far trasferire l'inchiesta da Torino e Milano, sede della Borsa, suona come un atto di sfiducia implicito nei confronti di una Procura storicamente solertissima nei confronti della Juventus.  E' un “boccone“ prelibato la Juventus: sia  per gli inquirenti che per i media. Pare, tuttavia che questa volta (una  tanto) la Juventus sia decisa a  difendersi con le unghie e con i denti.

Che la dirigenza targata Andrea Agnelli abbia commesso errori è evidente. E si sapeva.  Che nelle vicende della Juventus siano coinvolte anche altre società è lapalissiano. Che il tutto sia inserito in un sistema malato, da tempo fuori controllo è altrettanto evidente.  Antiche storie raccontano che la Juventus potrebbe pagare le sue colpe , ma anche per quelle di chi è abituato  a sfangarla sfruttando orpelli giuridici .

Non sono in grado di dire in quale misura le  colpe“ della Juventus vadano eventualmente  punite. Ma se colpe saranno rilevate e giudicate, è giusto che chi ha sbagliato, paghi. Ma paghi per gli eventuali errori commessi. Non per quelli invocati dal  “sentire popolare“. Non per quella “vox populi, vox dei“ che piace tanto alle  “sferruzzatrici“ di casa nostra . 

Dopo  aver chiuso per decenni gli occhi (prima di Calciopoli c'era chi presentava false fidejussioni e  egualmente poteva iscriversi al campionato, prima di Calciopoli c'era chi presentava passaporti falsi per i calciatori ingaggiati: continuo?) oggi il Palazzo potrebbe subire un  terremoto. Con una postilla:  affondata la Juventus, poi come si ritroverebbe il sistema? La Juventus potrebbe “sparire“. Sanzionata, magari venduta, condannata magari dai tribunali oltre che dalla pubblica opinione. E poi ? Chi pensa che senza il “serpente“ bianconero, l'Eden calcistico ritroverebbe la pace perduta o è un ingenuo o è in malafede . 

Nel calcio girano troppi quattrini. E troppi sono gli interessi: economici, mediatici, politici. La Juventus potrebbe sparire. Ma far sparire la Juventus potrebbe portare a far implodere l'intero sistema. O pensate che non potrebbe accadere ? Ci pensino le mosche cocchiere. Ci pensino i “lazzaro“ resuscitati  e fuoriusciti dai  propri sarcofaghi.  Ci pensino, tutti .  


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