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L'IMBOSCATA - Prime assoluzioni Juve, ecco la giustizia veloce di Santoriello, Chinè e Gravina. Italia "fogna del diritto". Agnelli a Strasburgo? Stadio e tv, la reazione dei tifosi. Frattesi, il Sassuolo d'Italia e quello d'Inghilterra

di Andrea Bosco

di Andrea Bosco 

Patronato di Seregno: giocano bimbi dell'età di 8 anni. E' una età (date credito a uno che ha cominciato a sgambettare al campiello a 6 anni)  nella quale la palla è troppo pesante, gli stop ti vengono male, calci in porta e i tiri sono al rallentatore, pensi di dribblare ma al secondo che riesci a saltare il pallone ha un rimbalzo e ne perdi il controllo. Non parliamo dei “lanci“:  cinque metri sono una distanza siderale. Eppure nel miserabile mondo che ormai ci circonda, dove tutto, anche l'irreale sembra vero (anzi più è irreale, quelli che parlano bene lo chiamano “virtuale“, e più viene autenticato) anche un partita tra “pupi“  che da poco hanno smesso il latte materno appare ai genitori dei medesimi una cosa “seria“. Non un  divertimento, non un gioco: ma una ragione  di vita o di morte. Per genitori frustrati, probabilmente ex “pippe“ che al campetto non ne azzeccavano una e magari finivano in porta  a subire decine di gol. E che nei figli, secondo una mala intenzione  assecondata dai media, hanno riversato rivalse, speranze, sogni di gloria. Beh:  a Seregno è finita in scazzottata tra i genitori dei pargoli. E a farne le spese è stato un dirigente del Patronato che nel tentativo di sedare la furia  degli idioti si è beccato un calcio micidiale nella schiena e ci ha rimesso un rene.

Ho raccontato questo piccolo fatto di cronaca (che già oggi probabilmente è stato dimenticato e derubricato)  per sottolineare  il disagio che provo a parlare di un calcio che non esiste più. Inflazionato da mille trasmissioni con credibilità zero,  professionalità sotto ai tacchi. Sconosciuti che si sono cuciti addosso  i panni degli “esperti“ e che “grassano“ notizie altrui, per lo più dalle trasmissioni più qualificate. 

Che calcio è quello che tiene banco sui giornali con calciatori dei  quali fino a ieri neppure conoscevi l'esistenza? Che sono il “niente“, veicolati come profili,  promesse, prospetti  da abili procuratori?  Il calcio è diventato un Barnum dove i club hanno tutti le pezze al culo, costretti a vendere per potersi finanziare. Un prodotto che ha perso appeal perché i migliori in Italia non vengono più. E quelli bravi espatriano attratti da contratti milionari. Il Milan sta perdendo Tonali per 70/80 milioni. Non scuciti dal Real o dal City, ma dal Newcastle. Come dire: il Sassuolo della Premier. Il Sassuolo nostrano venderà a peso d'oro Frattesi, maledendo la volontà del giocatore di non trasferirsi all'estero,  cosa che avrebbe  consentito a Carnevali di  monetizzare. Ora in lizza per Frattesi ci sono Milan, Inter, Napoli, Roma , Fiorentina e udite, udite anche – pare – Juventus. Frattesi si muoverà: per un gruzzolo, un paio di giovani e rateizzazioni da due/ tre anni. Così fan tutti e così faranno anche per Frattesi. Che è un buon giocatore, arruolato da Mancini ma che non è Barella (come dicono) e  men che meno Steven Gerrard come  pretenderebbero i venditori di fumo.

E' un calcio che non mi piace. Anzi è un calcio che mi disgusta . I  “sindaci“ della Juventus sono stati assolti. Il reato non esiste. Ovviamente tutto questo non inciderà minimamente sulle sanzioni sportive. La Giustizia in Italia ha un percorso segnato: fine reato, mai. Del resto come mai potrebbero campare i Santoriello e i Chinè con una giustizia veloce, equa, con  al massimo un primo  grado di giudizio e un appello?  Con una giustizia simile, certamente non farebbero carriera. Ma resteranno le intercettazioni veicolate dalla procura. Resterà lo sputtanamento di gente  che di reati non ne aveva commessi. Resterà il mal costume di dare in pasto alle fiere gli “indagati“, come  fossero colpevoli. Non dite che l'Italia è la “patria del diritto“ . L'Italia è “la fogna del diritto“ .  Per aver mandato a “ affaculo” la Juventus, Politano ha patteggiato: niente squalifica. Un “vaffa“ alla Juve vale 10.000 euro  di multa. E' a questa giustizia che  dovrei credere? E' a questa giustizia dell'ineffabile Gravina che dovrei dare credito? 

Non so come finirà la vicenda Juventus. Da privato cittadino Andrea Agnelli ha fatto ricorso al Tar. E se il Tar gli darà ragione (come possibile, non ho scritto probabile, ho scritto possibile) Agnelli farà come Giraudo: andrà a Strasburgo e chiederà i danni. Come li ha chiesti Giraudo per Calciopoli, impedito nel suo “diritto umano“ di potersi difendere dalle accuse della giustizia sportiva. Dovesse andare in questo modo, voglio proprio vederli gli Elkann e i Gravina. Ma perché continuo a chiedermelo? Lo so come finirebbe. Si scanserebbero e farebbero finta di niente. Ve lo metto per iscritto: NIENTE:  neppure un meteorite  incombente  sulla sua testa  potrebbe indurre Gravina a scollarsi dalla poltrona.  I gattopardi non schiodano: si perpetuano.

E' questo il calcio che vedremo. Forse persino l'aberrazione di una Champion's Saudita. Dopo aver disputato e perso (oh yes, Roberto Mancini) il Birra  Moretti per Nazioni, il programma del Palazzo è quello di ammollarci una Champion's del deserto  per le “escluse“ dalla Champion's  vera. Che ormai  è una Superlega  in veste di Premier, dove si gareggia per  arrivare secondi  (non sarà il pur talentuoso Bellingham a risolvere i problemi del Real Madrid)  ma è vietato dirlo. Perché Ceferin racconta  che  la Superlega sarebbe stato uno “sfregio“ dei ricchi ai poveri. Mentre la Premier finanziata dai  paperoni islamici è un prodotto per tutti. 

Dirlo a Dazn, Sky, Mediaset che hanno offerto briciole per i diritti televisivi del campionato italiano. Non dirlo ad Amazon, che  fatta una indagine sugli umori dei tifosi, se l'è data gambe levate.  

Juventus sotto scopa? No party. Vale  per gli abbonati dell'Allianz e vale per gli abbonati televisivi. Non è che sto “gufando”. Spero davvero non accada. Ma sto ascoltando la pancia e gli umori dei tifosi. E i tifosi o sono delusi o sono incazzati come scimmie. Avrebbero voluto una Juventus più combattiva. E io - che in passato ho sempre sposato la linea del pragmatismo e della ragione - francamente non mi sento di dar loro torto.  

Oltre non vado. Se non per un ricordo. “Calciomercato l'originale“  la migliore trasmissione sul mercato con il trio Bonan-Di Marzio, Fayna  (e millanta ospiti di vaglia)  ha perso inevitabilmente la sua funzione  messianica di “oracolo“. Se i club trattano Fracazzodavelletri e non Haaland non è che il preparatissimo Gianluca Di Marzio possa fare miracoli.  Anche perché ad appesantire lo spartito ci sta pensando Marco Bucciantini, firma prestigiosa, collega colto, ma che  ormai si esprime  sul calcio come  il senatore (virologo)  Crisanti si esprime sul Covid: non si capisce una mazza. E se non comprendo io che  ho accumulato qualche esperienza professionale sulla  materia, ho una laurea e una onorata carriera alle spalle, forse  qualche difficoltà ce l'hanno anche gli utenti. Lo dico all'amico Bonan (e con vera  stima  per Bucciantini) che ha  sempre avuto l'accortezza di escludere  dal suo racconto gli aedi dei sofismi. “Calciomercato“ ha una confezione raffinata. Ma parla  (per lo più) al “pueblo“,  non alla Ztl.  Insomma: Marianella (che ne sa e tanto) per dire non si sarebbe mai sognato di citare Pasolini.  Non parliamo della Baldaccini (che ne sa anche più di Marianella)  che rasenta la perfezione per idee, linguaggio e sintesi.  In un mondo (come quello dei  giornalisti) di narcisi, una rarità. 

Detto questo -  ricordo personale – la puntata di “ Calciomercato“ celebrata da Lignano Sabbiadoro con  alcuni figuranti vestiti “anni Venti“  mi ha commosso. E non solo per la presenza di Dal Cin, cento volte intervistato per “Sport 70' Triveneto“ diretto da Giorgio Lago  quando ai tempi del  Sottomarina aveva scovato quel Monaco che si sperava potesse diventare il Rivera di quella categoria.   Nel 1961, chi scrive,  all'età di sedici anni fece la prima vacanza “da solo“ a Lignano Pineta: componente di  una  Quinta Ginnasio che sapeva dare  filo da torcere, nel mio Istituto, dai salesiani, ai liceali.  Quel calcio, allora,  aveva Sivori e Rivera, Skoglund e Lojacono, Montuori e Vinicio, Angelillo e Grillo, Maschio e Vukas. Una provinciale come il Padova (che nel 1957-58  allenata da Rocco arrivò terza  alle spalle della  Fiorentina e della Juventus campione per la decima volta nella sua storia)  poteva permettersi gente come Hamrin e Rosa. La Spal un euclideo come Oscar  Massei. L'albergo delle mie vacanze non c'è più. E non c'è più il “Fungo“ del mitologico proprietario Eno, il dancing -bar dove  alla sera si andava a ballare  sulle note delle canzoni di Nico Fidenco e Gino Paoli.  Al “Fungo“ (scomparso nel 1966  e che nel 60'  aveva ospitato anche  Alberto Sordi)  spesso danzava  una bellissima fanciulla friulana: una villeggiante, impareggiabile interprete de “La Bamba“  che una sera  si beccò gli applausi dell'intero locale  per la sensualità delle movenze e per un vestito color  corallo, da concorso. Ero reduce da “un ultimo tiro sbagliato“. per  presunzione,  spocchia, strafottenza. Ogni tanto lo “sogno“ ancora,  quel tiro fallito. Ero a pezzi. Ma lei, la ragazza più bella della spiaggia,  per tre settimane mi fece dimenticare la mia giovanile insolenza. Oggi anche su di lei il tempo avrà (immagino)  fatto il suo lavoro. Ma, come è noto“, il primo amore non si scorda mai“. E  nei miei  pensieri, quella ragazza resta (e resterà) bellissima. Un sogno comparso un pomeriggio sul litorale, abbronzata e  con un bikini bianco. Come  Ursula   uscita dal mare davanti a 007  James Bond.  Manderò un paio di bottiglie di vino ad Alex Bonan. Per ringraziarlo di avermi fatto “ricordare“. Certi ricordi, specie quando sono così lontani, non hanno prezzo. Non ho mai rivisto la ragazza di quella speciale  estate. Ed è stato a lungo  un dolore.  Ma non l'ho mai dimenticata.   


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