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L'IMBOSCATA - La "pareggite" della Signora e i paradossi nel percorso di Pirlo. I numeri non mentono, ma è presto per dire che saranno "zero tituli". Dybala non è un "caso". L"indomito" Beppe sconfitto dal Covid: converserà con Pablito

di Andrea Bosco

L'ennesimo pareggio della Juventus porta, inevitabilmente, ad alcune considerazioni. In un percorso, quello di Andrea Pirlo, non privo di paradossi. La Juve ha pareggiato con l'Atalanta al culmine di una gara intensa.  La Juventus ha avuto alcune clamorose occasioni, ma l'Atalanta avrebbe potuto vincere. La Juventus per una mezz'ora ha giocato un bel calcio. Ma l'Atalanta ha interpretato tatticamente meglio la gara . Il  gioco di Pirlo appare migliore rispetto a quello di Sarri. Ma rispetto alla scorsa stagione, Pirlo ha fatto meno punti di Sarri. La Juventus ha perso una sola volta (in casa con il Barcellona), ma ha anche  vinto con una sola “grande“: a casa di Messi.

Il campionato della Juventus è tutto da giocare: è terza a quattro punti dalla capolista Milan. Ha la miglior difesa, uno dei migliori attacchi. Ha esibito un Chiesa efficace anche in zona gol. Ma contemporaneamente ha visto spegnersi Ronaldo: non solo per l'errore dal dischetto. Cr7 da qualche gara appare in riserva. Come se a Barcellona (dove lo si è visto fare anche il terzino), avesse speso più del consentito. Anche gli alieni hanno bisogno di ricaricare le pile.

De Ligt è un muro: accanto all' olandese Bonucci ha ritrovato autorità. Danilo terzo in una difesa a tre, è una bella intuizione di Pirlo. Ma se è vero che la Juventus sembra “piacersi“ troppo (il goffo tentativo di tacco di Morata una performance stile “Sciagurato Egidio“) è anche vero che il problema costituito da un centrocampo con tanti corridori e nessun pensatore non sembra - a breve - risolvibile. L'ennesima distrazione di Rabiot è costata cara.  Ramsey è diventato una patologia: grande giocatore flagellato dai guai muscolari che puoi perdere persino nel corso della “rifinitura“. Khedira è un “peso“ del quale forse, a gennaio, la Juventus si alleggerirà. Bentancur è stabile: ma servirebbe crescesse. Arthur da alcune gare era in progresso: il rude intervento di Romero lo ha veicolato in infermeria. Unico squillo di tromba il texano volante: bella sorpresa ma non basta.

E' presto per dire che quest'anno per la Juventus saranno “zero tituli“. Anche perché, fino a prova contraria, la Juventus è in corsa per “tutti i tituli“. Ma le statistiche, pur fatte per essere smentite, qualche cosa dicono. In 12 gare di campionato la Juventus ha collezionato 6 pareggi: non accadeva da 36 anni. In quella stagione, Madama arrivò al sesto posto. La Juventus non manca di qualità, ma appare assemblata in modo incompleto. Non ha un vero regista, non ha una punta di stazza di riserva. Non credo che Dybala sia un “caso“: ma farlo entrare al minuto 84' non è apparso un gran segnale. Al netto della forma fisica e delle vicende contrattuali è urgente che la Juventus lo ritrovi. Specie dopo la sparizione dai radar di Bernardeschi e Kulusevski .  Serve alla Juventus l'imprevedibilità di Dybala. Contro chi difende a uomo (come l'Atalanta) servono specialisti del dribbling: come Dybala. Le prossime due gare, prima della sosta natalizia, diranno di più sullo stato di salute dei Campioni. La classifica in vetta è corta. Il Milan continua a comandarla, ma l'Inter ha accorciato sui rossoneri. La Roma ha appaiato la Juve al terzo posto.

Spiccioli conclusivi: è apparso generoso il penalty concesso da Doveri alla Signora. Doveri è apparso quello conosciuto: un arbitro che cambia da un tempo all'altro il metro di giudizio.

Sorteggio di Champions. Il Porto è un avversario abbordabile.  Eviterei, nondimeno, di sottovalutare i portoghesi. Dopo aver pescato il Lione, la scorsa stagione si festeggiò a champagne. Salvo alla fine trangugiare aceto.

Judoc 39 era il nick di Beppe: un uomo perbene, tifoso della Juventus che il covid si è portato via all'ospedale di Monza. Anni fa un manipolo di juventini fondò il gruppo degli “Indomiti“ . Conosciutisi sul blog di “Tuttosport“ poco alla volta diventarono  amici. Molti lo sono ancora. Judoc era il decano. Alla fine di ogni campionato, per alcune stagioni, provenienti da ogni parte d'Italia gli “Indomiti “ (in varie sedi ) si radunarono a festeggiare la propria appartenenza  bianconera.  Hotel, ottimi ristoranti: discussioni e partite di calcetto. Per settimane il blog discettò  (in un crescendo di sfottò ) su un 5-3 che aveva visto trionfare la squadra di Tom e Michelleroi contro quella di Barone e Serenissima. La chiusura del blog tolse al gruppo il “forum“ sul quale discutere. Beppe, là dove è andato, ora  potrà conversare con Pablito. Che di qualche giorno l'aveva  preceduto. Reciprocamente si apprezzeranno. Ciao, amico.

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Andrea Bosco, ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“,  alla Rai e al Corriere della Sera. In queste settimane è anche nelle librerie italiane e negli store online con il suo ultimo libro "L'angelo con la faccia sporca", dedicato proprio a El Cabezon Omar Sivori e pubblicato da Minerva Edizioni, con prefazione di Italo Cucci e postfazione di Gino Stacchini


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