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L'IMBOSCATA - Juve-Napoli, motivazioni gettano "Coni" d'ombra su una vicenda che fa giurisprudenza. Ciò che sfugge a Gravina. L'ultima versione napoletana non ce la beviamo. Attenzione alle indagini "dimenticate": sorprese a fine campionato?

di Andrea Bosco

Se volete parliamo “anche“ del successo della Juventus di Pirlo al Meazza. Che ha certificato come  il cuore dei campioni d'Italia, batta ancora. E come i funerali di Madama fossero stati prematuramente celebrati. Se volete parliamo della super prestazione di Federico Chiesa, o delle topiche di Irrati (“miglior varista  al mondo“ secondo l'ex arbitro Casarin) che meglio farebbe a restare al monitor, visto che sul campo (e su entrambi i fronti) ne ha combinate di ogni. Se volete parliamo del texano volante, intuizione (vincente) di Fabio Paratici. Se volete parliamo di Ronaldo rimasto a secco. Ma poi dovremmo anche parlare delle (zero) palle giocabili in zona gol che il centrocampo gli ha recapitato. Se volete parliamo dei meriti del Milan di Pioli. Se volete parliamo dei Giroud, Milik, Llorente, Pellè (non Quagliarella che ha spiegato di volere restare alla Sampdoria), uno dei quali potrebbe approdare a breve a Torino. Se volete parliamo di Rovella, che arriverà sotto alla Mole tra un anno, o di Scamacca che potrebbe arrivare a giugno. E se proprio volete parliamo anche di Gosens (oggi probabilmente il miglior esterno basso mancino del pianeta) che al posto della Juventus prenoterei in vista di giugno. Se volete parliamo anche delle possibilità di rimonta della Juve: continuo a crederci poco. Per un fatto statistico:  la Juve è attualmente quarta. E' vero che ha una gara in meno. E' vero che ha vinto contro una formazione che veniva da 27 risultati utili consecutivi. E' vero che mancano ancora tantissime partite alla fine torneo.  Ma è anche vero che davanti ne ha tre: la prima distante sette punti. La seconda sei. Recuperare su una avversaria è possibile. Su tre, decisamente più complicato. E tuttavia la vittoria di Milano vale più di tre punti. Può diventare un messaggio al resto della carovana. Un tarlo per scalfire le certezze dei rivali: la Juve è quella asfaltata in casa dalla Fiorentina o quella che vince al Meazza, con un Dybala a mezzo servizio, senza Morata  e senza il solito bonus - gol di Ronaldo?

Se volete parliamo solo di questo. Fatemi sapere.

Dico quanto penso sulle motivazioni prodotte dal Collegio di Garanzia del Coni dopo la decisione (sul ricorso del Napoli) emessa lo scorso 22 dicembre. Spiega il collegio che da parte del Napoli, nella vicenda non è stata ravvisata  malafede. Anzi: di aver constatato un comportamento di “piena coerenza con quanto stabilito dalle norme (sanitarie) vigenti“ . Tutto gira attorno a due parole latine: Factum principis.

Mettete la cintura: il seguito è impervio.

“Da ravvisare - spiega ancora il Collegio di Garanzia del Coni – NON nella nota della Asl Napoli 2 del 4 ottobre 2020, MA nelle due note della Asl Napoli 1 del 3 ottobre 2020 le dinamiche che indussero il Napoli a non partire per Torino“. Per  il Collegio , non ci sono state responsabilità del Napoli nella vicenda.

Quindi  il giudice d'appello Sandulli, scrivendo di “dolo preordinato“ del Napoli, deve essere  stato colpito una mezz'ora prima da un meteorite. Gravina lo metterà alla porta? Non lo farà  li ha definiti, i giudici della Procura, “bravi e professionali“. Ma Gravina, al dunque,  si “è dato“. Precludendo alla Federazione di potersi appellare. Qualcuno reputa che Gravina vedesse come un  pericoloso vulnus la possibilità che De Laurentiis in ultima istanza ricorresse al Tar, quindi ad un forum extra-sportivo come a suo tempo fece Gaucci. Non lo so. Ma ho difficoltà a pensare che Gravina lo abbia fatto per restare “super partes“ .

Il Coni ha sputtanato il lavoro di ben due giudici della Procura. Non mi scandalizzo per l'operato  del Napoli: ha fatto quanto  era nel suo diritto-interesse. Ma non riesco a “bermi“ l'ultima versione della vicenda veicolata da Napoli. E cioè il “contesto“ nel quale la vicenda era, a suo tempo, maturata. Quei numerosi contagiati del Genoa andato (potenziale untore) a giocare a Napoli.

Chiarito? No. Perché adesso, dopo le motivazioni del Coni, per coerenza la Federazione dovrebbe cambiare il protocollo che la stessa  Federazione, Lega e Governo hanno sottoscritto. Perché se è vero che finora solo la Asl Napoli 1 si è dimostrata “principessa sul pisello“, è anche vero che (secondo il Coni) risultando vincolante il parere della struttura sanitaria rispetto a quella sportiva, non ci sono garanzie che da qui alla fine del campionato tutte le Asl si comporteranno come quelle di Torino e di Milano e non come quella di Napoli.

Temo che a Gravina sfuggano alcune cose. La prima: che è avvenuta una divisione (profonda) tra una società e le altre 19 della serie A. La seconda: che la Procura Federale da lui abbandonata, dopo essere uscita massacrata dal Coni, ha perso di credibilità. Come sarà possibile accettare, d'ora in avanti, una sanzione, un verdetto della Procura sapendo che (a parere del Coni) quel “dolo preordinato" era una emerita cazzata? Dolo è una parola pesante. E non credo che il vocabolario di Gravina differisca dal mio. Se “dolo“ non c'è stato, il Napoli ha il sacrosanto diritto di essere furioso. E magari di chiedere i danni per lo sfregio perpetrato alla propria onorabilità. La terza è etica. Personalmente quella partita ho sempre desiderato vederla giocare: non mi piacciono i risultati a tavolino. Ma l'idea che il “caso“ del Napoli venga considerato un unicum (tollerato) all'insegna dello “scurdammoce o' passato“ è irricevibile.

Il Napoli era in buona fede? Accertato dal Coni. Ma se il protocollo resta invariato la presa per i fondelli è totale. Bisogna salvare il calcio? Naturalmente. Per salvarlo facciamo finta che nulla sia accaduto?  Il precedente siglato dal Coni fa giurisprudenza, qualcuno lo avesse dimenticato. Precipitati in una sorta di storia alla Keller: “Chi vola è pazzo. Chi è pazzo può essere esentato dalle missioni di volo. Chi chiede di essere esentato dalle missioni non è pazzo: Comma 22“.

Lo “hanno fatto“. Hanno promesso di non farlo “chiù“, in caso di analoga situazione?   Nessuno lo sa. Adesso? Si recupererà, in febbraio,  invertendo  il calendario? Si giocherà  prima la “mancata“ Juventus – Napoli invece che la prevista Napoli-Juventus che potrebbe essere spostata a maggio? Altre richieste ? Sono educato : non entro nel dettaglio .

Domanda:  ma la Procura Federale, sui tamponi della Lazio l'indagine l'ha chiusa o no? E a proposito di Procura Federale: come procedono le indagini sul caso Suarez?  Silenzio cimiteriale.

Ci faranno sapere a un paio di giornate dal termine del campionato: magari con squalifiche e punti di penalizzazione? Capaci .      

E visto che siamo sull'argomento indagini, interessa capire alla Federazione chi siano i proprietari delle società di calcio? In prima pagina“ Il Giornale “ si  è posto domande sulla proprietà dell'Inter. Spiega il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti che Suning si è appoggiato ad Ali Baba, colosso il cui fondatore, Jack Ma, critico con il regime, da tempo è “sparito“.  Secondo Gian Micalessin che firma il fondo “il pacchetto di controllo dell'Inter è finito nella mani di una sussidiaria di Ali Baba“. E visto che Jack Ma è sparito (in Cina sparire non è sintomo di riservatezza) ipotizza Micalessin che “Ali Baba sia finita sotto l'ala dello Stato - Partito e venga utilizzata per imporne il cappio anche alle attività di Jindong Zhang (alias Suning)“. Tradotto: il proprietario dell'Inter potrebbe diventare lo Stato Cinese. Tralascio le considerazioni economiche, politiche e sociali che Micalessin, pone. Non reputa la Federazione che su questi (e altri) argomenti vada fatta chiarezza?  Perché anche i manager campani  Cerchione e D'Avanzo comproprietari (con Singer)  del Milan, Rai 3 (trasmissione “Report“) proprio non è riuscita a rintracciarli. Spariti anche loro.   

Due parole per i lettori: sono consapevole di aver scritto uno sterminato articolo che sul web mai dovrebbe essere vergato. E quindi non ve ne vorrò se questa settimana non mi premierete (come abitualmente fate)  con le letture. Ma considero quello che ho scritto (bene o male lo abbia fatto) un dovere professionale. Farlo in 2000 battute sarebbe stato impossibile.


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