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Ricordate quel giorno? JUVENTUS-LAZIO

di Stefano Bedeschi

11 febbraio 1973 – Stadio Comunale di Torino
JUVENTUS-LAZIO 1-0
Juventus: Zoff; Spinosi e Marchetti; Furino, Morini e Salvadore; Haller (dal 72’ Cuccureddu), Causio, Anastasi, Altafini e Bettega. In panchina Piloni. Allenatore: Vycpálek.
Lazio: Pulici; Facco e Martini (dall’83’ Petrelli); Wilson, Oddi e Nanni; Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi e Manservisi. In panchina Chini. Allenatore: Maestrelli.
Arbitro: Angonese di Mestre.
Marcatore: Bettega al 18’.

Quando scende al Comunale la Lazio, c’è il Milan in testa, ma con una sola lunghezza sulla Juventus che, addirittura, si tiene due punti avanti alla Lazio, rivelazione dell’anno e con formidabili margini di miglioramento. Lo stadio è quasi colmo (36.000 paganti e 15.000 abbonati) e la ragione non sta soltanto nella posizione in classifica delle due squadre e nell’attrattiva rappresentata dalla Lazio di Chinaglia. Dino Zoff, il portierone, è sul punto di scrivere una pagina di storia, trovandosi ad un passo dal record di imbattibilità del genoano Da Pozzo (837 minuti senza subire un goal). E Bettega, il grande Bobby-gol, dopo aver segnato proprio alla Lazio, all’andata, il goal della vittoria juventina all’Olimpico, non è più riuscito a trovare la via della rete.
Manca Capello, infortunato, e il buon Cesto mette un’altra punta, Altafini, con compiti di attaccante esterno, e due passi indietro per Haller, che torna a fare la mezzala, suo primo grande amore, al fianco di Causio. In panca Cuccureddu, nel caso le cose si mettano male e serva un po’ di filtro in più a metà campo. Maestrelli, il coach laziale che saprà l’anno dopo compiere il miracolo scudetto, replica con: Felice Pulici; Facco e Martini; Wilson, Oddi e Nanni; Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi e Manservisi. In panca Chini e Petrelli. Arbitra Angonese, è un bel pomeriggio di sole, con una luce abbagliante. Se non facesse un freddo cane si potrebbe già pensare alla primavera. Il piano tattico: nella Juventus Salvadore libero, Morini su un Chinaglia annunciato in grande spolvero, Marchetti su Manservisi, un tipetto poco raccomandabile, tutto scatti e finte. Lazio con Wilson libero, Facco su Bettega, Oddi su Altafini, Martini su Anastasi. A centrocampo, Furino e Re Cecconi pronti a darsele di santa ragione. In tribuna, per conto di Valcareggi, commissario tecnico della Nazionale, ancora con la fresca aureola del Mundial messicano, c’è Enzo Bearzot (che ancora non sa che di aureola ne avrà, dopo qualche tempo, una tutta sua).
Parte a razzo la Lazio e Morini, con il sole negli occhi, svirgola in corner un cross di Garlaschelli. Poi, Zoff esce in mischia su Chinaglia, Anastasi va a chiudere su Martini in attacco. Qualcosa evidentemente non funziona nell’azione di filtro, oppure è la Lazio che gioca la partita della vita. Chissà. Juve comunque ben desta in contropiede al 5’, con Bettega che apre su Haller e il tedesco che, di prima, fa viaggiare Causio: Pulici esce fuori area e di piede allontana. Dodicesimo: Manservisi impegna Zoff in una grandissima deviazione in tuffo. E Chinaglia, due minuti dopo, costringe il portiere bianconero, in odore di primato, a un salvataggio acrobatico su un suo delizioso pallonetto. Questo Chinaglia che gioca di finezza deve proprio stare strabene di salute, perbacco. Vuoi vedere che è una giornata pro Lazio? Ma al 19’ la Juventus passa. Fallo di Re Cecconi su Furino, sulla sinistra dell’attacco bianconero. Batte da 35 metri Haller, uno che sui calci piazzati non deve imparare proprio da nessuno: una parabola calibrata per la testa di Bettega che si alza in volo e devia sotto la traversa, alla sua maniera, alla sinistra del povero Felice Pulici. Stadio in ebollizione, abbracci e baci. Per Bobby-gol è la fine di un incubo, per la Juve la sensazione che la giornata non è poi tanto male. Anzi. Ma è presto per gioire. Lazio furibonda all’assalto, ma è ancora il contropiede della Juventus a pungere: Anastasi-Causio-Altafini, e sarebbero dolori se Wilson non spezzasse in corner. Al 33’, corner di Haller e spinta di Oddi ai danni di Altafini. Sarebbe rigore ma Angonese sorvola. Ancora conclusioni di Garlaschelli e Nanni ben neutralizzate da Zoff e si va al riposo.
Ripresa: passano due minuti e la Juventus raddoppia, ma la deviazione di Bettega su tiro di Causio avviene con Bobby-gol in fuorigioco, sia pure di poco. Peccato, perché la Lazio non molla, anche se non riesce a mordere. È ancora la Juventus a gettare alle ortiche il raddoppio all’11’, quando Altafini toglie palla a Oddi nella metà campo bianconera e galoppa solitario per 50 metri, tardando un attimo a concludere e favorendo l’uscita disperata di Pulici. Siamo a un altro momento topico della gara. Al 23’ è record per Dino Zoff: supera il primato di Da Pozzo, lo stadio ribolle come per il goal di Bettega, se possibile anche di più. Il fatto è che Dino è entrato subito nel cuore della gente per non uscirci mai più. Bello e giusto: saranno 859 minuti alla fine della partita, Zoff arriverà a 903 sommando i minuti senza goal della gara successiva col Milan (cadrà su rigore battuto da Gianni Rivera). Fine del sipario festoso e sotto con la partita, che non è affatto finita. Al 25’ Anastasi calcia a lato una palla goal offertagli da Causio. Poi, si fa male Haller ed entra Cuccureddu, a rinserrare le file della difesa. La Lazio prova a gettare il cuore al di là dell’ostacolo, ma non ce la fa più, anche perché gli slanci guerrieri di Chinaglia si sono esauriti. Finisce così: vittoria juventina per 1-0, vittoria preziosa e cruciale, visto che il Milan impatta con l’Atalanta e viene perciò raggiunto in cima. Causio, Furino, Anastasi e Altafini i più combattivi nella giornata giustamente intitolata a Bettega tornato al goal dopo una vita e a Zoff saracinesca.
L’arbitro Angonese ha riportato una distorsione alla caviglia destra alla fine del primo tempo. Zitto zitto, chiede soccorso, viene curato e se la cava benone. Zoff, oltre alle valanghe di complimenti di rito, si vede recapitare un mazzo di rose rosse da una tifosa. Siamo al romanticismo spinto. E alle dediche molto speciali: Super Dino si fa consegnare il pallone del record e lo dirotta a Giovanni Agnelli junior, con simpatia. Un tocco di classe alla fine di una gran bella festa. La Juventus avrà altri momenti difficili, perderà colpi preziosi, ma quando la daranno per spacciata infilerà una serie impressionante di vittorie, sino a scavalcare il Milan e quella stessa Lazio sul filo di lana. Questa, però, è un’altra storia.

“STAMPA SERA”
Due goal: uno valido vecchia maniera e l’altro annullato per fuorigioco. Così Bettega risorge dal limbo, ritorna nella sua dimensione di goleador, quella di match-winner. La gente riscopre Bobby-gol: finalmente! Negli spogliatoi, dopo la partita con la Lazio, Roberto è felice: non segnava dal 15 ottobre scorso e precisamente dal 20’ di Lazio-Juventus. «Ho uguagliato il mio record negativo – dice Bettega – ma mi sono liberato da una specie di complesso. Ogni domenica, anche a livello inconscio, giocavo alla ricerca del goal. Ci sono volute dodici partite e ce l’ho fatta: l’incubo è finito. Questo goal è importante soprattutto perché significa vittoria. Adesso non sentirò più la gente che mi ferma per strada e mi chiede, per prima cosa, quando segnerò. Psicologicamente giocherò più disteso. La Lazio mi porta fortuna. Anche all’andata, di testa, ero riuscito a far centro. A proposito di coincidenze, due anni fa, quando ruppi il lungo digiuno che si protraeva da dodici giornate, segnai, uno dopo l’altro, tredici goal. Non pretendo di ripetermi ma di realizzare quelle poche reti che possono servire alla Juventus per rivincere lo scudetto. Il cammino che porta al titolo è impervio e questa vittoria ci consente di sdrammatizzare la trasferta con il Milan. L’incontro di San Siro non sarà decisivo». La gioia di Bettega e condivisa da tutto il clan bianconero e in particolare da Altafini. «Credetemi – dice José – è come se avessi segnato io. Bettega aveva bisogno del goal e giocherà meglio. Le difese avversarie dovranno temere anche lui». L’asso brasiliano ha fallito di un soffio due occasioni. «Soprattutto la prima – spiega – era a portata di mano ma, dopo aver percorso quaranta metri, non ero più lucido e, per di più, il pallone mi ha tradito rimbalzandomi addosso. Ciò che conta è il risultato pieno contro una Lazio veramente forte. Siamo a pari punti con il Milan mentre Inter e Lazio sono già distanziate di quattro lunghezze. Anche una nostra sconfitta a San Siro non comprometterebbe nulla. Un pareggio sarebbe l’ideale». A pochi passi c’è Anastasi. È un po’ stanco dopo la generosissima prestazione: «Di più non si può correre – dice – dopo dieci minuti non riuscivo a distinguere il colore delle maglie della Lazio. Avevo la vista annebbiata, soffrivo. Poi mi sono ripreso ed ho continuato con lo stesso ritmo sino alla fine. La Lazio ci ha impegnati a fondo, ma si è vinto. Tutto procede secondo i programmi. Dovremo fare altri tre punti con Milan e Torino. Chinaglia? Non sta a me esprimere giudizi. Vedremo cosa decideranno i responsabili della Nazionale».
Boniperti è soddisfatto sebbene la Lazio l’abbia tenuto sulle spine. Ecco il commento del presidente bianconero: «La Lazio è una bella squadra che corre molto. Anche la Juventus ha corso molto. Anastasi è stato commovente. Altafini ha disputato la miglior partita di questo campionato. Zoff, che non era ancora stato impegnato così a fondo, si è ampiamente meritato il record di imbattibilità. Un record che, specie nelle fasi iniziali, ha un po’ condizionato la squadra favorendo l’aggressione della Lazio. Sono felice per Bettega. Anche prima giocava così bene ma non riusciva a segnare. Il goal gli restituisce morale. Bettega sbagliava i goal e i goal li sbaglia solo chi entra in area. Tutta la squadra in blocco va elogiata. Tutti, da Haller a Cuccureddu, si sono battuti e dovranno continuare a battersi con la stessa determinazione anche in futuro». Vycpálek definisce la Lazio la miglior squadra incontrata dalla Juventus. Incrociando Maestrelli gli dice: «Complimenti, avete giocato una grande partita a un ritmo notevole». Poi aggiunge: «L’unico neo riguarda il vento che rendeva difficile il controllo del pallone. Il risultato, comunque, è giusto. Potevamo segnare altri due goal, specie con Altafini. Anche Zoff ha dovuto compiere pregevoli interventi e si è meritato il record. Debbo sottolineare la prestazione della difesa e quella di Bettega che ha siglato un goal come ai bei tempi. Ciò è molto importante per noi». Malgrado fosse, sulla carta, sbilanciata in avanti, la Juventus ha giocato in contropiede: come lo spiega? «Era una Juventus d’attacco solo di nome. Anastasi ha assunto una posizione arretrata, Bettega e Altafini sanno tornare. Bettega gioca bene anche come interno. Inoltre eravamo contratti sino al goal di Bettega, poi slamo venuti fuori, anche se la Lazio ha continuato ad attaccare». Contro il Milan giocherete nello stesso modo? «Dovremo essere un po’ prudenti. Il Milan, in casa, ha sempre vinto ed ha un attacco molto pericoloso con quel Chiarugi che inizia l’azione da lontano e diventa irresistibile. Capello rientrerà a San Siro. D’accordo con medico e giocatore, abbiamo deciso di concedergli un turno di riposo per averlo fresco contro i rossoneri, una gara che avrà il suo peso anche per le scelte della Nazionale. La caviglia è sgonfiata e il suo recupero è sicuro. Haller potrebbe essere utile: contro la Lazio si è impegnato a fondo, si è sacrificato rimediando un colpo al ginocchio sinistro e alla caviglia sinistra. Così si è reso indispensabile l’innesto di Cuccureddu nel finale».
Haller racconta di aver chiesto di uscire dopo l’infortunio: «Avevo il ginocchio gonfio e c’era Cuccureddu pronto. Era difficile giocare a causa del vento che rendeva problematici i lanci lunghi, tuttavia ho dimostrato di non essere al tramonto a dispetto di certe malelingue». Morini, sempre più degno della maglia azzurra, ha fermato anche Chinaglia: «Si muove molto e bisogna seguirlo sempre. Mi sono concesso qualche… puntata in avanti. Mi piace la roulette, amo il rischio. Scherzi a parte Chinaglia mi ha impegnato a fondo. La Lazio ha giocato molto bene ma noi potevamo segnare di più». Furino è rimasto impressionato da Re Cecconi: «È meno grezzo di quanto pensassi. Ho dovuto adattarmi alla situazione nell’interesse della squadra rinunciando alle abituali scorribande offensive». Secondo i bianconeri la Lazio ha finito per scontare la sua tattica avventurosa. Salvadore, comunque, dice che la squadra biancoceleste è di gran lunga la migliore vista al Comunale: «All’inizio ci ha sorpresi per la velocità assumendo le redini del gioco. Battendola abbiamo riagguantato il Milan. Per noi è indispensabile fare punti». Interviene Causio: «Il Milan è forte in casa ma la partita è apertissima». Spinosi: «Domenica si decide il trenta per cento del campionato».
 


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