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Ricordate quel giorno? EMPOLI-JUVENTUS

di Stefano Bedeschi

20 settembre 1987 – Stadio Castellani di Empoli
EMPOLI-JUVENTUS 1-0
Empoli: Drago; Vertova e Gelain; Della Scala, Lucci e Brambati; Urbano, Zanoncelli (dal 56’ Salvadori), Ekström (dal 75’ Mazzarri), Della Monica e Baldieri. In panchina: Pintauro, Cotroneo e Čop. Allenatore: Salvemini.
Juventus: Tacconi; Favero e Cabrini; De Agostini, Brio e Tricella; Mauro (dal 79’ Vignola), Magrin, Rush, Alessio (dal 74’ Buso), Laudrup. In panchina: Bodini, Napoli e Bonini. Allenatore: Marchesi.
Arbitro: Longhi di Roma.
Marcatore: Ekström al 56’.

La Juventus che affronta la stagione 1987-88 è profondamente rinnovata. L’assenza che balza più all’occhio è quella di Michel Platini che ha deciso, dopo cinque stagioni alla corte bianconera, di appendere gli scarpini al chiodo. In panchina siede ancora Rino Marchesi, mentre all’attacco, in sostituzione del partente Serena che ritorna all’Inter, la Juve acquista Ian Rush, prolifico attaccante gallese prelevato dal Liverpool.
L’annata della Juventus sarà al di sotto delle aspettative. Tutta la rosa si mostra indebolita dall’assenza delle grandi giocate di Platini, alle quali Marchesi cerca di sopperire con un robusto centrocampo guidato dall’onesto mestierante Marino Magrin, arrivato dall’Atalanta. La delusione maggiore è rappresentata proprio da Rush che, patendo diversi problemi di ambientamento, non riesce a legare con i compagni e, soprattutto, ad adattarsi al calcio italiano. C’è da dire che difficilmente la squadra mette a disposizione del gallese palloni giocabili, la manovra risulta spesso lenta e mancante di quelle verticalizzazioni che Rush avrebbe bisogno come il pane. De Agostini, Alessio, lo stesso Magrin sono buoni giocatori ma avrebbero bisogno di qualche compagno che accendesse la luce. Cosa che Laudrup, che ne avrebbe le caratteristiche, non riesce quasi mai a garantire.
La Juventus chiude il campionato al sesto posto, raggiunto dopo la vittoria ai rigori sul Torino nello spareggio per l’accesso alla Coppa Uefa. Delusioni anche in Europa: il cammino dei bianconeri si interrompe, infatti, ai sedicesimi, estromessi dai greci del Panathinaikos, mentre in Coppa Italia la Juventus si spinge fino alle semifinali, eliminati dal Torino.
La compagine toscana, invece, si appresta a disputare il suo secondo campionato in Serie A. La riforma dei campionati riduce a due il numero delle retrocessioni e, in seguito ad un illecito sportivo, la CAF condanna il club a una penalizzazione di cinque punti. Alle difficoltà sul campo, si uniscono anche problemi societari: durante l’annata, infatti, si dimette il presidente Grazzini (sostituito da Bini) e alcuni consiglieri lasciano l’incarico. I punti di penalizzazione influiscono pesantemente sul cammino dei toscani: la retrocessione diventa aritmetica a tre giornate dalla fine.

Ma il 20 settembre 1987, per l’Empoli è una giornata di gloria, da segnare sul calendario. Si gioca la seconda giornata, al Castellani scende la Juve e il destinato dei toscani appare segnato. Ma una rete dello svedese Ekström, segnata nella ripresa, regala una vittoria insperata all’Empoli e una grandissima delusione ai supporter bianconeri. Che sarà solamente un piccolo antipasto delle grandi amarezze che dovranno provare fino alla fine del campionato.


“STAMPA SERA”
Chi all’inizio della partita urlava: «È la Signora in Rush», parafrasando il celebre film interpretato dalla splendida Kelly Le Broch, alla fine si è ritrovato nella solitudine e nell’inappagante compagnia della foto, con autografo, della splendida attrice statunitense. Cos’altro avevano potuto raccogliere i tifosi pervenuti nella fornace di Empoli da ogni angolo del Granducato? Un correre senza bussola, un dimenarsi istericamente in avvio di partita, tanto che Magrin e Favero incorrevano nel cartellino giallo, un cercare gli affondo verticali, com’è il costume degli arieti sardi, senza creare scientifiche e razionali alternative sulle zone esterne. Insomma, un grande caos. L’aitante gallese si è mosso con passo cauto e felpato, ma non ha grosse responsabilità, lo si sapeva convalescente, ha toccato tredici palloni con cautela, ma si è trattato di parabole impossibili da addomesticare. Dunque, chi scaglia la prima pietra sul docile Ian è degno di immediata emarginazione. Perché l’ottusità nell’insistere con schemi infarciti di personalismo e con iniziative estemporanee, ha finito di far sentire Ian come sulla luna, una creatura timida e frastornata, al punto da non capire una sola delle idee che attorno a lui stavano partorendo i pensatori, che tra l’altro non ci sono. Rush parte sempre a ragion veduta verso l’area avversaria, importante è fargli pervenire palloni utili e subito e non quando la difesa avversaria si rintana in un rifugio a prova di bomber.
Marchesi ha in mano una rosa con giocatori non sempre idonei a disporsi su ogni angolo del campo. Perché togliere Bonini, l’unico capace di dare equilibrio, solidità e ordine al settore centro-destra? Marchesi lo ha fatto ed ha perso. Certo non è solo questa la ragione della caduta di Empoli, poiché le cause sono tante, ma in assoluto non vediamo come il tecnico possa prescindere dall’esperto centrocampista. Né Mauro né Magrin possono recitare la sua parte umile, operosa e robusta, e tanto meno Alessio, le cui inclinazioni sono specificatamente offensive.
L’Empoli ha giocato un’onesta partita, anche aspra a tratti, ma gli handicap vanno assottigliati anche grazie a questi espedienti tattici: una marcatura a uomo che toglie il respiro. Il goal di Ekström è nato da un contropiede ingarbugliato da un calcio di punizione, battuto poi in modo rapido per facilitare lo svedese. Un episodio, d’accordo, ma è stato finalizzato al meglio. Ciò che non ha saputo fare invece la Juventus, che ha fallito con Alessio due facili palloni. Ma ci si può appellare a questi episodi per spiegare la pessima prova globale della Signora? È chiaro che non sempre gli avversari si disporranno con tanta parsimonia, diremmo avarizia, ma come si poteva pretendere un Empoli spregiudicato quando è partito da meno cinque di handicap e che, inoltre, dopo ventidue minuti aveva rischiato di capitolare due volte? Affrontando le grandi squadre ci saranno più spazi per la Juventus e per Rush, e allora vedremo se Marchesi saprà sostituire un regista che non c’è, sistemare il centrocampo con uomini che hanno predisposizione a giocare (ad eccezione di Bonini, appunto, e del neo acquisto Napoli) sul settore sinistro del campo.

«La partita è un conto, il risultato un altro – afferma Marchesi – abbiamo preso un goal per un errore evitabile. E inoltre ci sono stati alcuni episodi in area e fuori che sono discutibili. Insomma, l’Empoli si è fatto sentire sul piano agonistico. Non è solo l’intervento su Laudrup, tante piccole cose. Noi abbiamo comunque sbagliato in zona goal, pensavamo forse di poter sfruttare meglio la situazione. Qualche uomo ha sbagliato in occasione del goal subito, qualche altro non ha saputo chiudere a dovere. Al di là del risultato, ripeto, la squadra ha disputato una buona partita». Ma la formula a tre punte non è stata azzardata in una partita esterna? «Non è che le nostre punte siano tali – spiega Marchesi – nel puro senso della parola. Tutti sanno partire da lontano, Alessio e Laudrup hanno svolto un buon lavoro, di Rush sapevamo che non avrebbe reso al massimo, ma ha bisogno di cominciare a giocare. Non è detto che la scelta di escludere Bonini sia più valida soltanto in un incontro casalingo. Anche in trasferta la Juventus deve saper imporre il proprio gioco». Può spiegare le sostituzioni finali? «Ho tolto Alessio per Buso e non Rush, apparso più stanco, perché il gallese può sempre inventare qualcosa in zona goal. Rush però non può essere giudicato, era marcato strettamente e veniva da un lungo periodo di inattività. Vignola è entrato al posto di Mauro, perché dal suo piede può partire il tiro decisivo da fuori area». Non le sembra che il centrocampo abbia patito troppo lo sbilanciamento della squadra in avanti? «Se guardiamo al risultato può sembrare così, ma sul piano del rendimento la Juventus non ha demeritato, sempre tenendo in mano le redini del gioco. Abbiamo commesso un solo errore. E se non sappiamo fare goal, come sempre ogni discorso cade».

Il trainer Salvemini, naturalmente, è soddisfatto della prestazione dei suoi atleti: «Abbiamo giocato con umiltà e siamo stati giustamente premiati. La Juventus è una grossa squadra, ha sbagliato qualche buona occasione e noi l’abbiamo colpita con il bel goal di Ekström. Bravi, comunque, tutti i miei ragazzi, specialmente Vertova e Brambati, che hanno fermato due grossi giocatori come Rush e Laudrup. In verità, forse loro meritavano un pari, in quanto Alessio a tu per tu con Drago si è fatto parare il tiro». Ed ecco Brambati: «Siamo contenti per la vittoria al Castellani nella prima gara interna del campionato. Il calendario ci aveva assegnato la Juventus e noi ce l’abbiamo messa tutta per superarla. Da ex torinista ho giocato con il massimo impegno, pensando di avere addosso la maglia granata e battere i cugini bianconeri». Interviene l’ex juventino Della Monica: «Abbiamo giocato con il cuore. Solo così si poteva battere un avversario come la Juve, tecnicamente superiore». Il nuovo acquisto Baldieri è stato l’animatore dell’attacco e, con un tiro di punizione battuto a sorpresa, ha consentito a Ekström di segnare il goal della vittoria: «È stata una partita difficile: la vittoria vale doppio, perché ci consente di guadagnare due punti e contemporaneamente ci dà morale». Allo svedese Ekström chiediamo un confronto fra lui e Rush. Con la sua consueta franchezza, Johnny risponde: «Rush è veramente bravo ma per lui era molto difficile giocare la prima partita del campionato italiano. La stessa cosa capitò a me l’anno scorso».
 


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