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Vlahovic prende sei quando segna: gli manca qualcosa per essere top

di Andrea Losapio

Prendere generalmente sei (massimo sei e mezzo) in pagella quando sei l'attaccante principe e la tua squadra fa quattro gol significa principalmente due cose. Sei stato poco servito dai tuoi compagni, cosa abbastanza vera per Dusan Vlahovic al netto dell'assist di McKennie che gli ha fatto segnare il gol del pari. L'altra è che ti sei nascosto per larga parte della partita, situazione che probabilmente si è verificata nella serata di San Siro. Si può obiettare che per un attaccante il lavoro sia quello di segnare e che quindi Vlahovic abbia sostanzialmente rispettato le aspettative contro l'Inter.

Il quattro a quattro - e il lampo per il primo pareggio - maschera certamente le mancanze del serbo. Nessuno ha mai detto che non fosse uno straordinario uomo gol, ma manca nel trascinare la squadra. Ed è impossibile non puntualizzare questo aspetto quando percepisce 23 milioni di euro lordi all'anno, il giocatore più pagato della Serie A. Senza, realisticamente, un accordo sul rinnovo: è tutto abbastanza fermo.

Vlahovic sarà imprescindibile nella prossima estate? Oppure ci sarà un movimento anche lì? Quasi certamente nel suo ruolo di vice servirà qualcuno che possa dare cose differenti rispetto a lui. In estate era Retegui il primo nome, ma è impensabile che l'Atalanta ora possa cederlo se non con cifre davvero impensabili, anche più di Koopmeiners considerando che è un attaccante. 


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