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Un necessario ritorno alle origini

di Andrea Antonio Colazingari

Il doppio impegno azzurro contro avversari alquanto modesti (Far Oer e Slovenia), consegna ad Antonio Conte e agli juventini tutti, una preoccupazione in più: cosa succede a Giorgio Chiellini? I due ultimi anni da incubo in bianconero rappresentano un tunnel dal quale il pisano sembra ancora stentare ad uscire. Inutile girarci attorno: il Chiellini visto con Ranieri, al fianco di Legrottaglie, era tutt'altra cosa. L'attuale è un difensore che non offre quella sensazione di sicurezza che un fuoriclasse del ruolo dovrebbe sempre essere in grado di garantire. Lasciarsi andare ad esitazioni e balbettamenti perfino contro i semiprofessionisti delle Far Oer è cosa assai preoccupante e prova ulteriore di un filo perso che si fatica a ritrovare. Lo scorso campionato è un campionario ricco di errori ed ingenuità fin troppo facilmente attribuite al generale scalcinamento della squadra: eppure Chiellini  avrebbe dovuto trarre grande giovamento dall'abilità di Del Neri nell'innalzare sistemi difensivi adeguati e difficilmente perforabili. Il campionato precedente, ancora peggio. Da troppo tempo lo vediamo intervenire con foga eccessiva in area di rigore ((cosa assai pericolosa), mancare il tempo degli interventi, commettere errori grossolani nell'impostazione dell'azione. Quasi sempre, il nostro si macchia di un errore decisivo a partita: il mestiere del difensore (un po' come quello del portiere) è infame perchè puoi fare mirabilie per 90 minuti ma poi basta uno sbaglio nel recupero per vanificare tutto. Ancor più vero in partite decisive. Chiellini è finito nel cuore della difesa per necessità: quando hai a disposizione Boumsong, Piccolo e poco altro, devi inventarti pur qualcosa. L'esperimento ha dato ottimi risultati nella prima stagione di Ranieri e pure, tutto sommato, in quella successiva conclusasi con Ciro Ferrara ed il secondo posto; poi la discesa ripida. A discolpa dell'imputato vi è senza dubbio la mancanza di un partner all'altezza (Bonucci certo non lo è stato), ma la guida riconosciuta della difesa dovrebbe essere proprio Chiellini e se si perde lui per primo, la baracca è destinata a crollare miseramente. Allo stato attuale delle cose, la soluzione migliore sarebbe forse spostare il pisano nel suo ruolo originario, quello di terzino sinistro, dove certe incertezze sono meno gravi ed appariscenti. Pazienza per Prandelli e la Nazionale: che si arrangino pure loro all'occorrenza. Resta il problema (almeno fino a gennaio) della sua sostituzione in bianconero: opteremmo per Vidal alla Mascherano. Un fatto è certo: serve un segno di discontinuità con il recente passato che restituisca alla Juventus il Chiellini originale: il ritorno alle origini mancine, sarebbe forse la medicina migliore.


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