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NEDVED integrale: "Ibra? Mi piacerebbe farlo tornare alla Juve. Conte non andrà via fino a quando ci sarò io. Cavani l'ideale per la nostra Juve. 5 maggio? Poborsky mi promise i due gol. Calciopoli? Scudetti strameritati!"

di Davide Terruzzi

Ci pensa Pavel Nedved a mantenere vivo quello che si preannuncia uno dei tormentoni di calciomercato. Il dirigente bianconero, intervistato da Pierlugi Pardo nel corso della trasmissione "Undici", ha infatti aperto le porte a un possibile e clamoroso ritorno: "Chi non vorrebbe un giocatore come Ibrahimovic? Non nascondo che mi piacerebbe farlo tornare alla Juve". La Furia Ceca ha anche affrontato l'argomento Conte blindando la permanenza del tecnico salentino: "Finché ci sarò io, Conte non lo lascerò andare via". Due notizie, una bomba che potrebbe scuotere il calciomercato.

Tuttojuve.com sta trascrivendo integralmente le parole di Nedved.

Come va Nedved? Mi hanno detto che sei a Beinasco. Dov'è Beinasco? La patria di Giovinco tra l'altro...
"Sì, dove è nato il nostro piccolo Giovinco. Una zona dove non mi capita di passare spesso, però almeno ho visto qualcosa di nuovo".

So che c'è Bologna-Juve, ma sabato ci sono i Finley che suonano a Torino, vuoi andare?
"Io non sono tanto esperto, però sabato sera sono sicuramente impegnato. Andrò la prossima volta".

Pavel, ti somiglia questa Juve? Spirito, concretezza, non mollare mai fino alla fine...
"Assolutamente sì, ho rivissuto delle emozioni l'altro giorno allo stadio che devo dire sono state molto forti. E' un momento molto positivo per noi. Lì sì è vista la Juve di Antonio Conte".

Tu sei un dirigente, un consigliere di amministrazione. Darai sicuramente dei consigli tecnici. Come si insegna questa mentalità vincente? Come si trasmette?
"Hai detto bene, come si trasmette: io sono stato scelto dal Presidente per trasmettere queste cose qua. Ovviamente siamo stati anche fortunati perchè abbiamo deciso di portare a Torino uno come Antonio Conte, che in prima persona rispecchia tutto quello che volevamo per la Juve. E si vede, abbiamo riportato quello che alla Juve c'è sempre stato: un grandissimo gruppo, una famiglia e gli abbracci sia sul campo che in tribuna lo dimostrano, siamo molto felici".

Te lo aspettavi così bravo? Si dice un allenatore in campo, come era quando giocavi con lui?
"Sì devo dire che l'ho vissuto come calciatore, mi gridava già quando stava giocando dietro di me; mi dava dei consigli a centrocampo, quando uscire, quando no, è stato già molto importante per noi in campo. Ma vedendolo come allenatore mi ha sorpreso in positivo in una maniera incredibile, perchè potendolo seguire quasi tutti i giorni negli allenamenti, è veramente un allenatore che farà una grandissima strada".

Pavel, ti faresti un quarto d'ora ancora oggi, di qualità?
"Non so se sarei in grado di poter scendere in campo, perchè ovviamente il fisico non è più quello di prima. La voglia ci sarebbe, eccome, quello sicuro".

Ieri, nell'esultanza, rivedendo il gol di Giaccherini, ti è venuto in mente il tuo gol contro il Piacenza a Piacenza, nel 2002?
"Sì, me lo ricordo eccome, perchè era una partita molto sofferta, tipo quella di ieri. Sono riuscito a sbloccarla un pochino prima del mitico Giak, perciò l'emozione è stata molto simile, perchè sono quei gol che alla fine contano tantissimo e ti portano a traguardi importanto. Ieri è stata una bellissima giornata".

Pogba come l'avete scelto? Di chi è stata l'idea?
"Pogba... ovviamente noi collaboriamo con tantissimi collaboratori, sapevamo di questo ragazzo. Siccome io sono molto in contatto con Mino Raiola - lo sapete, mi rappresentava -, le nostre conoscenze ci sono sempre, ci confrontiamo spesso. Però devo dire che la società è stata molto brava a prendere questo ragazzo. Dalla prima volta che l'ho visto già sapevo che sarebbe potuto diventare un giocatore molto forte".   

Non ricordo uno così forte a quell'età...
"Sono assolutamente d'accordo, perchè la maglia della Juve pesa, come quella delle altre grandi squadre, ma un ragazzo di 19 anni con questa personalità....  poter giocare nel centrocampo della Juve, lì, oggi... se ne vedono pochissimi, credo sia forse anche unico".

Barzagli e Vidal te li aspettavi così decisivi? Vidal è un quasi Nedved per spirito e temperamento...
"Guarda, quando abbiamo preso Vidal sapevamo che era un giocatore molto forte e importante. Però devo dire che quando non gioca Vidal si sente, perchè Vidal è un giocatore incredibile. E questo vale anche per Barzagli, perchè di Barzagli non parla nessuno, ma questo è uno dei più forti difensori in questo momento al mondo. Non ci sono giocatori come Barzagli, che hanno questo rendimento, non sbaglia mai una palla nella partita, perciò Barzagli è il nostro vero fuoriclasse".

Il Napoli può ancora rimontare in classifica. Nel 2000 accadde una cosa analoga tra la prima e la seconda. Pavel sei scaramantico? In Repubblica Ceca sono scaramantici?
"Credo che ce ne siano, anch'io un po' lo sono, ma devo dire che devi essere cosapevole della tua forza. Non  essere presuntuoso, ma sapere quanto sei forte, rispettando tutti gli altri. E se noi facciamo così, come stiamo facendo, sarà difficile fermarci".

Si parla dall'inizio di questo top player da tanto, però questa cooperativa funziona. Segnano anche i centrocampisti. E' stata una scelta quella di non andare a spendere 30-40 milioni per un grande attaccante o non c'è stata l'occasione?
"Io credo che adesso non ci sia stata l'occasione, anche perchè noi con i nostri attaccanti facciamo un certo tipo di gioco. Io credo che Antonio sfrutti tutti i nostri attaccanti in modo perfetto. Noi fino a questo momento sappiamo dove possiamo migliorare, lo vogliamo fare al momento giusto, anche perchè per andare a prendere uno più forte di quelli che abbiamo dobbiamo spendere tanti soldi e in questo momento non ce ne sono e non li vogliamo neanche spendere".

Hai visto ieri Amauri? Sembrava una resurrezione... tre gol, nove gol complessivi in campionato. Che cosa è successo lì? Non era più pronto per giocare alla Juve? Qualcosa si era incrinato?
"Può darsi, non aveva magari più la testa per giocare qui da noi alla Juve, però devo dire che ieri ho rivisto l'Amauri che conoscevo e quello che scendeva in campo con me. Amauri era uno dei più forti in quel momento lì. ieri ho rivisto l'Amauri vero, perchè lui è veramente un attaccante che sa segnare".

Hai letto queste suggestioni inglesi? Tu ci parli tutti i giorni. E' tutto a posto lì?
"Siamo assolutamente tranquilli, perchè finchè ci sarò io, Antonio non lo lascio andare via. Lo sto dicendo scherzosamente, però Antonio per noi è un valore aggiunto, lo sappiamo. Finchè vuole restare con noi, può stare con noi".

Su Ibra qualcosa ti devo chiedere.  A te piacerebbe un giorno riportarlo alla Juve?
"Sì, non nascondo che è vero, perchè Ibra lo considero all'altezza di giocatori come Ronaldo e Messi, tra i primi tre del mondo, perchè è uno che ti fa cambiare la squadra, che ti migliora la squadra. E' uno che riesce a giocare da solo davanti. Perciò, chi non vorrebbe Ibra? A me piacerebbe, quello sicuro".

Pavel vuoi spiegare cosa è l'Harlem Shake?
"No, no, per cairtà, è roba dei giovani".

Tu qualche anno fa ti saresti prestato ad una simile pagliacciata?
"Era una cosa divertente, poi è per questo tempo qua, per i ragazzi giovani. Non mi sarei dovuto neppure mascherare".

Ma tu a fare l'allenatore non ci hai mai pensato?
"Non lo so, io non volevo neanche entrare nel calcio, diciamo così presto. volevo prendermi qualche anno sabbatico per poter riposare. Poi ovviamente non potevo dire di no a un amico, a un grande come Andrea Agnelli. Perciò sono rientrato e sono felice, perchè mi ha fatto rivivere delle emozioni che ho vissuto da calciatore. Perciò sono molto felice che lo abbia fatto".

6 gennaio 2004, passiamo ai bei ricordi...
"Sì, la partita dove ho presentato il Pallone d'Oro al mio pubblico, al nostro pubblico della Juve, perciò già fare un giro con quel pallone pesante è una fatica e si è visto poi sul campo. Però devo dire una cosa in quella partita ho fatto bene, quel tiro che ogni tanto mi riusciva. Quella palla l'ho presa davvero bene. Ero contento, una giornata...meglio di così non potevo sognarla".

Che bambino eri? Pensavi solo a giocare  a pallone?
"Sì, un bambino che non si fermava mai, giocavo a pallone dalla mattina fino alla sera. A volte non andavo neanche a giocare a casa, mia madre mi sgridava sempre, mi presentavo alla sera tutto sporco dalle battaglie del campo. Ma ho avuto una bellissima infanzia, potendo sempre giocare a pallone, ero felice".

E' vero che una volta stavi perdendo il treno e hai corso per venti minuti con tuo zio, tuo nonno?
"Era mio nonno, che ancora oggi è vivo, mi portava pure la borsa. Aveva un gran fisico, avevamo fatto mezz'ora di corsa per prendere il treno, anche perchè all'epoca la mia famiglia non aveva le macchine, quindi facevamo tutto con pullman o treno. Sono bellissimi ricordi". 

Tu hai vissuto la "Rivoluzione di Velluto"....
"Parlavamo di bellissimi ricordi, questo non tanto.... Era il 1968, quando sono entrati i russi da noi. Mio padre faceva il militare, era giovanissimo. una volta mi raccontò quelle storie, quanta paura hanno avuto. Devo dire che era molto interessante perchè io non c'ero ancora. Poi sentirlo da uno che l'ha vissuto, mi impressionò. E' stato un momento molto difficile per tutti i noi cechi".


La tua famiglia, come Benigni nel "La vita è bella", faceva finta che non ci fossero problemi quando eri bambino...
"Sì, lo facevano soprattutto i miei genitori, nascondevano un po' la realtà, poi avevo dei nonni che avevano un po' meno paura del Comunismo, mi portavano in chiesa di nascosto... Devo dire che è stato carino dalla famiglia perchè volevano far vedere come tutte le cose stessero succedendo".

Un giorno hai fatto la manifestazione,  della rivoluzione di Velluto...
"Sì, siamo scesi in piazza tutti gli studenti, era abbastanza forte come protesta, come dimostrazione che noi siamo quelli che riusciamo anche a ragionare. E' stata la prima volta, quando ci siamo rivolti allo Stato in questo modo".

Questa foto cos'è?
"'96, quando purtroppo siamo stati sconfitti in finale con la Germania, 2-1, golden gol. Ricordo l'arbitro italiano, il signor Pairetto. Bierhoff ci segnò due gol, sono tutti destini incrociati, poi ci siamo rivisti in Italia, è tutto un destino".

L'Europeo ti ha cambiato la vita però. Ti mostro un'altra foto...
"E' mister Zeman. Gli sarò sempre grato perchè lui mi ha dato l'occasione di poter giocare in Italia. Io ho avuto molta paura di venire in italia perchè lo ritenevo un campionato molto difficile per me. Lui mi ha convinto di accettare la proposta della Lazio. Cragnotti non credeva tanto di prendermi, poi d'estate, dopo l'Europeo, si sono convinti e il mister mi ha portato in Italia". 

Ma come allenatore ti piace?
"Guarda, lui ha le sue idee, da lì non si sposta di una virgola, esprime un calcio molto difficile, sul livello fisico e tattico. E' difficile alla lunga vincere, ma che dia spettacolo questo è assicurato. Il suo calcio piace a tutti i giocatori offensivi, perchè si divertono, fanno un sacco di occasioni, un sacco di gol. Credo un po' meno quelli dietro che devono tamponare tutto, ma lo spettacolo è assicurato".

Questa foto?
"E' del '99, credo sia la finale col Maiorca, l'ultima Coppa delle Coppe, l'ultimo gol in questa coppa. Sono riuscito a segnarlo, abbiamo vinto 2-1, gol di Nedved e Vieri credo. Per la Lazio è stata una partita molto sofferta e anche per me, perchè sono tornato da un infortunio. Dopo tanto tempo, mister Eriksson mi ha dato l'occasione di giocare e io l'ho ripagato. Ero felicissimo".

Che ricordo hai della Lazio di quegli anni? Ti rimane una simpatia sportiva per questa squadra?
"Sicuramente. Poi magari ci sono tanti laziali che pensano che io ho già dimenticato la Lazio, che non gli voglio tanto bene, ma la verità è tutta diversa perchè dove sono passato ho sempre dato il 100% per la maglia e loro lo sanno. io non ho paura di dirlo, di rincontrarli, di salutarli, perchè è bello questo: uno quando dà il 100% può guardare negli occhi tutti quanti. Sono stati anni bellissimi, davvero bellissimi, con la squadra fortissima e avremmo potuto vincere di più". 

Non andavi mai in centro a Roma...
"In cinque anni sono andato cinque volte. Una buona media".

Qui eri col Papa...
"Bell, sono stato fortunato di poterlo incontrare due volte: una volta allo stadio Olimpico, una volta in Vaticano, poter baciargli la mano, poterlo toccare, è stata un'emozione indescrivibile. Dopo la nascita dei miei bambini, sicuramente l'emozione più forte. E' stato un grandissimo Papa e io sono fortunato di averlo potuto incontrare".

Domani inizia il Conclave: è un evento che ti emoziona? E' un evento che seguirai?
"No, io credo che alla fine uscirà sempre una persona giusta che porterà avanti il credo della Chiesa e di tutti noi, quelli che crediamo. Comunque vada, sceglieranno con responsabilità, sicuramente bene".

Prossima foto: 5 maggio 2002. Tu eri a Udine. E la tua Lazio...
"Questo a destra credo sia il mio amico Poborsky. In quella partita lui mi ha promesso di fare due gol e ci ridevamo sopra perchè lui non è mai stato un goleador, non segnava quasi mai. In quella partita fece due gol ed era una cosa incredibile. Per noi una gioia immensa, anche i tifosi se la ricordano ben volentieri".

In questa foto un po' di gioia in meno. L'ammonizione col Real che ti fa saltare la finale di Champions League col Milan del 2003...
"Un arbitro svizzero. E' stato bravo perchè è stato un fallo in cui l'ammonizione ci stava. Devo dirlo anche se è stato abbastanza fiscale, ma ci stava. Ero triste in quella foto, ma dall'altra parte ero felice perchè l'importante era che la Juventus avesse raggiunto una finale di Champions League".

Sarebbe andata diversamente con Nedved in campo?
"Diciamo che quell'anno le gambettine giravano abbastanza bene, perciò mi è dispiaciuto di non scendere in campo, ma l'importante è che sia stata la Juve".

Baratteresti il Pallone d'Oro per la Champions?
"Sì, subito. Io credo che il calcio sia un gioco di squadra, di gruppo, di vivere emozioni tutti insieme, perciò  sì, lo scambierei con la Coppa dei Campioni".

Questo è lo Scudetto con Capello. Li avete vinti quegli Scudetti?
"Credo che nessuno può mettere in dubbio questi Scudetti, perchè se guardate la foto, prendete quei giocatori che erano in campo, abbiamo strameritato quegli Scudetti. Non strameritati, stravinti, non c'era partita già in partenza perchè eravamo troppo forti".

Ultima foto: Pavel Nedved in Serie B. E' stata una gita, un'esperienza che ti ha arricchito?
"Guardando indietro devo dire che secondo me è stata la scelta giusta, perchè vedendo oggi la Juventus, devo dire che abbiamo contribuito con le cose importanti. Il ritorno in A non sarebbe stato così facile se fossero andati tutti via. La Juve di oggi non avrebbe potuto giocare di nuovo in Champions League, giocarsi il quarto di finale. Quindi scelta giustissima e sono molto fiero di tutti quanti siamo rimasti. E' stata un'emozione anche in Serie B perchè il calcio è sempre uguale, mi bastava campo verde, pallone e i miei compagni, che sia stata la B o la A c'era poca differenza".

Ti piacciono le moto e le macchine?
"Mi piacevano una volta, quando ero giovane. Ero appassionato della Ferrari, ho avuto anche una Ferrari, ma sono quasi tre anni che sta in garage, non sono mai uscito. La vedo solo in garage. Quello è un peccato".

Eri indistruttibile come quel Porsche da calciatore?
"Mi piace la qualità, la carrozzeria tedesca, le macchine che duravano nel tempo. Io spero di rispecchiare questo".

Pavel, quante volte avete pensato di prendre Cavani?
"Eh... guardi... non nascondo... uno non può non pensare di prendere Cavani, perchè Cavani è un giocatore che a me personalmente piace tantissimo, perchè non è uno che fa solamente gol, è uno che lavora per la squadra quasi come un centrocampista. Una roba che si vede raramente da un attaccante. Poi è un ragazzo d'oro, credente, un ragazzo che ha la testa a posto. Perciò sarebbe veramente un giocatore ideale per la nostra Juventus".

Leggende metropolitane su Pavel: arrivavi un'ora prima dell'allenamento  e se ne andava un'ora dopo gli altri...
"Ognuno tiene il suo fisico come crede. Io per poter giocare con i più forti dovevo  allenarmi più degli altri. Questo capitolo l'ho fatto e credo sia giusto così".

Quando Nedved sembrava farsi male, uno sapeva già che non si era fatto male.
"Mi dicevano che quando cadevo sembrava che mi dovessero portare via con l'ambulanza, invece non hanno capito che io cadendo mi riposavo 10-15 secondi per ripartire, perchè dovevo prendere fiato. E allora stavo un attimino giù. No, devo dire che non sono stato tra i primi dieci tuffatori dell'epoca, come hanno detto".

Juve-Lazio 2-0, 31 maggio 2009
"Era la mia ultima partita. Era bellissimo, tantissime emozioni, ho visto piangere tante persone e io ridevo perchè ero felice. Voleva dire che avevo lasciato un segno e tutti erano contenti di quello che avevo fatto. E questo mi ha dato tantissime soddisfazioni".

Ti piace la filosofia del Barcellona Pavel?
"A me piace, a patto che vogliono essere anche concreti perchè vedendoli a Milano non mi  davano nessuna impressione di poter essere concreti e pericolosi. Stavano solamente girando la palla e questo calcio non vuol dire niente. Bisogna essere concreti, pericolosi, creare occasioni, tenere solo la palla non ha senso".

In qualche modo ti ha dato fastidio il fatto di essere molto odiato dagli avversari?
"Come dicevo prima, non è che mi ha dato fastidio, ti dispiace un po' quando viene insultati negli altri stadi, dagli altri tifosi. Ma uno si deve comportare come crede, come ho sempre fatto, con la massima volontà, come ho fatto in in tutte le squadre in cui ho giocato. Massima abnegazione in allenamento, cercare solamente la vittoria. Questo è stato il mio credo, che poi mi ha portato ai risultati". 

Nel 2004 per te c'è stata la suggestione Inter. Una pazza idea di Mourinho. Sei tu che hai detto di no? Mino Raiola spingeva?
"No, la cosa era abbastanza chiara, poi stava a me decidere. Però io non me la sentivo, l'ho detto sia a Mino che a mister Mourinho. Poi è finita lì perchè non me la sentivo proprio io".

Da qualche partita vai più spesso sotto la curva. Il coro sembra sia aumentato...
"Io ho un po' mi vergogno, nel senso che quando mi chiamano... ormai non gioco più, vorrei che tutta l'attenzione sia verso i nostri ragazzi, la squadra. Quando mi acclamano mi fa tantissimo piacere e sono felice. Ma dall'altra parte mi vergogno perchè non gioco più".

Un consiglio all'Inter. Cosa deve fare per uscire dalla confusione?
"Lo chiedete a me? Io non  mi impiccio degli altri, non mi metto in mezzo lì".

C'è stato un momento in cui l'Inter vi ha fatto paura dopo la vittoria a Torino?
"A me impressionò l'Inter quando ha giocato in casa nostra e sono riusciti a vincere anche abbastanza facile. Ci hanno impressionati, credevamo fossero loro gli antagonisti per lo Scudetto. Poi alla fine magari ci sono ancora, ma sono un po' distanti".

Ti saresti aspettato la crisi del Napoli? Quanto è legata all'astinenza di Cavani?
"Il Napoli ha perso qualche punto ultimamente, hanno perso anche in Europa League. Hanno subito molto perchè giocavano contro una squadra ceca, per cui ho seguito abbastanza. E devo dire che non me l'aspettavo, pensavo che fino alla fine ci sarebbero stati loro a darci filo da torcere. E me lo aspetto ancora, perchè siccome hanno solo il campionato faranno di tutto per recuperarci e arrivare più in alto possibile. Per cui non è finita".

Scegli un avversario per i quarti di finale di Champions...
"A me piace esserci e questo è già un bel traguardo per noi tutti. Quello che viene dopo sarà qualcosina in più".

Rivincita col Milan?
"Vediamo, sarebbe 10 anni dopo, non lo so. A me fa paura il Real Madrid, perchè Mourinho avendo solamente la Champions League a disposizione, sicuramente arriverà lontano. Di questi mi preoccupo un po'...".

Il Milan passa col Barcellona?
"Sì, sì, sì. Ne sono convinto perchè il Barcellona non sta attraversando un buon momento, non vedo la squadra con la brillantezza, quindi credo che passerà il Milan".

Pavel è razionale, non guarda alle scaramanzie...
"Io sto guardando il campo, sto leggendo le partite come le so leggere io. Io ho questa impressione, poi si può anche sbagliare. Poi magari prendi un gol ad iniziato partita e cambia tutto, però devo dire che il Milan ultimamente stava molto bene e il Barcellona no. Se dovessi puntare, punterei sul Milan".

Vuoi rivedere quel sombrero di Cafù? Succede anche ai migliori...
"Devo dire che mi avete fatto un bello scherzo, perchè Cafù mi ha ridicolizzato alla grande. E' stato un gesto... potevo solo applaudire, perchè mi ha fatto dei sombrero... mica pochi".

Sono tre...
"Guardate che Cafù era fortissimo, è un giocatore che ha fatto un sacco di Mondiale, un giocatore molto bravo"

Guardiamo l'undici del cuore di Pavel Nedved: Buffon in porta; Thuram, Cannavaro, Dalai (l'autore della biografia di Nedved, ndr)... No, Dalai, no...
"Guardate che potrei cambiare Cannavaro con Agnelli perchè quando si mettono questi due come centrali, è vita dura per tutti quanti. Si completano molto bene, sono due rompi. Sono molto bravi, non sottovalutateli, sono molto bravi".

Vediamo il resto della squadra. C'è Ibra davanti. Chi è Peter?
"E' un giocatore del paesino dove sono nato, era il mio idolo da giovane, aveva 4-5 anni in più, era quello con cui volevo sempre giocare, era fortissimo, perciò l'ho messo lì".

Buffon che effetto ti fa? Anche per lui passano gli anni però...
"Buffon è fuori concorso, è il più forti di tutti. Io ho conosciuto portieri forti, c'era Marchegiani alla Lazio, Peruzzi, Buffon, ho avuto Cech in Nazionale. Portieri ne ho visti, ma come Gigi non c'è nessuno".

Grazie Pavel.
"Grazie a voi, un abbraccio a tutti quanti"(Redazione Tuttojuve.com)

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