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LIVE - AGNELLI: "GLI SCUDETTI SONO NOSTRI. LA FIGC CI HA LAPIDATO NEL 2006. E' LO SCUDETTO DEI PRESCRITTI. RICORSI ALLA GIUSTIZIA ORDINARIA". PARTE LA RICHIESTA DANNI

di Davide Terruzzi

16.18 La conferenza stampa si è conclusa. Ricapitolando: ricorso al Tnas (Tribunale nazionale arbitrato per lo sport) e verranno inoltrati gli esposti al Procuratore Regionale del Lazio presso la Corte dei Conti, al Prefetto di Roma, al Ministero dell’Interno, al Delegato sul Controllo per la Gestione presso il Coni e all’Executive Commitee dell’Uefa. Istanza anche presso la Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti per valutare l'illeggittimità suil piano erariale degli atti della Federazione: primo passo per una richiesta di danni economici.

16.10 Ritorna a prendere la parola Andrea Agnelli e, anche questa volta, gli affondi non mancano: "Per noi quegli scudetti sono nostri. Se tornano nella nostra bacheca io chiudo immediatamente con il 2006"

16.05 Parla l'avvocato Chiappero: "Per riavere lo Scudetto 2004-2005 occorre un provvedimento di un Giudice Penale, attendiamo le decisioni di Napoli, mentre lo scudetto del 2006 è indipendendente da Napoli. E vogliamo arrivare a farlo riconoscere alla Juventus. Ciò che è successo il 18 luglio è gravissimo sotto il profilo della parità di trattamento nei confronti della Juve

15.45 Tocca all'avvocato Briamonte che spiega le mosse della società bianconera: "Escluso un ricorso al Tas di Losanna perché non crediamo ci sia una competenza specifica, come invece ce l'ha l'Uefa. Escluso anche un ricorso all'Alta Corte del Coni, andiamo al Tnas perché chiediamo un risarcimento economico. O nel 2006 fu decisione negligente dare lo scudetto all'Inter, o nel 2011 fu errato non decidere di fronte alle prove"

15.40 Parla il professor Landi: "Il ricorso al Tnas e' per ottenere l'illeggittimita' delle decisioni dei 'tre saggi' e del Consiglio Federale. Ricorsi al Tar del Lazio e Consiglio di Stato se non dovessimo avere le risposte giuste dalla Giustizia Sportiva" La Juventus quindi ha tolto i dubbi su quali saranno le prossime mosse: ricorso a ogni grado di giustizia sportiva per lo scudetto del 2006. Verrà inoltre presentato un esposto alla Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti per valutare l'illeggittimità suil piano erariale degli atti della Federazione: primo passo per una richiesta di danni economici.

15.28 Prende la parola Michele Briamonte, legale di fiducia della squadra bianconera: "Grazie Presidente. Chiaramente signori il nostro compito è quello che lo status quo che il Presidente Agnelli ha prima descritto non si perpetui, dunque di modificare questo status quo. Il percorso è iniziato nel maggio del 2010, quando con il nostro esposto, nel seguito di tale esposto, la Procura Federale ha svolto delle appropriate attività di indagine. E sono emersi sostanzialmente tre dati, che direi sono dati inequivocabilmente condivisi da tutte le parti in causa. Il primo è la carenza del presupposto base dell'adozione del provvedimento del 2006 di assegnazione dello scudetto ed in particolare l'assenza dell'assenza di comportamenti poco limpidi da parte della società assegnataria. Il secondo elemento che è pacificamente emerso - e basta leggere per questo la relazione della Procura Federale - è l'esistenza al contrario di fatti molto gravi, qualificabili come illecito sportivo ai sensi dell'articolo 6 del codice di giustizia sportiva vigente al tempo dei fatti. Chi di voi era presente in quei momenti - e tutte le testate che voi rappresentate lo erano senza dubbio - ricorda che alla Juventus non fu contestato l'illecito sportivo ai sensi dell'articolo 6, mentre viceversa questo emerge nella relazione del procuratore Palazzi, quindi con fatti di una gravità tale che hanno un'incidenza particolarmente forte, dato che si parla di regalini e borse da ritirare che non sono state viceversa contestate da nessun altro prima. Il terzo elemento, altrettanto pacifico, è l'intervenuta prescrizione a causa della quale non sarebbero più perseguibili all'interno dell'ordinamento sportivo i comportamenti che sopra sono stati accertati. Analizzando questi tre dati, il compito che ci ha dato il Presidente Agnelli è stato quello di vagliare la logicità della decisione del 18 luglio del 2011 della Federazione. E noi non siamo riusciti a trovare alcun filo logico che unisca questi tre elementi pacificamente emersi con le decisioni assunte dai soggetti che compongono il Consiglio Federale. Ora, secondo noi, delle due l'una: o nel 2006 gli accertamenti e le successive decisioni furono frutto di grave negligenza, tale per cui furono prese senza tutti gli elementi, con elementi parziali, sottovalutando alcuni elementi, ed allora le ragioni di danno derivano da quelle decisioni del 2006; oppure il fatto che oggi, nonostante ci sia materiale probatorio idoneo a far sì che sia ben chiaro qual era il panorama che riguardava tutti i tesserati e tutte le società che si comportarono in quel modo nel 2006. Confermare quelle decisioni è oggi l'affermazione di quella iniquità, è l'affermazione sostanzialmente di quella ingiustizia. In entrambi i casi, chiaramente, questi comportamenti sono frutto di danni per la società Juventus e di responsabilità - poi l'avvocato Chiappero e il professor Landi potranno spiegare meglio questo punto -, si tratta di responsabilità personali , patrimoniali dei singoli soggetti, sia a titolo di danno civile nei confronti delle società, sia a titolo di danno erariale nei confronti della pubblica amministrazione che costoro essendo pubblici ufficiali rappresentano, danni dei quali noi ovviamente chiediamo il ristoro. La Federazione Italiana Gioco Calcio - soltanto per fare un brevissimo passo sul fianco che è necessario per spiegare il piano di azione che abbiamo esaminato - e gli organi di giustizia ad essa annessi, non sono sciolti dalla Legge: al contrario, loro hanno un enorme potere, perchè sono soggetti che hanno la regolamentazione di un mondo che è un ordinamento nell'ordinamento. Ma a questo enorme potere consegue, come spesso capita, una grande responsabilità individuale, dunque il fatto di poter assumere delle decisioni che spostano decine, se non centinaia di milioni, decine se non decine di milioni di coscienze, non sono decisioni che si possono assumere così, senza pensare alle conseguenze e senza conformarle all'ordinamento generale, perchè questo non è tollerato. Dunque, per farla breve, non si può ritenere che una posizione sia stata ignorata semplicemente per negligenza o non si sa perchè e da ciò siano scaturite delle decisioni. Non si può prendere atto con rammarico dello scorrere del tempo. lo scorrere del tempo, sotto il profilo della prescrizione, è un elemento da valutare a favore del colpevole, che può invocare il fatto che il trascorrere del tempo non lo renda più punibile. Ma è per colui che deve indagare o prendere delle decisioni un'aggravante. Non si può dire 'va bene, pazienza, il tempo è passato, mi dispiace'. Questo non si può fare, o meglio si può fare, ma sapendo quali siano le conseguenze. Soprattutto non si possono assumere delle decisioni sulla base sostanzialmente di un vantaggio di posizione o di valutazioni non strettamente giuridiche  o equitative all'interno del medesimo ordinamento. Dunque tutti questi comportamenti, sono comportamenti che cagionano dei danni. Come ho detto sono comportamenti che possono essere soggetti al vaglio degli organi deputati portati a fare tale vaglio. E la Figc è una persona giuridica, diritto privato, ma appartiene all'ordinamento del Coni ed è quindi all'interno di un ente pubblico, è soggetta governativamente alla vigilanza, da un punto di vista erariale della Corte dei Conti, da un punto di vista gerarchico della Prefettura e del Ministero dell'Interno, che ne hanno riconosciuto la personalità giuridica; ed è oltretutto incorporata all'interno di una struttura internazionale, l'Uefa, che è ordinamento degli ordinamenti, diciamo organo degli organi sportivi. Quindi noi abbiamo ritenuto di fare un piano di azione che preveda quanto segue: in primo luogo esauriremo tutti i ricorsi alla giustizia domestica; abbiamo scelto di adire il Tribunale Nazionale per l'Arbitrato dello Sport, in quanto successore della Camera di Conciliazione e Arbitrato, perchè facciamo valere diritti principalmente disponibili, cioè i diritti che ci hanno cagionato i signori i quali hanno preso la determinazione di deliberare nel modo in cui è stato deliberato il 18 luglio, e insieme a loro l'ente esponenziale che costoro rappresentano. Quindi il Tnas è la scelta principale sotto il profilo dell'esaurimento dei ricorsi interni. Il Presidente Agnelli ha firmato poco fa e sono stati notificati i primi atti delle istanze di arbitrato che abbiamo predisposto al proposito. Insieme a questa azione che esaurisce i percorsi interni, abbiamo studiato una serie di azioni volte a sterilizzare l'ambiente, che ha mostrato di non avere sufficienti anticorpi. In particolare radicheremo un esposto presso il Procuratore Regionale Lazio della Corte dei Conti, che ha lo scopo di verificare se siano stati tenuti comportamenti idonei, diligenti o non sufficientemente diligenti da parte dei soggetti che sono soggetti a tale vaglio. E in caso di danni accerterà la responsabilità erariale dei soggetti. Abbiamo in parallelo immaginato un esposto alla Prefettura e al Ministero degli Interni proprio per fare un giusto segnale, cioè il fatto che i signori che hanno votato e compongono la Figc non sono persone che possono decidere autonomamente qualsiasi cosa, sono soggetti a un vaglio gerarchico di coloro i quali riconoscono la personalità giuridica della Figc ed in particolare la Prefettura di Roma e il Ministero dell'Interno. Abbiamo poi una grande aspettativa e attenzione a ciò che riguarda l'Uefa. La Juventus è per sua vocazione un club di grande storia internazionale, di grande prestigio internazionale, ha sempre rivolto anche al di fuori dei propri confini - dove risiedono moltissimi dei propri tifosi tifosi - le proprie mire -, e di conseguenza siamo molto ansiosi di sapere se l'Uefa ritenga i comportamenti che si sono verificati tra l'ottobre del 2006 - quando è divenuta definitiva la condanna alla serie B della Juventus, in particolare il 27 ottobre - e il 18 luglio del 2011, conformi e coerenti con i principi dettati dalla Uefa, il fatto della parità di trattamento, il fatto dell'equità di trattamento, il fatto di essere all'interno di un movimento sportivo tutti soggetti alle medesime regole di lealtà e alle medesime pene in caso di errore. Anche per questo faremo, come ha detto il presidente Agnelli, all'Uefa Executive Commitee il nostro esposto reclamo. Tutte queste azioni saranno perseguite con grande caparbietà fino a obiettivo raggiunto. Nel caso non raggiungessimo l'obiettivo investiremo senz'altro la giustizia togata, il Tar, il Consiglio di Stato, le Procure della Repubblica eventualmente competenti".

15:18 - Parla il Presidente Andrea Agnelli: "Buongiorno a tutti. Abbiamo convocato questa conferenza stampa oggi, alla presenza dell'avvocato Briamonte, dell'avvocato Chiappero e del professor Landi, giustificandola con lo sviluppo dell'esito del Consiglio federale del 18 luglio. Innanzitutto è per me un piacere accogliervi in questo splendido albergo, in questa splendida cornice, qui a Roma, e sicuramente ci saranno alcune domande, alcune curiosità, sul perchè abbiamo scelto Roma come luogo per indire questa conferenza stampa. Diciamo che la Juventus è abituata a giocare sul campo le proprie partite e cercare di vincere ogni partita che gioca. La partita per la quale oggi vi abbiamo convocato è una partita che evidentemente si gioca qua a Roma e quindi noi riteniamo che Roma sia il luogo più adatto per comunicare quelle che sono le nostre strategie alla luce della non decisione del Consiglio del 18 luglio. Io già il 6 luglio scorso, in occasione della presentazione della maglia Nike della Juventus, avevo incominciato a fare alcune riflessioni su quelli che erano i sentori e gli stati d'animo che si percepivano da parte dei consiglieri federali e avevo espresso questo mio timore che il Consiglio federale al termine della sua analisi decidesse di non decidere sulla base dell'esposto che abbiamo presentato nel maggio del 2010. Così è stato. Il Consiglio federale ha deciso di non decidere e per noi questo è stato - se da un lato non una sorpresa in base a quelle che erano le sensazioni che avevamo, dall'altro ci ha lasciato molto perplessi su quella che è l'applicazione dell'ordinamento giuridico sportivo. Quindi già in quei giorni preallertavo l'avvocato Briamonte, che coordina gli affari legali della società di incominciare ad individuare quella che potesse essere la migliore strategia andando avanti. Prima di lasciare la parola, appunto, all'avvocato Briamonte, all'avvocato Chiappero e al professor Landi, che vi spiegheranno nei dettagli quelle che sono le nostre iniziative, ci tenevo a chiarire alcuni concetti per noi, per me e per noi come Juventus, di fondamentale importanza. La Juventus fin da subito, fin dal 2006, ha confidato nella corretta applicazione della giustizia sportiva, pagando a carissimo prezzo, sulla sua pelle, il prezzo di questo affidamento alla giustizia sportiva. E' chiaro che poi andando avanti nel tempo sono emersi alcuni fatti nuovi, che sono emersi principalmente dal processo di Napoli. Fatti che poi sono stati elaborati dal procuratore Palazzi grazie all'esposto che abbiamo presentato nel maggio 2010 e che ha sempre avuto come obiettivo quello di arrivare ad avere una partità di trattamento per i vari associati all'interno della federazione. Quindi grazie a questi due elementi siamo arrivati alla conclusione che sono emersi tutta una serie di fatti di cui voi siete a conoscenza e che sono stati esplicati dal procuratore Palazzi, che hanno portato a quello che è a nostro giudizio una disparità di trattamento totale tra fatti che sono assolutamente analoghi. E questo è chiaro che per noi è inaccettabile. Quello stesso sistema che nel 2006 ha lapidato sulla pubblica piazza la Juventus, oggi si scopre garantista è incompetente. Voi capire che da questo punto di vista, per noi, questa situazione è assolutamente inaccettabile. Così come in questo spirito di garantismo, di volontà, di voglia al dialogo, sono fatti di cronaca recente, appelli da più parti per arrivare a un tavolo che porti ad una riflessione serena di quello che è stato il fenomeno del 2006 per poter così andare avanti. Da questo punto di vista io ci tengo a sottolineare a voi che da parte nostra siamo estremamente favorevoli ad un tavolo e ad un dialogo che permetta di procedere nel cammino del calcio italiano che sicuramente ha altri problemi. Da questo punto di vista noi non temiamo il confronto, noi siamo stati giudicati dalla giustizia sportiva, siamo stati ad oggi condannati per alcuni fatti. Non abbiamo nessun timore di confrontarci con nessuno da questo punto di vista. Non saremmo però - questo è altrettanto importante - favorevoli a sederci ad un tavolo per dialogare se questo dovesse servire esclusivamente a lavare coscienze sporche e insabbiare quello che è stato il passato. Siamo favorevoli ad un tavolo, siamo favorevoli ad un dialogo, ma noi chiediamo di arrivarci con una partità di trattamento che è la condizione essenziale per poterci sedere a questo tavolo a dialogare. Altresì vi dico oggi che con rammarico non siamo ancora nella posizione di poter chiedere indietro quelli che sono due scudetti che a nostro giudizio abbiamo vinto sul campo. Lo ricordiamo spesso: nel 2005/06, anno che non è stato assolutamente oggetto di indagini di alcun tipo, quello scudetto noi lo abbiamo vinto con 91 punti sul campo e qualcun altro invece se l'è visto recapitare sulla scrivania da un atto amministrativo del commissario straordinario Guido Rossi, chiamandolo lo scudetto degli onesti. Ciò che è emerso, sicuramente, è che se lo status quo dovesse permanere, quello non sarà lo scudetto degli onesti, ma tuttalpiù sarà lo scudetto dei prescritti. Vi informo che il percorso che abbiamo elaborato  e che adesso vi illustreranno gli avvocati, è un percorso abbastanza complesso ed io ho già firmato ed è stato notificato un primo ricorso al Tnas. A questo seguirà un esposto al Procuratore Regionale del Lazio presso la Corte dei Conti, un esposto al Prefetto di Roma e al Ministero dell'Interno, un esposto al Delegato sul Controllo per la Gestione presso il Coni e un esposto all’Executive Commitee dell’Uefa. Questo è il percorso che noi abbiamo intrapreso ed è la strada migliore per garantire la parità di trattamento in questa fase. E' chiaro che questo è un inizio delle azioni e può non essere un elenco esaustivo delle azioni che andremo a intraprendere. Io vi ringrazio per questa premessa e cedo ora la parola all'avvocato Briamonte". 


15.10 Tutto pronto da Roma, c'è grande attesa per le parole di Andrea Agnelli.

A tre settimane dalla non decisione del Consiglio Federale riguardante lo scudetto del 2006 in merito all'esposto del 10 maggio 2010 inviato dalla Juventus il presidente Andrea Agnelli, coadiuvato dagli avvocati Michele Briamonte (consigliere d'amministrazione e coordinatore legale della Juventus), Pasquale Landi (professore di diritto amministrativo all'Università di Tor Vergata) e Luigi Chiappero (legale dello studio Chiusano e molto vicino all'ambiente bianconero avendo già difeso la società nel processo doping) ha indetto per oggi a Roma una conferenza stampa. L'oggetto della discussione sarà "l'aggiornamento a seguito dell'esito del Consiglio Federale del 18 luglio 2011" in cui verrà esposto alla stampa il piano legale che la Juventus avrebbe deciso d'intraprendere nella battaglia per avere parità di giudizio nella questione calciopoli.

La redazione di TuttoJuve.com seguirà in diretta la conferenza stampa e vi aggiornerà sulle dichiarazioni di Andrea Agnelli.


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