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Lasciamo lavorare Ferrara

di Stefano Glenzer

D’accordo, era l’esordio in Champions per Ferrara, un po’ di timore reverenziale ci può stare. Ok, la squadra allenata da Blanc ha meccanismi oliati e assimilati ormai a memoria dai giocatori. Vero, alla Juventus mancavano alcuni titolari, senza contare che Cannavaro si è pure fatto male a metà ripresa. Sicuro, Plasil era in fuorigioco quando ha spinto il pallone dietro le spalle di Buffon. Queste sono alcune delle possibili attenuanti per un pareggio che ai bianconeri sta stretto, non tanto per il gioco, quanto per la situazione complessiva: i possibili vincitori del girone sono in vantaggio di un gol sulla squadra che sulla carta dovrebbe essere destinata al terzo posto; e si gioca pure in casa loro. Una grande squadra, che mira alla finale di Madrid, non prende il gol del pareggio da calcio piazzato. Una grande squadra vince 1 a 0, magari soffrendo, magari rischiando qualcosa (ci sono anche degli avversari che cercano il pareggio), ma i tre punti li porta a casa. Due esempi lampanti sono il Chelsea di Ancelotti e il Manchester di Ferguson. Entrambe accreditate da tutto il mondo calcistico come possibili vincitrici del titolo, non toppano alla prima uscita: i Blues guadagnano i tre punti grazie a una rete di Anelka contro una squadra ostica come il Porto. I Red Devils invece riescono a uscire vittoriosi dalla tana del Besiktas, anche se non hanno giocato una buona partita. Per dovere di cronaca è necessario segnalare il fatto che entrambi i gol sono stati segnati su una respinta del portiere: un pizzico di fortuna c’è stato.

Proprio quello che è mancato ieri sera ai bianconeri: nel secondo tempo ci sono state un paio di situazioni non sfruttate a dovere, oltre che il miracolo di Ramè sul colpo di testa a botta sicura di Amauri (29). Ma ciò non toglie che la Juventus non abbia giocato sui suoi soliti livelli. Anzi. Nel primo tempo si è visto praticamente solo il Bordeaux, che ha messo sotto i padroni di casa con una buona organizzazione di gioco e con fluidità nel far girare la palla. Tutte cose che ad Amauri e compagni sono mancate: sia il brasiliano che Iaquinta (30) hanno dovuto spesso inseguire lanci imprendibili partiti dalle retrovie. E, oltre a questo, hanno dovuto rinculare spesso per ragioni tattiche, sfiancandosi continuamente e perdendo lucidità. Il numero nove bianconero è stato molto bravo a capitalizzare una delle poche palle giocabili che gli sono arrivate.
Ma a questo punto si impone un interrogativo tattico: perché far giocare Tiago (28), che non l’ha beccata nemmeno una volta, e che non è un giocatore famoso per le sue incursioni in area? Con il modulo utilizzato da Ferrara, il 4-3-1-2, le due punte, anziché stare vicine al centro dell’attacco, tendono ad allargarsi e a svariare molto sulle fasce per due motivi tra di loro connessi: prima di tutto per allargare le maglie della difesa avversaria, favorendo gli inserimenti del trequartista (ieri Giovinco) e dei centrocampisti; in secondo luogo per poter occupare una maggiore porzione di campo, poiché questo modulo permette di avere solamente i terzini a presidiare le fasce, mentre la squadra allenata da Blanc, in virtù del suo 4-2-3-1 aveva due uomini per ogni fascia. Di fatti, se si guarda la partita dei bianconeri, in fase di non possesso palla vanno Amauri e Iaquinta a difendere sulle fasce, lasciando Giovinco (22) più avanzato nel mezzo. E se servono incursioni e movimento da parte dei tre, perché far giocare l’abulico e lento portoghese? Sarebbe stato sicuramente meglio Camoranesi, pur garantendo un minimo di copertura in meno, oppure Poulsen, che non ha i piedi di Tiago, ma in quanto a dinamismo è sicuramente superiore.

Ovviamente non tutta la colpa va attribuita a Tiago, ma sicuramente è ora di rivedere il modulo in questione se non ci sono gli uomini adatti ad interpretarlo. In ogni caso vanno fatti i complimenti al Bordeaux per l’intensità e la qualità del gioco. Peccato (e per fortuna per la Juve) che gli attaccanti del club francese siano stati sempre fermati sul più bello da uno strepitoso Buffon, sicuramente il migliore in campo. E se si pareggia in casa e il portiere è il migliore qualcosa che non va c’è sicuramente.

Se prima la Juventus non era la squadra più forte al mondo, ora non è sicuramente la più scarsa. Certo, la fortuna che l'aveva aiutata contro la Roma e contro la Lazio ieri sera le ha voltato le spalle. La squadra di Ferrara aveva sofferto molto all’esordio col Chievo, vincendo di misura e chiudendo in affanno. Aveva sfruttato al massimo un super Diego contro la Roma, ma anche di un Super Buffon su Totti e di un palo benevolo, e sempre nella Capitale aveva subito i biancocelesti per lunghi tratti della gara, avendo il cinismo di punirli nel loro momento migliore.
Non si può discutere il fatto che Ferrara abbia in mano un bolide molto più potente di quello dello scorso anno, ma è ancora presto per giudicare e tirare le somme. Lasciamolo lavorare in pace senza esaltarlo troppo per una vittoria nè deprimerlo troppo per un pareggio o una sconfitta.


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