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LA STORIA, A VOLTE, PUO' ESSERE RISCRITTA...

di Thomas Bertacchini

"Azzanniamoli". L’ordine di Claudio Ranieri alla sua Roma era partito già da ieri. Il pareggio di Firenze con i viola, prima tappa di un percorso che le porterà a rivedersi martedì per il ritorno delle semifinali di Coppa Italia, ha fermato l’Inter al palo (quello di Milito): pareggio e possibilità per i giallorossi di scavalcarli in campionato.
Se il Milan, al momento, non può essere considerato pericoloso più di un possibile "meno 1" (nel caso in cui vincesse nell’incontro casalingo con il Catania), per i nerazzurri il vero pericolo si chiama Roma.
Con il suo entusiasmo, con la forza di chi potrebbe scrivere una nuova clamorosa pagina nella storia dei campionati di serie A: quella di una rimonta considerata, sino ad oggi, solo un’eventualità remota.
Il calendario dà la possibilità ai giallorossi di giocare quattro delle ultime sei gare in casa (alla prossima ci sarà il derby con la Lazio); per i nerazzurri saranno tre, in un contesto di avversari abbordabili. L’unica "scheggia impazzita" potrebbe essere proprio la Juventus…

"Io sono molto esigente con me stesso e ho bisogno di vincere per avere sicurezza delle cose. Per questo ho vinto tanti trofei nella mia carriera. Lui ha, invece, la mentalità di uno che non ha bisogno di vincere e a quasi settanta anni ha vinto una Supercoppa e un'altra piccola Coppa. E' troppo vecchio per cambiare mentalità".
Questa era la risposta piccata (una delle prime, diventate poi numerose) che Mourinho recapitò all’allora tecnico bianconero Claudio Ranieri in merito ad una "punzecchiatura" nei suoi confronti nell’agosto del 2008.
Ora i toni sono bassi: l’Inter si trova a dover affrontare il momento più delicato da quando è iniziata la nuova era del calcio "pulito", del dopo-Calciopoli, del dopo-Moggi, del "bastava usare il cellulare per vincere", del "tanto se si è forti si può e si deve vincere anche senza trucchi".
Perchè la storia raccontata con gli occhi di chi non voleva che gli altri vedessero era questa.
Prima del processo di Napoli. E dell’uscita delle nuove (vecchie, ma mai usate) intercettazioni.
L’Inter ha raggiunto le semifinali di Champions League: ma ora c’è il Barcellona. La finale di Coppa Italia va ancora conquistata (e poi giocata, presumibilmente - ancora - contro la Roma). Il destino del campionato deve ancora essere deciso, quando invece pareva cosa fatta sino a poco tempo fa.
Allargando il concetto: anche la storia di qualche scudetto passato potrebbe essere riscritta…

La "vecchia" Juventus che torna in prima pagina: con Ranieri, appunto, allontanato con forza e considerato uno degli anelli deboli di una società che adesso non sembra più essere in grado di vincere (ma neanche di competere ad alti livelli); con Luciano Moggi, l’ultimo artefice (con Giraudo e Bettega) di una squadra che gli scudetti, a Torino, sapeva come farli arrivare. Prima che passassero di mano ad altri e diventassero asterischi.

La "nuova" Juventus giocherà oggi all’Olimpico, in un clima teso e con una contestazione già confezionata da giorni: "contro chi cerca di umiliare 113 anni di storia; contro una proprietà e una dirigenza incapace; contro alcuni calciatori indegni". Un suggerimento a chi potrà far sentire con forza la propria voce: ci si limiti alla proprietà. Il resto, verrà da sé.

Juventus-Cagliari è alle porte, nella speranza arrivi una vittoria: con il Napoli che si ferma (sconfitta interna con il Parma) e la possibilità che la Sampdoria nel derby genovese rallenti, il solo Palermo (in casa con il Chievo) sembra avere l’incontro più abbordabile. Ma se i bianconeri continueranno a non vincere, tutte queste rimarranno solo parole senza "sostanza". Restano sei partite, da qui alla fine del campionato, da giocare come fossero sei finali di Champions League. Come se si trattassero di sei "5 maggio". O di sei "13 aprile".
Recuperati quasi tutti gli infortunati (esclusi Diego, Caceres e Chimenti), con il solo Sissoko squalificato, la partita odierna distoglierà, per qualche momento, i tifosi bianconeri dall’attenzione per quanto sta accadendo al di fuori del rettangolo di gioco.
Che avrà una tappa importantissima (se non fondamentale) martedì prossimo. Prima che Inter e Juventus si incontrino nuovamente sul campo (venerdì), al netto dei tifosi della Vecchia Signora. L’Osservatorio del Viminale ha deciso così: a Milano non possono andare i sostenitori bianconeri. Pur mantenendo intatta la tradizione di autorizzare quelli nerazzurri a recarsi Torino quando gli incontri si disputano all’Olimpico…

Questa è la storia degli ultimi anni.
Ma la storia, a volte, può essere riscritta…
 


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