LA ROSA RIFIORISCE
Marchisio corre, e scalda i motori in vista della gara con l’Udinese di domenica prossima. La tabella di avvicinamento al ritorno in campo prevedeva un traguardo fissato per il 25 novembre (Bordeaux): dovesse far parte dei convocati per il posticipo contro i friulani, vorrà dire che sono stati "recuperati" tre giorni e un incontro. Meglio così. Sissoko (insieme a Zebina) termina l’allenamento della mattinata di ieri col gruppo: di questa passo sarà "arruolabile" anche lui per la ripresa del campionato. Oltre alla sosta per gli impegni delle nazionali, in questo fine settimana si fermano anche gli allenamenti di quello che resta della rosa bianconera, dimezzata dalle varie convocazioni.
"Si recuperano dei pezzi importanti, proprio quando se ne perdono altri". E’ il "leitmotiv" di una squadra che ormai convive con l’incubo (e la costanza) di infortuni continui. Mentre Ferrara pregustava, finalmente, la possibilità di disporre di un centrocampo al completo (compreso di riserve all’altezza), ecco arrivare la notizia, dal ritiro della nazionale brasiliana (impegnata nel Qatar in amichevole contro l’Inghilterra), dell’infortunio di Felipe Melo.
"Allarme Juve". Senza ancora notizie chiare su diagnosi e prognosi, la "sostanza" era una soltanto: la maledizione continua.
E così, tra un Materazzi che ironizza sull’effettiva forza dei bianconeri ed un Juventus-Inter che inizia a scaldarsi con un anticipo di più di tre settimane rispetto al previsto (5 dicembre), si apprende che Felipe Melo, in realtà, sta meglio. A tal punto da giocare l’incontro con gli inglesi, dove non ha avuto la possibilità di affrontare Lampard: il forte centrocampista è rimasto vittima di un infortunio (stiramento al flessore) che "quelli del Chelsea" addebitano (con tanto di minaccia di richiesta di risarcimento danni) alla nazionale di Fabio Capello. Il motivo? "Il charter low cost scomodo, che ha favorito il problema muscolare". Consoliamoci: noi non siamo ancora arrivati a tanto…
Trezeguet dichiara che qualcosa è cambiato. Anzi, è "tornato". E’ tornato tutto come prima: la Juventus è di nuovo forte e c’è finalmente la fiducia di un allenatore nei suoi confronti (con Ranieri era finita maluccio). Vengono a meno anche le certezze di una sua reale partenza a fine stagione: si vedrà. Per ora, gli obiettivi da raggiungere non mancano…
Ferrara, dal prossimo incontro, potrebbe (meglio usare il condizionale) quindi avere quasi tutta la rosa a disposizione: una felice novità.
Quello schema che avrebbe dovuto accompagnare la Juventus della nuova gestione, il famoso "rombo" di centrocampo, potrebbe tornare di moda. Attualmente, è catalogato sotto la parola "rischio".
Il "trapezio" (con il suo 4-2-3-1) che inizia a dare i primi frutti, rappresenta la strada che quasi certamente verrà seguita nel breve periodo. Manca ancora l’equilibrio, ma la rosa ridotta all’osso ha costretto anche chi è sano (o quasi) a giocare spessissimo. Avanti così: tre giocatori dal piede "fino" dietro l’unica punta.
Adesso si potrà iniziare a valutare meglio lo spessore tecnico-umano dell’allenatore bianconero nella sua nuova veste: non soltanto nel modo in cui la squadra verrà schierata in campo, ma anche nella gestione del gruppo. La prova di maturità può avere inizio. L’ex-compagno di squadra Deschamps lo ha avvisato: gestire Del Piero non è facile.
Proprio quel Del Piero che in allenamento inizia a prendere contatto con il brasiliano Diego: ad oggi, i tifosi sognano di vedere in gare ufficiali quello che sino ad ora è stato possibile ammirare solo in allenamento.
C’è chi assegna lo scudetto all’Inter da tempo: l’inaspettato pareggio interno con la Roma ha frenato una corsa ormai lanciata. Con i "se" ed i "ma", non si costruisce la storia. Però i 5 punti persi nei due incontri che hanno lasciato ferite non ancora rimarginate (il pareggio col Bologna e la sconfitta col Napoli) sommati agli attuali 24, fanno 29. Tanti quanto quelli dell’Inter (volendo estendere il discorso: tanti quanto gli scudetti bianconeri).
C’è poco da fare, ormai: "chi è causa del suo mal, pianga se stesso". La speranza, è che il 5 dicembre le lacrime le versi qualcun altro…