.

LA NUOVA JUVENTUS, PEPE E I "NON RICORDO"

di Thomas Bertacchini

"Nel calcio si parla di tutto, ma la cosa che conta è il matrimonio. E io il matrimonio l’ho fatto con l’Inter. La Juve? Non mi ricordo, non ho tanta memoria".
Chi ha pronunciato queste parole non è il tenente colonnello Attilio Auricchio, bensì Rafael Benitez, il nuovo allenatore dell’Inter, nel corso della sua presentazione alla stampa italiana nella giornata di ieri, alla Pinetina di Appiano Gentile.

Da Liverpool a Milano, sponda nerazzurra. Da una società che a causa dei debiti accumulati in questi anni è costretta a vendere ad una che, con quelli, ha vinto. La Juventus? Un ricordo. Il tecnico spagnolo avrà presto la possibilità di rinfrescarsi la memoria: le strade, almeno nel corso del prossimo campionato di serie A, si incroceranno di nuovo. Già sta succedendo nel calciomercato, dove gli interessi delle due parti finiscono - spesso e volentieri - con il coincidere.
Dovrà raccogliere un’eredità pesante: quella di Mourinho, e dell’empatia che era riuscito a creare con la stampa italiana prima ancora che con i tifosi nerazzurri. La vittoria è l’unico strumento per reggere il confronto: simpatici o antipatici, quella "paga" sempre.

D’Agostino alla Fiorentina, Adriano e Simplicio alla Roma, Yepes al Milan: sono alcuni dei primi "colpi" assestati all’inizio di questo calciomercato. I "botti" arriveranno più avanti: c’è il mondiale di mezzo, una "speranza" per chi vende, un "problema" per chi compra. Dalle prestazioni che i calciatori offriranno nel corso della massima manifestazione calcistica dipenderanno le valutazioni dei loro cartellini in questi mesi di giugno e luglio.

La Juventus, che di calciatori ne deve sia vendere che comprare diversi, si è trovata nella peggiore situazione possibile (dover partire quasi da zero) con un intralcio - in mezzo alla sua strada - non da poco.
Il primo acquisto concluso dal nuovo corso di Andrea Agnelli, Simone Pepe, proprio nell’esordio della nazionale azzurra contro il Paraguay ha fornito ai suoi nuovi tifosi una prova confortante: corsa, polmoni e buone iniziative sulla fascia di competenza. Fortunato il difensore laterale che lo avrà di fronte a sé: il neo juventino è un moto perpetuo, attacca e difende in continuazione nell’arco di tutti i novanta minuti.

Spesso, quando ancora non si è certi della bontà di una scelta della società, si affidano le speranze ai ricordi del passato, sfogliando l’album delle figurine nel desiderio che si possano ripetere alcune storie calcistiche a lieto fine. Pepe è cresciuto nelle giovanili della Roma così come Angelo "soldatino" Di Livio, uno dei giocatori rimasti nel cuore dei tifosi juventini anche dopo aver smesso di indossare la casacca bianconera. E’ appena arrivato dall’Udinese all’età di 27 anni; stessa cosa per la piccola ala al momento del suo acquisto, da parte della Juventus della "seconda gestione" Boniperti, nel 1993. Entrambi hanno una buona duttilità in campo: Di Livio giocò anche come terzino.
Il paragone tra i due giocatori, al di là dei ruoli simili e non soltanto per una diversità di "tempi", è attualmente improponibile. La speranza, è che - col tempo - si possa parlare anche di Pepe in termini lusinghieri. Ora in pochi sarebbero disposti a scommetterci un centesimo; all’epoca, nessuno avrebbe "speso" una lira su Di Livio (per non parlare di Torricelli…).

Lo stesso Di Livio arrivò in una Juventus con due Agnelli, Pepe ne ha appena trovato uno. Da quando il nuovo Presidente ha preso possesso della società, si è smesso di parlare di CDA e si è sentito parlare di "riunioni di mercato": sembra poco, invece è "tanto". La Vecchia Signora del 1993 aveva necessità di essere ritoccata laddove, in campo e dietro le scrivanie, il Milan di Capello era superiore. Tempo un anno, e riprese a vincere come la storia le impone.

Pepe arriva in una Juventus nuova di zecca dalla testa ai piedi. Anzi, nella "testa": perché di calciatori ("i piedi"), dopo un restyling totale della società, ne devono ancora arrivare e partire molti prima di poter dare un giudizio definitivo sull’effettiva forza della squadra. Lui è stato il primo della lista ad arrivare, mentre Cannavaro (il prossimo anno giocherà nell’Al Ahli) ha dato il via agli addii. Per vincere, Pepe dovrà aspettare. Si spera il meno possibile. Adesso le ragnatele tese da Marotta e dai suoi collaboratori inizieranno a stringersi sempre di più verso altre trattative di mercato in prossimità di conclusione. Il tempo è poco, e c’è molto da fare.

Nel frattempo il mondiale andrà avanti, mentre le udienze del processo penale di Napoli, con imputato Luciano Moggi, riprenderanno soltanto il 1° ottobre. Sono saltate quelle previste in questo mese di giugno (il 15, il 18 e il 22): dopo quattro anni, ormai, il peso di dover attendere poco più di tre mesi per ascoltare nuovi interrogatori non sembra essere un ostacolo insormontabile.
Ci sono ferite che si rimarginano, altre che rimangono (e rimarranno) sempre aperte. In merito a quanto accaduto nel 2006, anche in futuro sarà difficile sentire pronunciare da un tifoso juventino le parole "non so, non ricordo…"
 


Altre notizie
PUBBLICITÀ