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LA JUVENTUS E LA SETTIMANA DEI ROSSI

di Thomas Bertacchini

Verso la fine dello scorso gennaio Massimo Moratti, alla luce delle dichiarazioni di Andrea Agnelli in merito alle polemiche legate al terremoto calcistico del 2006 ("Questo argomento mi annoia. Hanno chiesto tempo e ne hanno avuto molto. Ora mi aspetto delle risposte riguardo al nostro esposto. Posso dire solo questo"), definì il Presidente bianconero "Giovin Signore", dispiacendosi di averlo annoiato con le proprie parole.

Trascorsi cinque mesi e qualche spicciolo di giorni, e dopo aver letto i punti più scottanti delle 72 pagine della relazione scritta dal procuratore federale Stefano Palazzi, ora può stare tranquillo: quel pericolo non esiste più. Anzi: alle sue parole, adesso, l’uomo che guida la Vecchia Signora presterà ancora più attenzione di quanto non abbia (già) fatto nel passato.
Se sul rettangolo di gioco il divario tecnico tra i club appare ancora evidente (con due settimi posti consecutivi alle spalle per i torinesi c’è poco da sorridere e molto da lavorare), fuori da quell’ambito Madama ha iniziato a far sentire forte la propria voce.

Questa, per la Juventus, doveva essere la settimana decisiva per effettuare un blitz a Madrid con l’obiettivo di catturare l’argentino Aguero: col trascorrere delle giornate si è trasformata in quella dei Rossi. Guido e Giuseppe.

Il primo, nominato commissario straordinario della FIGC nel mese di maggio del 2006, è tornato alle luci della ribalta dopo la pubblicazione dell’opera di Palazzi, dove è stato richiesto all’Inter di togliere lo smoking bianco dell’onestà ed è stata girata alla prossima riunione del consiglio federale (prevista per il 18 luglio) la patata bollente della decisione definitiva sulla revoca dello scudetto attribuito ai nerazzurri "in segreteria". Nel 2006, ai tempi di Guido Rossi.

L’altro Rossi, Giuseppe, è stato accostato con sempre maggiore insistenza alla Vecchia Signora proprio nei momenti in cui l’incendio delle polemiche bianconerazzurre era ormai divampato ovunque. Giuseppe Marotta ha confermato l’approccio verso il giocatore, allargando - però - il campo degli interessamenti ad una platea più vasta di calciatori tenuti sotto osservazione e controllo. Nel frattempo si continua a vociferare di un viaggio in Spagna dei dirigenti juventini previsto per la prossima settimana (stavolta a Villarreal) per chiudere la pratica relativa all’attaccante di qualità da consegnare ad Antonio Conte.

A partire dallo scorso giovedì Madama ha dato il via alla preparazione estiva a Bardonecchia: la prima rete messa a segno nella partitella in famiglia a fine seduta porta la firma - manco a dirlo - di Del Piero.
Così come era nelle previsioni, l’affluenza dei tifosi è sensibilmente aumentata con l’avvicinarsi del week end: tra un passato da riscrivere, un presente incerto ed un futuro pieno di aspettative, l’amore dei sostenitori verso la loro Vecchia Signora è l’unica certezza che regna intorno al mondo bianconero.

Poco più di un anno fa, domenica 11 luglio 2010, Madama affrontò nel primo test dall’inizio del ritiro estivo di Pinzolo la Rappresentativa del Trentino: terminò 6-0 per gli uomini di Del Neri, i protagonisti principali furono Trezeguet (autore di una doppietta) e il brasiliano Diego, per il quale - dopo una stagione in bianconero alle spalle - si discuteva ancora del dualismo sul rettangolo di gioco con Del Piero. Soltanto un nubifragio, abbattutosi al trentesimo minuto della ripresa, costrinse i seimila spettatori presenti sugli spalti ad abbandonare le tribune, in concomitanza con la sospensione della gara.

La punta sognata e agognata per il reparto offensivo, in quei momenti, era Edin Dzeko, bosniaco in forza (allora) al Wolfsburg per il quale Marotta doveva fronteggiare due ostacoli: l’imprevista (e improvvisa) riduzione dei giocatori extracomunitari tesserabili per i club italiani (passati da due a uno) e l’interessamento per l’attaccante da parte del Manchester City guidato da Roberto Mancini ed il Chelsea di Carlo Ancelotti (che, nel frattempo, sognava anche Fernando Torres). Per superare l’offerta delle società straniere c’era un’unica strada: sfoltire la rosa per reperire i fondi indispensabili per sbloccare la trattativa, cominciando proprio dalla cessione di Diego per poi continuare con quelle di Sissoko e Felipe Melo.
La storia, ormai nota, racconta che nel successivo mese di gennaio del 2011 Dzeko andò effettivamente ai "Citizens" e Torres raggiunse i "Blues".

Tornando alla stretta attualità, la maglia numero 21 della Juventus, vedova di Zidane, finalmente ritrova un padrone dai piedi nobili, quell’Andrea Pirlo di cui tutti - compagni e sostenitori bianconeri - hanno apprezzato subito le qualità. Amauri viene incitato ad andarsene da Torino dai tifosi presenti a Bardonecchia, mentre Iaquinta inaugura la stagione degli infortuni e Conte viene coccolato da chi - per mesi - ha richiesto il suo arrivo sulla panchina di Madama.

Nell’attesa che il mercato consegni al nuovo allenatore altra benzina da mettere nel motore Juventus, non resta che fare gli auguri di buon compleanno a Luciano Moggi, il Direttore.
Con un invito: quello di continuare a lottare e non mollare. Mai.

 


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