L'amarezza di Bosco: "E' bastato un Napoli non sfavillante per far sembrare la Juve patetica. Elkann? Bisogna azzerare tutto, non far la Champions per tre anni e ripartire dai vivai"
"La Juventus è un tale disastro, non so proprio come ne usciremo questa volta. Se fino a un mese fa ero possibilista, oggi soltanto un miracolo la potrebbe salvare dall'esclusione dalla prossima Champions League". Non ci gira affatto intorno Andrea Bosco, collega che ha lavorato per le più importanti testate italiane (dal Corriere alla Gazzetta fino ad arrivare alla Rai) e nostro editorialista con la rubrica "L'Imboscata", che in esclusiva analizza l'amaro day after di Napoli e non solo:
Qual è la causa principale di tutto questo, a tuo avviso?
"Le cause sono molteplici, non è soltanto una questione di qualità tecnica dei giocatori, di organizzazione o di errori di Spalletti. Qui è un discorso di uomini, di carattere e di voglia, ieri avrebbero dovuto iniziare la partita a Napoli con la bava alla bocca e con una mentalità improntata a vincere. E invece dopo sette minuti hanno subito il gol taglia gambe".
Aggiungo che al Napoli mancava il 75% del centrocampo titolare.
"E' bastato un Napoli non sfavillante per far sembrar la Juventus una robetta ridicola e patetica. La differenza è stata enorme. I partenopei senza Lukaku, De Bruyne e altri calciatori sono una buona squadra, ma non ha la qualità dell'Inter. Oltre ad avere un impianto di gioco, i nerazzurri hanno una consuetudine nel fare una partita unica in Italia. La verità è una sola: la Juve di oggi è solo Yildiz, poi c'è il vuoto".
Eppure in estate, a mercato concluso, non sembrava così tragica la situazione. No?
"La responsabilità del mercato sbagliato, da David a Openda fino ad arrivare a Joao Mario è esclusivamente di Comolli, ma tutto parte da Giuntoli e le sue scelte sbagliate. Uno tra tutti: Koopmeiners, che è indecente. Certo sono arrivati altri calciatori come Cabal che potrebbe sembrare oggi sbagliata ma almeno è stata di prospettiva. L'olandese è modesto, pagato 60mln dopo un tira e molla infinito, ma l'Atalanta con grande abilità ci ha tirato un pacco enorme. Ci hanno venduto una pepita d'oro che invece era di ottone".
Però Koopmeiners potrebbe aver la scusante di essere fuori ruolo, perché non è un difensore. Chi ieri sera si è perso Hojlund su entrambi i gol è Kelly.
"Kelly è scarso e lo dico da quando è stato preso, d'altronde faceva la riserva al Newcastle e farebbe fatica a giocare in Serie B. Colpa loro, perché con quei soldi a gennaio andavi a prendere Leoni o un altro giocatore vero. Ma di Koopmeiners non ne posso davvero più, ha beccato una stagione con Gasperini in cui faceva gol e il mondo credeva fosse forte. Anche Calloni al Varese fece bene, poi andò al Milan e fu un disastro".
Però insisto: questa squadra ha delle buone individualità, pur non avendo dei campionissimi come negli anni dei nove scudetti di fila.
"A me piace fare sempre un paragone in cui coinvolgo la Juventus di Heriberto Herrera che vinse lo scudetto contro l'Inter dell'altro Herrera e che aveva giocatori fortissimi come Corso e Suarez. Quella Juve aveva due o al massimo tre giocatori di qualità: Salvadore, Del Sol e il giovanissimo Zigoni. Gli altri erano buoni giocatori, qualcuno di loro anche modesto, ma avevano gli attributi e giocare contro di loro era un incubo per chiunque. Giocare contro questa squadra, invece, è fin troppo semplice. Sono giocatori di passaggio e senza carattere, ma non è l'unico problema".
Quale sarebbe l'altro?
"Lo ripeterò all'infinito: la società non c'è. A partire dal presidente che è il commercialista del proprietario e di calcio ne capisce poco, Poi c'è il neo amministratore delegato che si affida agli algoritmi e prende i giocatori in base al mese di nascita, ma che discorsi sono questi! Non c'è ancora un direttore sportivo, poi Spalletti è arrivato in corsa e credo stia pagando ancora la botta della Nazionale".
Perché nell'ultimo anno e mezzo, in cui si sono succeduti tre allenatori con una loro impronta e un loro stile di gioco, puntualmente si sono poi ritrovati a snaturare il loro credo e a preferire un gioco rinunciatario? Perché non nascondiamoci: Spalletti, ieri, a Napoli, si era accontentato del pari.
"Ci sono tre chiavi di lettura. La prima riguarda Spalletti e non è la prima volta che fa di queste cose bizzarre, come Yildiz falso nueve. Questa cosa fa da parallelo a quando allenava l'Inter e a un certo punto tolse Icardi per mettere Santon, non ricordo in quale partita (ride ndr) ma lo fece. Capita, ogni tanto gli allenatori perdono la trebisonda e fanno delle sciocchezze. Non puoi perdere così nettamente a Napoli. L'unica critica che muovo all'allenatore toscano è che il turco è un giocatore da far giocare dietro o accanto alla punta, non defilato a sinistra".
Poi.
"La seconda chiave di lettura è che per Spalletti, così come avevano già capito gli altri, con questi giocatori non c'è trippa per gatti. Inutile fare pressing, raddoppi o altro, nella Juventus attuale non c'è quasi mai chi da del tu al pallone. Ci sono delle clamorose involuzioni, io stesso mi chiedo cosa stia succedendo al Thuram autorevole e in crescita esponenziale. E' un'ombra da troppi match. L'unico che si sacrifica è Locatelli a centrocampo".
E arriviamo così alla terza chiave di lettura.
"Spalletti ha poche responsabilità, se non quelle legate al proprio ego e personalità. E' arrivato in corsa in una squadra non costruita da lui, da parte mia ha tutte le scusanti di questo mondo. Prima di lui c'era Tudor che è arrivato con il ruolo di traghettatore, aveva portato la Juve in Champions e poi in estate non gli hanno fatto metter becco su nulla. Il povero Igor voleva solo un giocatore, Kolo Muani, e gli hanno preso Openda e David. Ha fatto degli errori, ma non lo hanno trattato nemmeno troppo bene. La radice degli errori, però, era colui che arrivava da Bologna".
Traduco con nome e cognome, Thiago Motta.
"A parte la sua idea di gioco, nessuno aveva valutato chi fosse l'uomo prima di ingaggiarlo. Aveva tutto lo spogliatoio contro! E allarghiamo il discorso, perché non sono solo gli allenatori ma anche i dirigenti ad aver commesso tanti e troppi errori. Ma che giocatori sono stati presi in questi anni? Di Maria che era venuto a svernare, Pogba che ormai era già un ex calciatore a Manchester, altri giocatori che non hanno reso secondo le aspettative".
Che soluzione si potrebbe proporre a Elkann per far tornare la Juve grande?
"Servirebbe avere coraggio, azzerare tutto e spiegare ai tifosi che per i prossimi due o tre anni non si farà la Champions. Indipendentemente se puoi o no a livello economico. Si ricostruisce tutto partendo dai vivai e dai giocatori in prospettiva. Un qualcosa che già accadde con Boniperti quando chiamò il povero Picchi e Allodi per costruire quella Juve che fu la base delle stagioni eccellenti. Se penso ai talenti ceduti come Huijsen, Soulé, Barrenechea, Dragusin, Kean, Fagioli, Nicolussi Caviglia, Muharemovic, Mbangula e tutti gli altri, mi viene solo da piangere".
Si ringrazia Andrea Bosco per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.