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GIRELLI: "Avevo il poster di Del Piero in camera, adesso vesto la sua maglia. Il mondiale? Tante aspettative non realizzate"

di Giuseppe Giannone

Intervistata da "Vanity Fair", Cristiana Girelli, centravanti della Juventus Women e della nazionale femminile, affronta diversi temi: "Penso spesso alla libertà perché la ritengo importante non solo per noi atleti, ma per tutti. Penso a quanto è difficile ottenerla, a quanto è complicato essere se stessi senza pregiudizio e senza giudizio. Non mi sento mai libera quando mi sento giudicata, come se nelle menti delle persone ci fosse sempre un giusto o sbagliato preconcetto. Anche in campo capita che pensi due o tre volte a quello che voglio fare temendo il giudizio degli altri. 

A sei o sette anni quando il calcio femminile non esisteva, ma ero una intorno a ventimila maschi non mi sentivo per niente giudicata e per niente fuori luogo. Andavo al campetto a giocare con una squadra di maschi. Adesso che il movimento è cresciuto io vedo molti pregiudizi. Lo so che è l'altra faccia della medaglia della popolarità. Adesso i pregiudizi e gli stereotipi sono espressi, prima erano quasi non considerati. 

Se il professionismo nel calcio ha portato libertà? Non so cosa possa realmente portare la libertà. A me ha dato molto, ma ha dato soprattutto alle giovani la possibilità di dire: un giorno farò la calciatrice. E alle famiglie qualche certezza, una professione riconosciuta.

La cosa che non è libertà in campo? Il momento di ansia. Quando fai una cosa che non faresti, decidi di passare e non dribblare perché temi di essere giudicata, magari definita egoista. C'è la paura di sbagliare? Sì, sbagliare un rigore, un gol. Per un attaccante la paura di fallire è importante e ti influenza tanto nelle scelte di gioco. 

Il mondiale? Per il Mondiale della scorsa estate avevamo tante aspettative che non sono state realizzate e lascia tante emozioni diverse: il rammarico, la delusione, qualcosa di bello finito presto. Vorresti viverlo bene perché l'hai sognato fin da bambino. Dall'altra parte c'è la voglia di rivalsa e il bello dello sport è che ti mette sempre davanti a nuovi obiettivi.

La Juve? Avevo il poster di Del Piero in camera e adesso vesto la sua maglia".


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