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Ferrara e quella valigia dietro la panchina…

di Thomas Bertacchini

Con una valigia sistemata dietro la panchina, Ferrara ha condotto (mercoledì scorso) la Juventus in una delle rare vittorie di questo ultimo periodo, nel quale soltanto Inter e Parma (in campionato) avevano ceduto l’onore delle armi contro i bianconeri. Uno dei tanti CDA juventini, nel pomeriggio della stessa giornata, aveva ratificato la fiducia in lui: per l’attuale società, vale quanto una dichiarazione d’amore di Ibrahimovic. Tranne l’arrivo di Bettega, dal periodo prenatalizio ad oggi rimane inalterato (quasi) tutto il resto. Sono cambiati, invece, gli obiettivi: prima ero lo scudetto, ora diventa il terzo posto; sino a dicembre era la Champions League, poi l’Europa League; la Coppa Italia avrebbe dovuto rappresentare il trofeo di consolazione, ora diventa (ancor più) importante e prestigioso conquistare la "decima". Costruire il futuro adesso nella speranza di conseguire qualche vittoria è importante; centrare il terzo posto in campionato un obbligo da non mancare assolutamente.
Perde il Napoli delle 13 partite da imbattuto: ma quella schierata contro la Juventus, non era la squadra titolare. Mazzarri, cui non manca la fantasia per cercare scuse in caso di sconfitte, non si è lasciato sfuggire l'occasione per evidenziarlo. Fosse per De Laurentiis, invece, quella coppa verrebbe anche abolita. Stile-Napoli: non si è ancora capaci di vincere, ma tantomeno di perdere…
Non è stato il Diego di Roma (doppietta strepitosa alla seconda giornata di campionato), ma è comunque un bel vedere; non è stato il Del Piero colonna leggendaria della Juventus, ma da chi non ha (quasi) mai giocato in quest’annata, non ci poteva aspettare molto di più. Tre goals in due: stavolta non è risultato decisivo il solito (e solo) Chiellini. Ora Ferrara dovrà aggrapparsi al capitano bianconero e alle sue prodezze per uscire fuori da un tunnel cui la fine sembra(va) non arrivare mai. A Ranieri, all’inizio della scorsa stagione, il suo apporto fu indispensabile: poi, però, non bastò per evitargli l’esonero. Giocoforza (un’infinità di assenze) si è passati al rombo di centrocampo: con due veri giocatori di fascia con la fase difensiva nelle corde (De Ceglie e Salihamidzic) l’equilibrio non è mancato. Quella zona riservata a Felipe Melo, però, non è la sua: ma quando si sono spesi 25 milioni di euro per lui, si pensava di farlo giocare lì?
Punito il Napoli e il finto fair-play da loro invocato per la caduta di Datolo: chi decide è l’arbitro, se non ferma il gioco si deve andare avanti. A furia di randellare per tutto l’incontro, è finita anzitempo la partita di Contini: non per aver passeggiato sulla testa di Del Piero, ma per aver procurato il fallo da rigore su Diego. Salti, fischi e cori contro Balotelli e la dirigenza: contro la Roma mancherà tutto questo, la curva Scirea verrà chiusa. Mancherà, però, anche l’appoggio alla squadra: di questi tempi è fondamentale.
Per un Lanzafame che non arriva torna a casa Paolucci, giovane cresciuto con il bianconero addosso come quelli che affollano la lista dei convocati per l’incontro con il Chievo: i forfait si accumulano di giorno in giorno. L’ultima volta al Bentegodi (casa Chievo) fu il 9 novembre 2008: con una splendida punizione Del Piero si fece un bellissimo regalo di compleanno. Completò l’opera Iaquinta: quello che oggi (dopo l’operazione al menisco) sta così bene da allenarsi, ma così male da non giocare.
Scorrendo la classifica non si faccia l’errore di guardare avanti: con una vittoria sul Siena oggi, il Milan si avvicinerebbe all’Inter per continuare un campionato a parte. Quello che assegnerà lo scudetto. Il miracolo del Bari (due rigori contro l’Inter giustificano l’uso della parola) non è bastato a sconfiggere i nerazzurri. Potrebbe essere utile al Milan in vista del derby di domenica prossima: con una vittoria dei rossoneri basterebbe loro ripetersi contro la Fiorentina nel recupero del 24 febbraio per veder concretizzato l’aggancio.
Più utile guardarsi alle spalle: se il Napoli (in virtù della vittoria nello scontro diretto a Torino) ha già ottenuto un set-point che gli consente di essere terzo nonostante lo stesso numero di punti della Juventus, la folla delle squadre pronte ad approfittare di un eventuale altro passo falso dei bianconeri aumenta di giornata in giornata. L’occasione è ghiotta: al Chievo mancherà Pellissier, l’uomo che infilò tre volte i bianconeri all’Olimpico nell’aprile dello scorso anno.
Con la valigia sistemata dietro la panchina anche a Verona, Ferrara dice di aver chiuso il suo libro nero: grazie alla vittoria di coppa Italia, il peggio è passato. L’impressione è che le pagine siano terminate, e che - andando avanti di questo passo - ne servirebbe un altro. E’ da capire se il nome di Maifredi sia stato già scritto o meno. Il rischio, per loro, è di ritrovarsi al "bar sport" a discutere da soli su quale sia stata la Juventus peggiore del dopoguerra. Un successo anche col Chievo per lasciare quella valigia lì dove si trova, e per far immaginare ai tifosi per qualche momento che la Juventus non ha dimenticato cosa vuol dire vincere. Con la speranza che qualcuno spieghi loro che cosa hanno fatto di male per meritarsi tutto questo.
Speranza, la parola giusta per Van der Sar: la moglie Annemarie si sta rimettendo dopo l’emorragia cerebrale che la colpì nello scorso mese di dicembre e che fece maturare, nel portiere, la decisione di abbandonare il Manchester United per starle vicino. Ieri ha rimesso i guantoni per tornare in porta nell’incontro con il Burnley: in bocca a lupo, Edwin.