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ESCLUSIVA TJ - Ruben Olivera: "In Champions è l'anno buono, contro la Samp vedo bene Higuain. Questa Juve è forte, ma la mia aveva più giocatori di livello. Su Bentancur e Nedved..."

di Mirko Di Natale

"Ormai sono tornato a vivere a Latina, mia moglie svolge tutte le attività qui e io mi trovo davvero bene". Pensieri e parole di Ruben Olivera, l'indimenticato "El Pollo" che giocò in bianconero tra il 2004 e il 2006 con una presenza collezionata nel primo anno della gestione Ranieri: "Avevo due anni di contratto con LDU Quito, squadra dell'Ecuador, ma la mia famiglia non si è mai del tutto ambientata ai tremila metri d'altura. Dopo sei mesi abbiamo deciso di rescindere il contratto e tornare in Italia. Aspettavo una chiamata dalla serie B, ma non si è più fatto nulla. Ho avuto la possibilità di andare in Svezia e in Belgio, poi la chiamata del Latina che mi ha subito fatto accettare".

Per noi italiani la Svezia è improvvisamente diventata peggio di un incubo.

"Ci sono rimasto malissimo. Mia figlia, che ha cinque anni, ama molto giocare a calcio e ha guardato in tv la partita con indosso la maglia dell'Italia. E' stata una delusione, perchè una squadra normale come la Svezia ha fatto sì che il tutto diventasse un incubo".

Hai visto, poi, le lacrime di Gigi?

"Gigi ha un cuore grande come uno stadio, sente l'Italia come pochi. Mi è dispiaciuto tantissimo per lui, non ha colpe e rimane sempre il miglior portiere al mondo. E sono dispiaciuto anche per tutto il calcio italiano, che ora dovrà affrontare questa situazione".

La Juventus ti sta convincendo fin qui?

"Dopo sei campionati di fila, ha avuto una partenza un po' così ma l'obiettivo dichiarato è la Champions. In Serie A lotterà tranquillamente per rivincere, ma in Europa mi sento che questo è l'anno buono. Sta facendo fatica, vince partite complicate e la quadratura della squadra c'è. I bianconeri possono dire la loro anche quest'anno".

Prima di pensare alla Champions, ci sarà la sfida alla Samp a Marassi. I doriani stanno facendo bene.

"Sì, specialmente in casa e con Giampaolo ha trovato un'idea di gioco molto bella che le consente di giocar bene sia in attacco che in difesa. In quello stadio tendono ad esaltarsi di più, la motivazione contro la Juventus abbonderà. Nei bianconeri vedo bene Higuain, sta tornando ad esser quel che conosciamo e per la Samp sarà difficilissima".

Ogni anno sembrano sempre più indebolirsi, eppure riescono come quest'anno a giocar davvero bene. Condividi il commento sulla Samp?

"Sì, condivido. Hanno acquistato il mio connazionale Ramirez che è in grado di giocar bene a centrocampo e sa far bene la fase offensiva. E' migliorato molto nel corso della sua carriera. Sarà una sfida difficile per la Samp, lo sarà anche per la Juve che qui ha lasciato tanti punti in passato".

Stai osservando le prestazioni del tuo connazionale Bentancur?

"E' un giocatore che ha molta classe, in Uruguay in pochi centrocampisti hanno il suo talento. Sembra più un trequartista arretrato, ha dei piedi importanti e si adatta benissimo a giocare con Pjanic e Khedira. Per la giovanissima età che ha, è molto flessibile e ha già gestito molta pressione ai tempi del Boca".

La tua Juventus e questa hanno in comune il giocar male, che poi la porta a vincere le partite più difficili.

"E' vero. Verissimo. Noi giocavamo con il 4-4-2, avevamo in rosa quasi tutti i capitani delle più grandi nazionali e il calcio italiano era molto diverso da quello di oggi. Non si possono paragonare queste due squadre, ribadisco che la mia Juve avrebbe vinto la Champions se non fosse scoppiata Calciopoli. Secondo me, invece, quella di Allegri è forte ma non ha i giocatori di livello come li aveva Capello".

Mi dici che non si possono paragonare, eppure le vittorie di misura ci sono: la tua vinceva 1-0, questa 2-1 o 3-2.

"Sì, questo è vero. Quando riesci ad ottenere vittorie del genere vuol dire che hai grande quadratura, hai la consapevolezza di esser forte. Hai difficoltà in ogni partita, la Juventus deve esser contenta di aver battuto con quel risultato lo Sporting. E quando ti troverai di fronte le squadre più importanti come Barcellona e City, non sarà facile per loro affrontare i bianconeri che tendono ad esaltarsi in queste grandi sfide".

Proprio la tua Juventus: ci racconti un tuo aneddoto risalente a quei tempi?

"Ne avrei tantissimi da raccontare, ma alcuni non li posso rivelare (ride ndr). L'altro giorno un mio compagno qui al Latina mi chiedeva di Pavel Nedved e del suo Pallone d'Oro. Io posso vantarmi di aver giocato con lui, era piacevole vederlo allenare. Era un giocatore che si alzava presto, andava a correre in campagna e quando terminava la seduta di due ore con Capello in cui andava a mille, si fermava sempre in più per migliorare le sue qualità nel tiro e nel cross. Era un vincente, ricordo che si arrabbiava quando qualcuno non si allenava come lui. Ai miei figli e ai più giovani lo dico sempre: con il lavoro, Pavel Nedved ha vinto il Pallone d'Oro e deve esser da esempio per loro".

E invece Ibrahimovic, che ora tira delle autentiche cannonate, si allenava tanto per migliorare il suo tiro. E' vero?

"Sì, è vero. Fisicamente era un animale, pressava tantissimo e non si fermava mai; inoltre aiutava sempre la squadra a centrocampo e in difesa. Ecco il perchè lasciava in panchina Del Piero. Capello, nel momento in cui era in area e doveva raccogliere un cross, gli diceva di prenderla con la testa ma lui, invece, si intestardiva e allungava quella gambona alta (ride ndr) per arpionarla prima dei difensori. Il gran lavoro e il migliorarsi tanto lo hanno reso il giocatore che è oggi".

Si ringrazia Ruben Olivera per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.