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ESCLUSIVA TJ - Emanuele Belardi: "Rivedo lo spirito Juve, ma deve imparare a sporcarsi le maniche. Motta? Per lui tutti importanti e nessuno indispensabile. Su Di Gregorio...

di Mirko Di Natale

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex portiere bianconero dal 2006 al 2008, Emanuele Belardi, per parlare approfonditamente degli ultimi avvicendamenti in casa Juventus e non solo:

Quale è il tuo giudizio sulla Juventus?

"Senz'altro positivo, si è aperto un nuovo ciclo con una rosa più ringiovanita e motivazioni differenti. I giocatori sono di caratura diversa: meno primedonne, più di prospettiva e ci sono molti ragazzi provenienti dalla Next Gen. La Juventus è ripartita e non ha più intenzione di fermarsi".

Quali sono le cose positive di cui parlare oggi?

"Rivedo lo spirito Juve, ovvero una squadra che corre e non si arrende alle prime difficoltà. Ha un'ottima organizzazione di gioco, oltre a delle buonissime individualità a livello di singoli. Con l'impossibilità di poterti permettere dei giocatori che guadagnano troppo, la strada giusta è quella intrapresa dalla Juventus e sono favorevole a dare la possibilità a questi giovani ragazzi di potersi mettere in luce".

Quindi sarai stato senz'altro favorevole alla maglia numero 10 affidata al giovane Kenan Yildiz?

"Sì, per me è stata un'ottima scelta. Poi sono stato sempre contrario sul discorso delle maglie ritirate, perché ogni calciatore deve aspirare a poter indossare quel numero di maglia. Del Piero, Baggio, Platinì hanno fatto la storia di questo club e nessuno potrà mai togliere alle persone il loro ricordo sul campo, per questo credo che il loro riconoscimento più importante sia proprio quello di esser rimasti nel cuore dei tifosi e di chi li ha visti giocare. Questi momenti saranno per sempre indimenticabili".

In campo come lo vedi Yildiz?

"Ha dei numeri importanti, rispetto ad Ale è meno tecnico ma più veloce nei movimenti. Forse Kenan ha meno fisicità, ma crescerà sotto questo aspetto negli anni futuri. Sta facendo vedere grandi cose".

Chi è stato fin qui il giocatore più insostituibile?

"Notavo che il discorso di Motta verte molto sul 'tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile'. Lo ha fatto in estate e lo sta facendo tutt'ora, i giocatori stanno ruotando e sta concedendo molto minutaggio ad ogni singolo giocatore. Così il vantaggio è di avere tutta la rosa sul pezzo".

Forse, se dobbiamo entrare nello specifico, nel momento in cui è mancato Koopmeiners si è spenta la luce col Cagliari. O sbaglio?

"Chi è entrato non è in possesso delle qualità delle olandesi, però sicuramente Fagioli è stato utile in fase di contenimento. Non tutti hanno le stesse caratteristiche, è difficile in effetti trovare due giocatori bravi uguali e nello stesso ruolo".

Come hai giudicato l'avvicendamento tra i pali che ha visto l'allontanamento di Szczesny e l'acquisto di Di Gregorio?

"Ha fatto un ottimo acquisto, per me Di Gregorio è un bel portiere e negli ultimi due anni è stato sempre tra i migliori in Italia. Se Szczesny avesse trovato un accordo per spalmare l'ingaggio, credo che oggi difenderebbe ancora lui i pali della Juventus. Con i portieri sono messi bene a Torino, perché c'era già Perin che è un ottimo portiere e Pinsoglio, il terzo, che è fin troppo sottovalutato e non è solo un uomo spogliatoio".

Perin potrebbe tranquillamente fare il primo in molti club in Italia, invece è il secondo alla Juventus e presto rinnoverà il suo contratto. Ma come è fare il secondo alla Juventus?

"Tutti i grandi club, specialmente quelli che sono impegnati in Europa, possiedono due portieri di grande caratura. Poi c'è da fare un distinguo: fare il secondo a Buffon significa avere la consapevolezza che giocherai molto poco, vista la sua grandezza, oggi invece ci sono due numeri uno e c'è più competitività. Va bene così".

Di Gregorio come può diventare, a tuo avviso, il numero uno italiano?

"La vedo dura, perché c'è un portiere più giovane di lui come Donnarumma che è al momento difficile da scalzare nelle gerarchie. Sicuramente è uno dei 4/5 italiani ed è stato appena convocato in nazionale, poi gioca nella Juve ed è arrivato lì con grande merito. Dovrà lavorare sodo per migliorare ancora, poi da quello che ho capito è un ragazzo che ha fatto la gavetta e quindi saprà bene come fare".

Pensiero sul campionato?

"Il Napoli ha il vantaggio di non giocare le coppe e per me il grande vantaggio è di aver preso Conte che porta sempre tanti punti, l'Inter è ancora più forte dello scorso anno e ripetersi non è mai facile. Juve è all'anno zero, ha già fatto vedere tante cose e deve imparare a sporcarsi le maniche se vuole diventare grande. A cosa mi riferisco? A vincere di riffa e di raffa, come col Cagliari, e non solo giocando bene".

Si ringrazia Emanuele Belardi per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.


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