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ESCLUSIVA TJ - Cuadrado, parla la mamma Marcela: "La Juve lo rende felice, vorrei terminasse qui la carriera. Da piccolo lo chiamavano Ronaldinho. E sul suo sogno..."

di Mirko Di Natale

Le luci della ribalta e le prime pagine dei giornali sono sicuramente per altri giocatori, ma nella Juventus da ormai un quinquennio c'è un calciatore che ha giocato in ogni posizione del campo e, forse, tra un po' potrebbe sostituire anche Szczesny in porta. Stiamo parlando di Juan Guillermo Cuadrado Bello, impegnato attualmente con la sua nazionale ed elemento prezioso e di affidamento nello scacchiere tattico di Andrea Pirlo. La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, la mamma Marcela Bello Guerrero, per parlare approfonditamente di Juan e non solo:

Si aspettava che Juan potesse diventare uno dei giocatori più importanti della Colombia e del calcio europeo?

"E' da quando è molto piccolo che gioca a pallone, mi aspettavo potesse diventare un calciatore professionista in Colombia ma non che potesse diventare un giocatore titolare della Juventus. Ha lottato tanto per arrivare qui, come madre sarò sempre orgogliosa di lui".

Rispetto agli inizi di carriera, in questi anni è cambiato? Il successo gli ha dato alla testa?

"No, è rimasto sempre lo stesso ragazzo umile. Non si è mai arreso, giorno dopo giorno ha lavorato sodo per raggiungere il livello attuale. Già nella mia pancia ho capito volesse diventare un calciatore, perché scalciava davvero tanto (sorride ndr)".

Insomma, aveva già capito che cosa doveva fare nella vita.

"Ed è stato costante, perché al di fuori di un pallone e delle scarpe non mi ha mai chiesto. Niente bici, niente videogiochi, niente di niente".

C'era un calciatore che gli piaceva quando era adolescente?

"Lui è sempre stato molto appassionato di calcio, però non ricordo preferisse un calciatore piuttosto che un altro. Però quando giocava con gli altri bambini, in Colombia, veniva chiamato Ronaldinho perché era molto bravo".

Come ha vissuto il trasferimento dalla famiglia? Era molto giovane quando è arrivato in Italia.

"E' stato un momento abbastanza particolare, difficile per entrambi perché era la prima volta che andava così lontano da casa. Ad Udine ha attraversato qualche momento di difficoltà, quando era triste mi diceva che voleva tornare a casa ma gli dicevo di non arrendersi. Per farlo stare un po' più tranquillo, anche perché insisteva tanto, sono arrivata in Italia e poco dopo mi sono trasferita. Da allora, non l'ho più lasciato".

Che cosa racconta del suo mestiere?

"Spesso chiede la mia opinione sulle sue prestazioni in campo, magari a volte mi dice che non ha giocato bene e lo rassicuro. Grazie a Dio, abbiamo un bellissimo rapporto. Lui, poi, gioca ovunque, ma il meglio di sé lo dà come ala destra".

Quando è arrivato l'interesse della Juventus, che cosa ha pensato?

"Ero felicissima, Londra proprio non mi piaceva e pregavo tanto affinché potesse tornare in Italia. Quando giocava nel Chelsea ero rimasto a Firenze perché attendevo che mia figlia terminasse la scuola, ma grazie a Dio i viaggi londinesi sono durati solo due o tre volte. Ora vivo a Torino e mi piace tantissimo, la scelta di un grande club come la Juventus ha davvero reso felice Juan".

Che cosa racconta della Juventus? E' ancora felice come quando è arrivato?

"Assolutamente sì, Juan è molto contento di essere uno dei giocatori che fa parte della Juventus. Mi dice che va d'accordo con tutti, si è ben integrato in questo gruppo che vince da tanti anni in Italia. La Juve lo rende felice. Forse sarò egoista, ma vorrei terminasse qui la sua carriera".

Quale è la partita che più le è piaciuta da quando gioca nella Juve?

"La risposta è di parte: a me Juan piace sempre, non lo vedo come calciatore ma come figlio (ride ndr). La prestazione, però, che più mi ha colpito è quella contro il Bayern Monaco, sul contropiede di Morata fece quella finta che fece sedere un avversario e scagliò quel bolide. Un gran bel gol".

E il suo sogno? Quale è?

"Vincere la Champions con la Juve e la Coppa del Mondo con la Colombia".

Curiosità: i nipotini diventeranno dei calciatori come il loro papà?

"Non lo so, però ho visto che Lucas ha iniziato a calciare un pallone. E così può portare avanti la tradizione dei Cuadrado".

Si ringrazia Marcela Bello Guerrero per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.


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